Profilassi pre-esposizione (PrEP): il ruolo dell’Infermiere nella prevenzione dell’infezione da HIV
Trasmissione verticale al feto e al neonato
L'HIV può essere trasmesso dalla madre infetta al feto durante la gravidanza (per via transplacentare) oppure al neonato durante l'espletamento del parto (si parla in questo caso di via perinatale) o durante l'allattamento.
Nei paesi in via di sviluppo, specialmente in quelli africani, questa rimane una delle principali forme di trasmissione dell'infezione da HIV. L'infezione del feto per via transplacentare sembra essere più frequente durante il primo o il secondo trimestre di gravidanza, ma in assoluto la modalità di trasmissione verticale più frequente è quella perinatale. In due studi eseguiti in Rwanda e nell'ex Zaire, il rischio relativo di trasmissione verticale è risultato del 23-30% durante la gravidanza, del 50-65% durante il parto e del 12-20% durante l'allattamento. In assenza di un'adeguata terapia antiretrovirale profilattica per la madre durante la gravidanza, il travaglio e il parto e al feto dopo la nascita, la probabilità di trasmissione dell'HIV al prodotto del concepimento risulta del 15-25% nei paesi industrializzati e del 25-35% nei paesi in via di sviluppo. Questa differenza tra i paesi può essere giustificata dalla diversa adeguatezza delle cure prenatali e dalle diverse caratteristiche dell'infezione nelle madri.
Frequenze di trasmissione più elevate sono state associate agli elevati livelli di viremia plasmatica e alle basse conte di linfociti T CD4+ nella madre. Inoltre, un'aumentata trasmissione verticale è stata correlata a una stretta somiglianza tra gli antigeni di istocompatibilità HLA tra madre e figlio e anche a un prolungato intervallo temporale tra la rottura delle membrane e il parto.
Altri fattori di rischio, non abbastanza documentati, sono: la presenza di corioamniosite al momento del parto, la presenza di malattie sessualmente trasmissibili in gravidanza, il fumo di sigaretta e l'uso di droghe pesanti durante la gravidanza, il parto pretermine, le manovre ostetriche quali amniocentesi e amnioscopia e l'episiotomia.
In uno studio condotto in Francia e Stati Uniti negli anni '90, il trattamento antiretrovirale con Zidovudina effettuato dalla madre dalla seconda settimana di gravidanza fino al parto, e dal neonato per le sei settimane successive al parto, ha ridotto sensibilmente il tasso di trasmissione dal 22,6% a meno del 5%.
Attualmente, la terapia antiretrovirale combinata associata al taglio cesareo ha reso la trasmissione verticale di HIV un evento del tutto occasionale nei paesi industrializzati. A ridurre il tasso di questo tipo di trasmissione in questi paesi ha contribuito anche tutta una serie di manovre tra cui: test HIV volontario e counseling per le donne gravide, profilassi antiretrovirale con uno o più farmaci, assistenza ostetrica al fine di minimizzare il possibile contatto del prodotto del concepimento con il sangue materno e con le secrezioni vaginali, e l'esclusione dell'allattamento al seno.
L'allattamento infatti rappresenta un'importante modalità di trasmissione del virus nei paesi in via di sviluppo, dal momento che in questi paesi le madri continuano ad allattare per lunghi periodi. I fattori di rischio per questo tipo di trasmissione non sono particolarmente noti, ma gli unici che conosciamo sono: i livelli rilevabili di HIV nel latte materno, la presenza di mastite, la bassa conta di linfociti T CD4+ nella madre e la deficienza materna di vitamina A. Il rischio di trasmissione attraverso l'allattamento è maggiore nei primi mesi. L'approccio migliore per prevenire l'acquisizione di HIV da parte del figlio di una madre infetta che voglia allattarlo è quello di fornire alla stessa una terapia antiretrovirale continuativa, considerando l'importanza che l'allattamento materno svolge nello sviluppo del bambino. Questo approccio è semplice da applicare nei paesi industrializzati, molto meno in quelli in via di sviluppo.
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Profilassi pre-esposizione (PrEP): il ruolo dell’Infermiere nella prevenzione dell’infezione da HIV
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Informazioni tesi
Autore: | Fabrizio La Bella |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Scienze Infermieristiche |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Anastasio Grilli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 63 |
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