L’Imprenditorialità femminile, dalla diversità di genere alle pari opportunità: un’analisi empirica
Analisi strutturale, condizioni di vitalità, strategia di sopravvivenza delle imprese femminili italiane
Quest’ultimo paragrafo del terzo capitolo è stato devoluto ad analizzare come le imprese in rosa riescono, nella fattispecie concreta, a sopravvivere all’interno del tessuto imprenditoriale della penisola italiana. In merito a quanto detto, si riporta il commento del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Il quale dichiara che: «oggi le donne sono più consapevoli. Più presenti e responsabili nella politica, nella cultura, nell’impresa, nella scuola, in tutti gli altri luoghi di lavoro. Non ancora quanto dovrebbero, e quanto sarebbe utile». Dunque, il Presidente è fiducioso che l’intero corpus normativo delegiferato e approvato a tutela delle lavoratrici madri, oltre alle norme sulle pari opportunità, siano sufficienti per far sì che la donna sia inserita all’interno di un ambiente lavorativo armonioso che sia in grado di promuovere la parità di genere.
In realtà questa situazione positiva delineata dal Presidente non è stata frutto di un iter semplice, al contrario il tragitto verso la parità è stato complesso e a tratti irrealizzabile. Le donne sono riuscite a raggiungere tale traguardo solo grazie alla costanza e alla caparbietà, questi elementi sono stati il motore muovente del sistema sociale che oggi le colloca in una situazione altamente migliore rispetto alla precedente. “Fino a pochi anni fa, il ruolo femminile era considerato marginale sia nell’ambito dello sviluppo economico, quanto degli studi socioeconomici, divenendo solo in tempo più recenti (poco più di un decennio), oggetto di grande approfondimento. Le donne imprenditrici non rappresentano più quindi, quella eccezione alla regola che erano in un tempo non troppo remoto, ma la loro presenza significativa nell’ambito del sistema economico è ormai divenuta un fatto sociale imprescindibile”. Oggigiorno, quindi, si è consci del fatto che la donna ha assunto una rilevante importanza nel campo dell’imprenditoria. Dunque, la sua presenza è vitale per elaborare una serie di politiche provinciali al sostegno della presenza femminile all’interno dell’economia statale.
I progetti avviati per raggiungere tali scopi sono numeroso, di seguito se ne citano alcuni:
• “Favorire la crescita di nuove imprese, contrastare il fenomeno della “mortalità” di quelle già avviate, sviluppare quelle esistenti stimolandone l’innovazione e la qualificazione dal punto di vista dei prodotti e dei servizi,
• incentivare il processo di internazionalizzazione
Questi sono gli obiettivi fondamentali della politica di congregazione tra imprenditrici femminili promossa dal CIF ogni anno”. Vittoria Marino, professore associato di Marketing Internazionale, dopo un anno di studi ha realizzato un’analisi accurata e approfondita sul tema dell’ imprenditoria femminile. La stessa ha indicato quello che per lei è stata la musa ispiratrice di questo studio: «il mio fermo convincimento di considerare l’universo delle donne fuori dal paradigma concettuale della categoria minore o residuale rispetto a quella maschile. Il tentativo di osservare il genere femminile attraverso la lente di una “diversità” riduttiva ê una superficiale semplificazione oltre che un errore concettuale verso il quale è necessario sgombrare immediatamente il campo». Dunque, dopo aver chiarito la sua fonte ispiratrice, la stessa aggiunge che: «Il panorama imprenditoriale femminile appare oggi estremamente eterogeneo per cui considerazioni generiche e prospettive aggreganti appaiono indiscutibilmente una forzatura. Ogni impresa, qualunque sia la sua natura, è un microcosmo diverso, con una identità più o meno forte che dipende nella gran parte dei casi dalle competenze e dalla personalità del suo dominus. E soprattutto nel variegato mondo delle imprese guidate da donne appare molto più evidente la coesistenza di imprese ancorate a modelli tradizionali di gestione del business rispetto a casi di creatività imprenditoriale molto innovativa». Quanto dichiarato dalla Professoressa appare oggi come un chiaro esempio di quanto siamo molto più vicini alla parità rispetto a quanto si immagini nella realtà. A sostengo di quanto detto, si riportano alcune testimonianze di imprenditrici di successo, raggruppate all’interno dell’ebook di Alley Oop, denominato “Donne di futuro – Generazioni a confronto sul lavoro di domani”.
Emblematica è la testimonianza di Laurea Burdese, laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche, oggigiorno è l’amministratrice delegate di acqua di Parma, si definisce una donna con un’elevata onestà intellettuale e autentica, propensa a far valere lo spirito di squadra all’interno del proprio team. Tre sono le dichiarazione principali alle quali si fa riferimento per esplicitare come questa donna possegga tutte le caratteristiche essenziali che fanno di lei una buona leader. In un primo momento rivolge uno sguardo al futuro, difatti lei dichiara che: «sogno un giorno in cui una ragazza giovane che lavora con me mi comunichi che è incinta con gioia, senza che sguardo e tono di voce tradiscano l’ansia mista a timore che questa meravigliosa notizia possa compromettere in qualche modo la propria realizzazione professionale». Continua elogiando la propria sede lavorativa: «la mia soddisfazione più grande non è solo raggiungere gli obiettivi, ma riuscire a trasmettere ai miei collaboratori e alle mie collaboratrici il grande dono che ho ricevuto io, poter esprimere la mia personalità nel luogo di lavoro». Questo elogio deriva dalla chiara consapevolezza che molte donne ritrovatosi nella sua stessa posizione, in aziende differenti, non hanno avuto la stessa fortuna, al contrario si sono ritrovate in situazioni particolari in cui hanno dovuto reprimere il proprio io interiore per adattarsi ai canoni richiesti dalla società.
Infine si esprime la volontà della Presidente di aiutare le giovani collaboratrici ad emergere all’interno del mondo lavorativo. Difatti la Burdese ritiene che:
«le giovani di oggi sono impazienti di crescere, l’accesso agli strumenti digitali dà loro l’illusione di conoscere il mondo, ma l’esperienza, quella vera, non la raggiungi con un click. Il modo di comunicare, fatto di messaggi, non li allena al confronto diretto e allora ecco che anche solo il pensiero di fare una telefonata può mandarle in ansia. Da parte mia cerco di aiutarle ad avere pazienza, a non avere fretta, ad argomentare e articolare i discorsi, a tollerare la frustrazione di un “no” o di un “non adesso”. Credo che sia questo il principale supporto che la mia generazione può dare alla crescita di questa nuova, nata già global e piena di idee: per maturare ed acquisire solidità c’ê bisogno di tempo».
Dunque la Presidente è una figura che ricopre una posizione predominante all’interno dell’azienda in cui opera; è stata in grado di emergere mostrando quotidianamente la propria indole ottimistica, i propri pregi e la propria lealtà. Oggi è riuscita a ricoprire una posizione di spicco solo grazie agli innumerevoli obiettivi che ha ottenuto grazie all’appoggio della stessa impresa che da sempre ha sostenuto l’operato delle proprie collaboratrici. Questa qualità dell’impresa ha consentendo alla Burdese di operare all’interno di un ambiente che valorizzato la sua indole. La stessa ha ricambiato il favore ricevuto impegnandosi a trasmettere il proprio sapere, la propria conoscenza e la propria esperienza alla nuova generazioni di collaboratrici che si mostrano sempre più impazienti di crescere.
Incoraggianti sono I risultati riportati dalla ricerca condotta tra il 2016 e il 2017. L’indagine in questione è stata svolta da Confesercenti che ha elaborato i dati raccolti da Infocamere. Quest’associazione dichiara che nel corso dell’ultimo anno il numero delle attività imprenditoriali femminili è aumentato dello 0,7% dato che specifica il settore di appartenenza delle imprese: una su tre è un attività commerciale o turistica.
In riferimento alla tavola 3.2 si denota che le regioni che registrano una presenza maggiore di impresa in rosa sono la Valle d’Aosta, seguono la Basilicata e l’Umbria. Mentre la Campania si pone come la regione che detiene il maggior numero di imprese femminili operanti nel settore del commercio al dettaglio. Dunque l’indagine ha mostrato una situazione mediamente incoraggiante per le imprese femminili.
Dalla tavola 3.3 l’analisi della situazione attuale si rivela essere abbastanza allarmante. Quanto detto scaturisce da un confronto diretto della speranza di vita tra l’impresa femminile e le restanti imprese. Il tutto può essere riassunto affermando che si tratta di una situazione preoccupante: mediamente si prospetta che un’impresa femminile nel settore del commercio e del turismo abbia un rapido decorso. Difatti “solo nel 2017 hanno cessato l’attività oltre 20 mila imprese rosa. Il bilancio peggiora se si prendono in esame solo commercio e turismo”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L’Imprenditorialità femminile, dalla diversità di genere alle pari opportunità: un’analisi empirica
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Informazioni tesi
Autore: | Marialuisa Iannone |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Seconda Università degli Studi di Napoli |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Management |
Relatore: | Mario Pezzillo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 137 |
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