Il ruolo degli underwriters nelle IPO: Il caso Spotify
La figura dell’underwriter
I servizi di underwriting sono solitamente forniti da banche, assicurazioni o altri intermediari finanziari, i quali appunto sottoscrivono (underwrite) un rischio specifico o generico in cambio di una commissione.
Il nome deriva dal mercato assicurativo Lloyd di Londra, nel quale i banchieri sopportavano parte del rischio di impresa delle navi mercantili che partivano al di fuori dell’Europa (tipicamente un singolo viaggio) scrivendo il proprio nome (con l’atto di underwriting) sotto la dicitura dei rischi associati con l’attività di impresa.
La figura dell’underwriter è colui che fornisce questo servizio finanziario ed è l’assuntore del rischio.
Nell’analisi presentata quando si farà riferimento all’atto di underwriting ( sottoscrizione) o alla figura dell’underwriter ci si riferirà esclusivamente alle operazioni di IPO, ovvero agli aumenti di capitale tramite emissione di azioni pubbliche.
Per ovvi motivi non verranno trattati o citati altri casi di underwriting da parte di intermediari finanziari.
La figura dell’underwriter, nei casi che si tratteranno nell’analisi seguente, è quindi svolta da istituzioni finanziarie (solitamente le più prestigiose banche di investimento mondiali) le quali si assumono il rischio di sottoscrivere le azioni che la società emittente ha intenzione di destinare al pubblico e che, nel caso in cui non trovassero soggetti a cui rivenderle, sopporterebbero il rischio di dovere rivendere le quote ad un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto, con una conseguente perdita.
Nelle moderne IPO solitamente non è mai presente un singolo underwriter ma una pluralità di essi, i quali, riuniti formano il cosiddetto Sindacato di Sottoscrizione (Syndicate in inglese).
La formazione di un syndicate deriva dalla spinta di diverse volontà degli agenti coinvolti nell’ IPO. Occorre primariamente sottolineare come si è in presenza di un evento molto complesso, nel quale i fattori che possono determinare una buona o una pessima riuscita dello stesso sono molteplici e oltremodo complessi da valutare ed analizzare. Per tali motivo occorrono competenze e una quantità di personale specializzato non indifferente, motivo per cui una singola banca di investimento, sia essa una grande società come Goldman Sachs o Morgan Stanley, spesse volte non è in grado si sopperire alla mole di lavoro che presenta un IPO di una società medio grande. Il sindacato in questo caso assolve alla funzione di unire il capitale umano disponibile per arrivare ad un risultato soddisfacente.
Song in “Competition and Coalition among Underwriters: The Decision to Join a Syndicate” (The Journal of Finance, volume 59, 2004 ) ha mostrato inoltre come contribuiscano alla formazione di un sindacato altresì il miglioramento del servizio offerto al cliente. Nel suo articolo si riferisce in particolare (pagina 2424) alla differenza di competenze e di valore di certificazione riguardo l’emissione di obbligazioni tra banche di investimento e banche commerciali, che se unite, possono generare un maggiore valore per il cliente. Ciò, come per le affermazioni seguenti, è ampiamente applicabile anche nel caso di IPO, in quanto le problematiche sono similari se non, in taluni casi, identiche. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il ruolo degli underwriters nelle IPO: Il caso Spotify
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Marcaccio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Sandro Sandri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 28 |
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