L’involucro avverso: la pelle come luogo privilegiato per la somatizzazione del conflitto psichico

Fino almeno alla metà del XX secolo, lo sguardo degli psicologi non si soffermava volentieri sui temi della salute fisica o della malattia somatica. Tuttavia, contemporaneamnte alla trasformazione del panorama epidemiologico del tardo ‘900 ed all’evidente insostenibilità economica dei sistemi di cura e di trattamento fondati sul modello biomedico, anche la psicologia fu chiamata a rispondere alla domanda sociale nel contribuire alla riformulazione delle politiche sanitarie dei paesi occidentali. La psicologia si inserisce dunque nel panorama dei temi della salute non tanto per un interesse autopoietico, ma a causa di cambiamenti economici, epidemiologici e delle istanze di politica sanitaria (e più in generale delle politiche del Welfare State) che hanno caratterizzato l’America contemporanea immediatamente successiva al secondo dopoguerra.

Nonostante le capacità della psicologia di affermarsi in diverse aree di indagine e di intervento, fino a quegli anni la disciplina non aveva avuto ancora il modo di definire il proprio punto di vista circa la riconfigurazione delle politiche sanitarie a causa della molteplicità di paradigmi frammentati e dell’eterogeneità delle teorie, dei modelli e degli interventi che la caratterizzano. A partire degli anni ’70, nel tentativo di assumersi questa responsabilità, la psicologia ha cercato di delineare il proprio specifico contributo con unitarietà e di occuparsi della salute degli individui e delle comunità sviluppando un gruppo di lavoro all’interno dell’American Psychological Association (APA) che nel 1979 venne riconosciuto col nome di Health Psychology. Obiettivo di questa disciplina eclettica diventa quello di promuovere la salute e prevenire la malattia, aggregando risorse e personalità di riferimento attorno ad alcuni tratti principali che andranno poi a definire il campo stesso della disciplina emergente.
Un primo tratto è costituito dal carattere “applicato” della psicologia della salute, da intendersi nel senso che in essa prevalga una consapevolezza circa lo scopo ultimo dell’accorpamento di contributi educativi, scientifici e professionali specifici, ovvero la promozione della salute e la prevenzione dalla malattia (Matarazzo 1980). Un secondo tratto è rappresentato dall’attenzione prioritaria ai processi psicologici legati ai concetti di salute e di malattia e dall’investigazione del ruolo dei comportamenti e degli stili di vita individuali considerati decisivi per il raggiungimento del benessere fisico e mentale degli individui.

Lo sforzo di delimitazione autoreferenziale e di specializzazione del campo della psicologia della salute ha ottenuto nel corso degli anni dei cambiamenti notevoli che hanno permesso sia l’ampliamento degli orizzonti epistemologici sia lo sviluppo di modelli innovativi più aderenti alla definizione di “salute” così come proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1948, per cui: «la salute corrisponde ad uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia».