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La prova illecita nel processo civile

L'inammissibilità della prova illecita

Quando si è in presenza di una prova illecita che abbia superato il vaglio della rilevanza, l'unico mezzo di cui dispone il giudice per escludere quelle prove è il giudizio di inammissibilità.

Tuttavia, se questo può valere a proposito delle prove costituende, qualche dubbio sussiste per le prove precostituite, che entrano nel processo attraverso la semplice produzione o esibizione, e non sono, quindi, soggette al vaglio di ammissibilità e rilevanza da parte del giudice, o quanto meno, non in quella fase.

In dottrina, si è parecchio discusso circa la possibilità di svolgere un giudizio di ammissibilità per le prove precostituite. Si è fatto notare come da un punto di vista logico ciò fosse possibile, dal momento che si registrano vari esempi nel giudizio di appello e anche l'art. 698 c.p.c., il quale prevede che «i processi verbali delle prove non possono essere prodotti, né richiamati, né riprodotti in copia nel giudizio di merito, prima che i mezzi di prova siano stati dichiarati ammissibili nel giudizio stesso.»

Questo ha portato all'affermazione di una tesi minoritaria, secondo la quale al giudizio di ammissibilità, tipico delle prove costituende, può equipararsi il consenso alla produzione di un documento, che deve essere prestato dall'ufficio. O, ancora, quella tesi per cui gli unici documenti non soggetti al controllo di ammissibilità da parte del giudice sono quelli che la parte produce nel momento in cui si costituisce. Tutti quelli successivi non possono, invece, sfuggire al giudizio.

Ma la tesi che viene maggiormente accreditata è quella secondo cui anche le prove precostituite sono sottoposte al vaglio di ammissibilità e rilevanza. La differenza, rispetto alle prove costituende, sta nel fatto che in questi casi il giudizio si svolge “a valle” e non “a monte”, cioè dopo essere entrata nel processo e prima della decisione. Nell'ambito specifico delle prove illecite, il giudizio di ammissibilità si pone in termini diversi. Infatti, mentre con riferimento alle prove in generale le condizioni di ammissibilità possono consistere in requisiti propri dello strumento probatorio o del fatto allegato, o in requisiti che riguardano l'iter procedimentale e quindi il giudice può verificarli immediatamente tramite un giudizio di diritto; nelle prove illecite il giudice deve, invece, compiere un giudizio di fatto relativamente a circostanze estranee al processo, cioè deve verificare che effettivamente si tratti di una prova illecita.

Questo può portare a problematiche di difficile soluzione tanto che parte della dottrina e della giurisprudenza ritengono più opportuno parlare di inutilizzabilità della prova illecita, piuttosto che di inammissibilità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La prova illecita nel processo civile

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Informazioni tesi

  Autore: Stefania Maria Cannavò
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giovanni Raiti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 167

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