L'albergo diffuso e una specifica esperienza: la proposta di Borno
Il cuore della questione: Borno
Situata nella parte occidentale inferiore della Valcamonica, Borno si estende per 3.604 ettari a un'altitudine compresa tra i 605 e i 2500 m.s.l.m., sul cosiddetto Altopiano del Sole (che ospita anche i comuni di Lozio, Ossimo Superiore e Ossimo Inferiore, Malegno e parzialmente Piancogno) e conta in tutto circa 2.611 abitanti. La zona è popolata sin dalla preistoria: il primo insediamento è testimoniato da alcuni massi istoriati presenti in località Rocca, datati al 3000 a.C.15 Oltre a questi, nella zona sono stati ritrovati diversi reperti dell’età del ferro e reperti fossili, ma anche epigrafi e steli risalenti al periodo romano, muri, tombe e anche un’ara votiva che probabilmente era parte di un tempio dedicato a Mercurio. I resti del periodo medievale invece sono molti più numerosi e il lascito più antico del periodo sono le sette torri, resti di altrettante fortificazioni, situate nel centro storico del paese. Il turismo si sviluppa in linea con il resto del paese, con gli stessi tempi e gli stessi modi: inizialmente, sotto forma di turismo d’élite prettamente estivo agli inizi del Novecento. Negli anni ‘10 inoltre venne costruito l’Albergo Venturelli, il primo della zona.
Durante il periodo fascista venne costruita la Malegno-Ossimo-Borno, strada provinciale che collega la valle con l’altopiano: se infatti la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, del 1911, rendeva più facili gli spostamenti agli abitanti del fondo valle, le aree a quote maggiori rimanevano in parte isolate. L’unico collegamento tra la valle e l’altopiano era la vecchia “strada delle viti”, una piccola strada sconnessa che attraversava boschi e vigneti. La costruzione della nuova strada, asfaltata e facile da percorrere, creò quindi condizioni migliori di collegamento tra la località e la valle.
L’area non subì mai un processo di industrializzazione e l’economia del paese rimase agricola fino agli anni ’70, quando, con la costruzione della funivia-cabinovia Ogne-Monte Altissimo, Borno divenne una stazione turistica invernale a tutti gli effetti e cominciò a richiamare turisti sia dalla stessa Valcamonica che dalle città circostanti (Brescia, Bergamo, Cremona, Milano). In questo periodo lo sviluppo delle strutture fu esponenziale: oltre all’apertura delle piste da sci e di una pista di pattinaggio al coperto si ebbe un boom edilizio e, se fino agli anni 50 si contavano 3-4 alberghi, negli anni 90 si era arrivati a più di 30 tra strutture ricettive e pararicettive; inoltre dalle circa 900 abitazioni degli anni ‘60 si è passati alle 2900 censite nel 1981. Il ruolo delle seconde case è fondamentale: si stima che le presenze in esse rappresentino circa i 2/3 delle presenze totali dell’intera popolazione turistica ed insieme ai posti letto affittati da privati è il 65% contro il 35% dei posti letto in strutture alberghiere.
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L'albergo diffuso e una specifica esperienza: la proposta di Borno
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Informazioni tesi
Autore: | Giorgia Nanut |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Scienze linguistiche applicate |
Corso: | Mediazione Linguistica L12 |
Relatore: | Marco Confalonieri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 54 |
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