Cosa resta della rivoluzione sessuale? Giovani e sessualità cinquant'anni dopo
Il ruolo della famiglia e della scuola nell'insegnare cos'è la sessualità
Come detto precedentemente, la sessualità è una tematica piuttosto delicata e difficilmente i giovani parlano della propria sessualità ai propri genitori, poiché essi sono imbarazzati. In famiglia generalmente si crea un clima di silenzio e di evitazione delle questioni legate alla propria vita sessuale, poiché vengono considerate private, ma ciò può essere considerato un grosso errore che viene commesso dai genitori, poiché questi ultimi se nel corso dell'infanzia si prendono cura dei propri figli e del loro corpo, successivamente dovrebbero fare altrettanto insegnando ai figli che prima di coinvolgersi a livello fisico è opportuno che essi sappiano cosa fanno.
I genitori hanno il compito di formare e informare anche in questo campo, poiché è fondamentale che alle prime curiosità che sorgono nei giovani ci siano delle risposte. I giovani hanno numerosi dubbi riguardo questo tema, i ragazzi possono pensare di avere il pene troppo piccolo o troppo grande o preoccuparsi di sembrare femminili nei modi o nell'aspetto, mentre le ragazze spesso si vergognano del proprio seno. A sostenere la funzione dei genitori bisognerebbe avere anche una buona educazione sessuale nelle scuole; non basta che all'interno della scuola i giovani sappiano come funzionano i propri organi riproduttivi, ma è importante che si vada oltre la biologia, affrontando argomenti come l'uso degli anticoncezionali quali il profilattico o la pillola ed eventuali rischi che possono comportare, o parlare del rischio delle malattie sessualmente trasmissibili. L'educazione affettiva e sessuale non è, infatti, meno importante della conoscenza della storia o qualsiasi altra disciplina. (I. Consolo, 2017).
Informare i giovani delle malattie che si possono trasmettere sessualmente è importante, soprattutto oggi che esse vengono percepite dai giovani come lontane, come malattie passate che difficilmente possono ritornare a provocare vittime, sottovalutandone in questo modo la pericolosità; in realtà molte di queste malattie come la sifilide e la gonorrea sono ricomparse, ma di tutto ciò i giovani non sono informati; tale educazione è obbligatoria nell'Unione Europea, con poche eccezioni tra cui l'Italia, in cui l'educazione sessuale è facoltativa. Educare alla sessualità significa anche educare i ragazzi ad accettare chi ha orientamenti sessuali diversi dai propri, l'obiettivo è quindi quello di educare i bambini e i giovani alla libertà e all'eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione; lesbiche, gay, bisex e transessuali spesso vengono discriminati, sono vittime di bullismo e violenza, i loro problemi vengono ignorati, ma una buona educazione sessuale dovrebbe dare spazio anche a questi temi.
Infine, si sa che gli adolescenti non sono tutti uguali, quindi occorre mettere in atto programmi che coinvolgono tutti i ragazzi: vi sono giovani che meritano un'attenzione particolare, ad esempio quelli che sin da piccoli hanno subito abusi sessuali e violenza, i quali hanno una concezione sbagliata dell'affettività e della sessualità, poiché hanno avuto come esempio dei modelli sbagliati, l'obiettivo è quello di intervenire affinché essi apprendano ciò che è giusto e ciò che è sbagliato fare.
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Cosa resta della rivoluzione sessuale? Giovani e sessualità cinquant'anni dopo
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Informazioni tesi
Autore: | Rita Granata |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Scienze Sociali |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Amalia Caputo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 71 |
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