Intervento di restauro della statua raffigurante Venere con delfino
L’operazione di assemblaggio
Al termine dell’operazione di pulitura si è potuto procedere con la preparazione alla regolarizzazione dei fori di alloggiamento dei perni. L’operazione è stata svolta con l’ausilio delle già menzionate “maschere”, che sono state realizzate in ABS mediante stampa 3D, a partire dal modello. Come si vede nelle Figure 6.14, 6.15 e 6.17, la maschera si stringe intorno alla zona permettendo di agire con precisione. Una volta posizionate, le maschere sono state assicurate con delle reggette, per poi precedere con l’inserimento all’interno della parte tubolare di guide metalliche con diametri progressivamente maggiori, che consentono di eseguire gradualmente l’operazione (Fig. 6.15).
Preliminarmente all’azione sulle parti costituenti la statua sono state eseguite varie prove su calchi appositamente realizzati. Questi sono stati eseguiti con una gomma siliconica, che è stata applicata sulla parti, previamente isolate con ciclododecano (Fig. 6.16). I calchi sono stati realizzati colando all’interno delle forme in silicone del gesso emi-idrato.
Dopo la foratura è stato inserito un tubo di plastica passante per il foro della gamba destra come mostrato in Figura 6.18, che andava ad inserirsi nella maschera posizionata sul basamento, mostrata in Figura 6.19. I calchi sono stati utilizzati in questo modo per verificare il corretto allineamento dei fori, indispensabile per garantire la precisione del montaggio.
Al termine di questa operazione è iniziata la preparazione all’assemblaggio del busto, che è stata svolta eseguendo preliminarmente un montaggio provvisorio a secco, come ulteriore verifica della correttezza dell’allineamento, immediatamente seguito della parte terminale del busto dall'incollaggio degli elementi fissi nei fori di alloggiamento e dall'assemblaggio definitivo.
Il busto è stato sollevato per mezzo di un argano che ha permesso di modulare con estrema precisione i movimenti (Fig. 6.20). L'imbragatura, fornita di una cinghia apposita, è stata eseguita facendo passare quest’ultima intorno al busto, poco sotto il seno.
Una volta portato il busto all'altezza desiderata, in corrispondenza è stato posizionato il basamento, in modo da eseguire un primo allineamento dei foro. A questo punto al busto è stata conferita manualmente l'inclinazione desiderata, visto il peso moderato, e si è proceduto abbassandolo lentamente e in modo da controllare costantemente che l'inclinazione rimanesse corretta rispetto al perno (Fig. 6.21).
In questo modo è stato inserito ad incastro il perno relativo alla gamba sinistra, che, come già spiegato svolge prevalentemente una funzione di scarico del peso. Una volta collocato questo, è stato possibile inserire il perno telescopico (Fig. 6.22). L’ operazione è stata eseguita mantenendo la cinghia che sorregge il busto costantemente in tensione, in modo da non caricare tutto il peso sulla gamba. Il perno telescopico (Fig. 6.23) è stato allungato progressivamente fino a raggiungere la lunghezza desiderata, indicata da una piccola incisione visibile all'interno di un piccolo foro collocato circa a metà dell'altezza finale del perno. Il foro serve anche a inserire un grano due tre grani a brugola che garantiscono il bloccaggio del perno nella posizione definitiva.
L’operazione è stata ripetuta una seconda volta, eseguendo contestualmente l’incollaggio delle boccole con la resina epossidica prescelta, caricata con silice micronizzata. L'adesivo è stato applicato in quantità minime sulla superficie esterna zigrinata delle boccole, che sono state poi inserite nei fori di alloggiamento (Fig.6.23).
Il braccio è stato assemblato in modo analogo, con l’utilizzo di un perno dotato di magneti, che può essere anche in questo caso facilmente smontato. Anche in questo caso i fori sono stati previamente regolarizzati, ma a causa del forte disassamento è stato raggiunto un diametro finale maggiore. L’operazione è stata svolta nuovamente con l’impiego di maschere. All’interno dei fori sono state alloggiate delle boccole con l’interno filettato, nelle quali si inserisce il perno, composto anche in questo caso da elementi fissi e un elemento mobile.
Nel caso della testa si è deciso di mantenere il perno antico, che si presenta in buono stato di conservazione, ed è stato trattato in un intervento precedente. Inoltre si è preferito non sottoporre il pezzo alla regolarizzazione dei fori, in particolare per la presenza del sottile inserto marmoreo alla base del collo. Questo è stato quindi riposizionato e incollato in sede, una volta individuata la posizione adeguata, con un adesivo debolmente caricato, in modo da permettere la corretta adesione al resto della testa.
Si è quindi valutata la possibilità di realizzare, all’interno del foro pertinente al busto, una sorta di “contro-forma” del perno relativo alla testa, che sfruttando a suo favore la forma geometrica dell’elemento metallico, ne impedisca la rotazione mantenendo la posizione prescelta.
Con questo intento sono stati fatti vari tentativi volti alla realizzazione di un elemento ad incastro, che sono consistiti nella produzione di calchi dell’interno del foro, a partire dai quali sono state realizzate delle contro-forme con uno stucco bicomponente a base di epossidica. L’irregolarità del foro ha reso necessaria la rilavorazione delle parti così realizzate per permettere l’inserimento della forma ottenuta nel foro del busto. Tale operazione che ha indebolito gli spessori dello stucco, in alcune zone già minimi.
A seguito di questi risultati poco incoraggianti si è deciso di realizzare la controforma colando un riempitivo direttamente all’interno del foro, e inserendo la testa nella posizione desiderata durante la presa del materiale, in modo da ottenere un alloggiamento estremamente preciso. Il perno della testa in questo caso deve essere previamente isolato con un materiale che permetta di estrarla una volta avvenuta la presa del riempitivo, garantendo così la reversibilità del montaggio.
Il riempitivo è stato selezionato in base alle caratteristiche di reversibilità e stabilità nel tempo, che hanno spinto verso la scelta di un elastomero fluorurato. Sono state eseguite anche in questo caso delle prove empiriche allo scopo di individuare il distaccante più adeguato per eseguire con successo l’operazione (Fig. 6.24). All’interno di tre tubi metallici che riproducono l’andamento irregolare del foro è stato colato il riempitivo, immergendovi tre chiodi sagomati in modo analogo a quello della testa, isolati rispettivamente con cera microcristallina, ciclododecano e pellicola trasparente. Dopo un’attesa di 20 giorni, in modo da permettere al riempitivo di completare la presa, sono stati estratti i chiodi e sono stati confrontati i risultati ottenuti.
La prova ha permesso di selezionare tra i tre prodotti la cera microcristallina, il cui utilizzo ha permesso di estrarre con facilità la parte metallica. Come si nota in Figura 6.25 l’operazione ha consentito la realizzazione una sede che ricalca precisamente l’elemento metallico.
La presentazione finale dell’opera è consistita, ad oggi, nella stuccatura con malta del foro di alloggiamento della staffa nel busto, e nel risarcimento delle due lacune di dimensioni maggiori localizzate dietro il basamento, dove era alloggiata la staffa di sostegno. Sono stati eseguiti dei provini di malte all’interno di una forma in silicone, per permettere di effettuare dei confronti ravvicinati tra i campioni e le diverse zone da trattare, in modo da ed identificare la tonalità più adeguata alle singole integrazioni. La scelta finale è stata concordata con la Direzione Lavori.
Si è presentata inoltre la scelta tra trattamento o meno dell'elemento metallico a vista e dei punti di giunzione tra le varie parti. Questa fase dell’intervento verrà affrontata a livello progettuale, data la necessità di posticiparne la realizzazione al momento in cui la statua verrà ricomposta all’interno del museo. Dopo una prima ipotesi di integrazione 'competitiva' avanzata dalla Direzione Lavori e dal Soprintendente in fase di scelta del sistema di rimontaggio, si è sentita la necessità di studiare varie ipotesi e meditare approfonditamente questa scelta grandemente significativa nella difficile conciliazione tra rigore scientifico e fruizione. Si é considerato di lasciare il perno tal quale, nella piena verità della sua natura e funzione. Sono state quindi proposte soluzioni atte a diminuire l’impatto visivo del perno sia regolarizzandone ulteriormente le forme con la sovrapposizione di un rivestimento sia interagendo a livello cromatico. Sono state ideate delle ipotesi che consistono o nel applicazione di una copertura monocromatica al perno, o nella riproposizione di un arto meno definito con diversi materiali. Sono state elaborate per mezzo di Photoshop due simulazioni delle ipotesi, volte a dare un’anteprima esemplificativa.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Intervento di restauro della statua raffigurante Venere con delfino
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Informazioni tesi
Autore: | Laura Porcu |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Conservazione dei Beni Culturali |
Corso: | PFP1 Materiali lapidei e derivate, superfici decorate dell'architettura |
Relatore: | Lea Ghedin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 167 |
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