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L'ordine mondiale post-Guerra Fredda: fine della storia o scontro di civiltà?

Le 7 civiltà del nuovo ordine mondiale

Durante la storia le civiltà sono state per l’uomo la più importante fonte di identificazione ed è per questo fondamentale capire cosa si intenda con il termine civiltà prima di analizzare quali siano le civiltà dominanti lo scenario mondiale.
In primo luogo, esiste una distinzione tra la civiltà al singolare e le civiltà al plurale: la prima venne creata nel XVIII secolo per contrapporla al modello di “barbarie” e alla società primitiva, invece il concetto di civiltà al plurale si diffuse quando venne abbandonato il presupposto che esistesse un unico metro di giudizio per stabilire cosa fosse civile e cosa no. Esistevano, quindi, molte civiltà diverse ognuna delle quali aveva un grado di civilizzazione più o meno alto e differente rispetto a quello delle altre.
In secondo luogo, civiltà e cultura sono strettamente legate in quanto "una civiltà non è altro che una cultura su larga scala" ed è la più grande entità culturale esistente.
Questo significa che, per esempio, la cultura di un paese del Sud Italia è diversa da quella dell’Italia settentrionale, ma entrambi fanno parte di una cultura italiana che li differenzia dai paesi tedeschi e francesi. Di fatto "le civiltà rappresentano il più ampio 'noi' di cui ci sentiamo culturalmente parte integrante in contrapposizione a tutti gli altri 'loro' ".
In terzo luogo, le civiltà non sono entità finite ma si evolvono e mutano nel tempo, tanto che numerosi studiosi hanno analizzato il processo evolutivo delle civiltà concordando sul fatto che esse sperimentano un’evoluzione attraverso un periodo di disordini o di conflittualità, la nascita di uno stato universale, il decadimento e la disintegrazione.
Inoltre, le civiltà contengono al loro interno diverse entità politiche come città-stato, imperi, stati nazionali o confederazioni e, nello scenario mondiale corrente, molte civiltà sono composte da due o più stati.

Secondo Huntington, quindi, sono sette le civiltà che dominano lo scenario mondiale post-Guerra Fredda:
• Sinica: questa civiltà include la Cina, le comunità cinesi dell’Asia sudorientale e le culture analoghe di Vietnam e Corea.
• Giapponese: la maggior parte degli studiosi considera il Giappone una civiltà a sé stante, discendente da quella cinese ma del tutto indipendente.
• Indù: con il termine “indù” si vuole distinguere tra il nome della civiltà e quello del suo stato guida, ciò è essenziale quando una civiltà trascende i confini dello stato.
• Islamica: l’islamismo si è formato nel VII secolo d.C. nella penisola arabica e si è poi diffuso in Nord Africa, nella penisola iberica, in Asia centrale e sudorientale e in India. All’interno della civiltà islamica coesistono, quindi, una pluralità di culture e sottociviltà.
• Occidentale: la civiltà occidentale è nata intorno al 700 o 800 d.C. e, secondo molti studiosi, essa si divide in tre parti: europea, nordamericana e latinoamericana.
• Latinoamericana: sebbene molti la considerino parte della civiltà occidentale, di fatto, l’America Latina ha subito un processo di sviluppo diverso da quello europeo e nordamericano. Ad esempio, la civiltà latinoamericana è sempre stata solo cattolica e include al suo interno culture indigene mai esistite in Europa ed eliminate in Nord America.
• Africana: Huntington considera quella africana come la settima civiltà del nuovo ordine mondiale in quanto, anche se l’Africa la si può considerare un mosaico di civiltà, il popolo africano sta sviluppando sempre più un senso di appartenenza al loro essere africani. Per questa ragione, Huntington crede che l’Africa sub-sahariana potrà diventare a tutti gli effetti una civiltà con il Sud Africa a fare da stato guida.

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L'ordine mondiale post-Guerra Fredda: fine della storia o scontro di civiltà?

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Informazioni tesi

  Autore: Letizia Maria Carlotta Fanelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Interfacoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere - Scienze Politiche e Sociali
  Corso: Scienze Linguistiche per le Relazioni Internazionali
  Relatore: Vittorio Emanuele Parsi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 53

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