Il diritto all’oblio del minorenne
Testo Unico dei doveri del giornalista del 2016 (comprensivo della Carta di Treviso del 1990) e richiami del Garante della Privacy
In relazione al difficile bilanciamento tra diritto all’informazione e tutela del minore, viene in evidenza il Testo Unico dei doveri del giornalista del 2016. Si tratta di un codice deontologico approvato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, nato dalla necessità di armonizzare e fare confluire tredici precedenti testi, fra cui codici etici, deontologici, carte e decaloghi susseguitisi nel tempo, presenti sul territorio nazionale. Inoltre l’intento era quello di dare chiarezza ermeneutica e agevolare l’applicazione delle prescrizioni contenute nel Testo Unico. Alcuni precedenti testi sono rimasti inalterati e sono divenuti parte integrante del codice in forma di allegati. Tra questi in materia di protezione dei minori, va sottolineata la “Carta di Treviso per una cultura dell’infanzia” del 1990. Carta che è stata aggiornata nel 2006, al fine di estendere la tutela ai mezzi di comunicazione digitale, come il giornalismo online o multimediale. Per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti, che non si attengono al dettato del Testo Unico, deriva responsabilità disciplinare, come regolamentato dalla Legge 69/1963 -Titolo III, aggiornata dalla Legge 198/2016 e dal D. Lgs. 67/2017. In base alla gravità di violazione delle regole, messa in atto dal giornalista, sono previste sanzioni disciplinari che vanno dall’avvertimento, alla censura, alla sospensione temporanea fino alla radiazione dall’albo.
In riferimento alla tutela dei minori, il Testo Unico all’art. 5 - rubricato “Doveri nei confronti dei minori” - rinvia direttamente all’allegata Carta di Treviso. I principi fondamentali della Carta, elaborata dall’Ordine dei giornalisti (documento CNOG-FNSI del 1990) con il contributo di Telefono Azzurro e del Garante della Privacy sono:
- l’obbligo di osservanza delle disposizioni di legge che regolano l’attività di cronaca giudiziaria in materia di minori;
- la garanzia di anonimato del minore coinvolto nei fatti di cronaca -anche attraverso riferimenti indiretti allo stesso (eccezione fatta per casi particolari, come la scomparsa o il rapimento, per i quali la diffusione appare indispensabile e genitori e autorità devono preventivamente essere sentiti e coinvolti);
- il divieto di interviste o trasmissioni che possano essere lesive per lo sviluppo psico-fisico del minore;
- l’evitare sensazionalismi in relazione ai minori affetti da malattia o in situazione di difficoltà;
- l’evitare l’enfatizzazione strumentale di comportamenti lesivi, autolesivi, suicidi, gesti inconsulti, fughe di casa o di microcriminalità, che possano dare luogo ad atteggiamenti emulativi o provocare effetti di suggestione;
- l’astensione dalla strumentalizzazione dell’attività o della personalità dei minori nell’interesse degli adulti.
Il Garante della Privacy ha più volte richiamato i media al rispetto del codice deontologico, della normativa italiana e delle Convenzioni internazionali in materia di giornalismo e condannato l’operato di giornalisti e testate giornalistiche. In riferimento alla tutela dei minori si è espresso e ha aperto – tra le altre – le seguenti istruttorie fra la fine del 1999 e l’inizio del 2014. Il 13 dicembre 1999 ha condannato l’atteggiamento di giornalisti che, in relazione a casi di violenza sessuale subiti da minori, avevano reso identificabili le vittime, pubblicando riferimenti che ne permettevano l’inequivocabile individuazione. Il 25 luglio 2011 ha aperto un’istruttoria relativa alla diffusione del nome di due gemelline siamesi da parte di alcuni organi di stampa; in tale sede ricordava la supremazia del diritto alla riservatezza sul diritto di cronaca. Il 29 maggio 2013 ha fatto un appello ai media, alle forze dell’ordine e agli operatori sanitari che in riferimento a un tentato suicidio di un sedicenne avevano riportato dettagli e fornito informazioni eccessivi. Il Garante in tale ambito ricordava i principi fondamentali, sanciti dalla Testo Unico, relativi al libero sviluppo della personalità e alla salvaguardia della dignità del minore che contrastavano con la pubblicazione avvenuta. Il 13 marzo 2014 ha richiamato i giornalisti, riguardo alla «lesione della riservatezza e della dignità familiare dell’indagato, specie se minori». In tale caso condannava il contenuto delle notizie riportate da alcune testate giornalistiche online, in relazione alla prostituzione minorile a Roma. Notizie che riportavano non soltanto il nome dell’autore del reato, bensì anche quello della moglie, nota parlamentare e dei figli minorenni della coppia.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il diritto all’oblio del minorenne
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Informazioni tesi
Autore: | Birgit Eccli |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università Telematica Internazionale Uninettuno |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Federica Fabrizzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 121 |
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