Un modello econometrico per il mercato delle commodity

Il mercato del Foreign Exchange (Forex) influenza anche il mercato delle materie prime, dato che molte economie si reggono sulle principali produzioni interne, le loro valute dipenderanno dall’andamento delle produzioni interne, e viceversa.
Sopratutto il Dollaro, per quasi tutte le materie prime, è considerata la commodity currency principale a causa della sua correlazione inversa con le maggiori materie prime come il petrolio oppure l’oro. Il Dollaro, che a causa delle grandi quantità importate di petrolio è la valuta di riferimento per ogni scambio che riguarda il greggio, presenta una forte correlazione negativa col prezzo del petrolio, di conseguenza, a un movimento verso l’alto del prezzo del dollaro, il greggio si muoverà repentinamente nel verso opposto, ovvero al ribasso.
Non solo il dollaro americano, considerato anche alla stregua di un bene rifugio quando l’avversione al rischio domina il mercato, ma anche il CAD, ovvero il Dollaro Canadese, è di importate riferimento se si sta trattando sulla quotazione del greggio.
L’Australia è il secondo produttore mondiale di oro, dopo il Sudafrica. Le esportazioni di oro costituiscono la stragrande maggioranza del PIL del paese, quindi le variazioni dei prezzi dell’oro avranno un impatto significativo sul PIL del paese e di conseguenza sul valore della sua moneta.
Oltre alle commodity currency, possiamo analizzare anche il fenomeno dei buoni obbligazionari del tesoro (treasury bond per gli USA, BTP per l’Italia) il quale è direttamente correlato col prezzo delle materie prime, prima di tutte l’oro.
Per il mercato del Forex ci limiteremo ad analizzare solamente la commodity currency principale, ovvero il cambio eurodollaro preso in serie storica (Fonte: Banca d’Italia).