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Un esperimento di Governance territoriale sostenibile: il laboratorio sulla responsabilità sociale d'impresa di Piacenza

L'impatto effettivo del Laboratorio sul territorio piacentino

Al fine di verificare se l'ipotesi iniziale è stata o meno confermata sarà analizzato se e in che misure il Laboratorio ha contribuito al nascere di una governance sperimentalista.

Innanzitutto è avvenuto un giusto coordinamento tra le realtà regionali e quelle locali come prevede la governance sperimentalista: i consulenti e gli attori locali hanno avuto la piena autonomia riportando al termine degli incontri i risultati ottenuti alla Regione, garantendo così la massima trasparenza. La modalità di svolgimento degli incontri ha inoltre intensificato le relazioni tra i presenti e la partecipazione attiva senza imporre decisioni dall'alto, elemento fondamentale per l'avvio di tale forma di governance. Come è stato rilevato dall'osservazione partecipante e dalle interviste la sede itinerante ha reso gli incontri più stimolanti e ha contribuito all'incentivarsi delle relazioni tra i partecipanti: grazie alla visita iniziale presso le realtà ospitanti i diversi attori sono entrati in relazione e il clima è divenuto sempre più familiare e partecipativo.

A proposito è significativo quanto afferma una partecipante: «È stato molto bello anche andare a visitare le aziende, conoscendole in questo modo: ti da l'anima per fare le cose bene, oltre a offrire l'occasione di prendere qualche spunto per migliorare la propria realtà. È di impatto vedere chi lavora bene, incentiva e sprona a lavorare bene anche te. Inoltre sono stati completi nell'illustrare le possibilità che ci sono, anche la lezione frontale iniziale è stata molto utile per capire di cosa si trattava». Inoltre grazie alle tecniche di partecipazione adottate i presenti sono stati pienamente coinvolti e attivati durante gli incontri. Tutti hanno così potuto dare il loro contributo alle decisioni prese, agli scopi e ai piani d'intervento rielaborati poi dai consulenti: la natura delle decisioni è stata di tipo collettivo come previsto dalla governance territoriale.

Le tecniche di partecipazione hanno dunque stimolato le capabilities degli attori responsabilizzandoli in quanto cittadini di un territorio: le potenzialità latenti dei partecipanti sono state pienamente (ri)attivate e gli attori si sono sentiti parte di una realtà comune da valorizzare. I presenti non hanno così delegato ai consulenti i piani d'intervento e le decisioni prese, ma ci sono arrivati insieme a partire dalle proprie idee e potenzialità. In tal senso è stato attivato un processo di empowerment: la comunità (in questo caso formata dal gruppo presente al Laboratorio) non è più un oggetto passivo che subisce le decisioni prese dall'alto, ma è diventata attiva protagonista dei progetti e dei piani di intervento territoriali. È stato così avviato un elemento fondamentale per la creazione di una governance in quanto le risorse e le potenzialità per realizzare un cambiamento costruttivo sono state attivate dalla comunità stessa.

La forma propria della governance sperimentalista, la poliarchia deliberativa diretta, è stata così attuata. La modalità di lavoro è stata poliarchica in quanto le unità centrali (la Regione in questo caso) hanno affidato a quelle locali (la Camera di Commercio come promotrice, i consulenti di Focus Lab come guide e le realtà aderenti in quanto parte dei processi decisionali) il Progetto, le modalità di svolgimento e le azioni da effettuare al riguardo. Il principio di sussidiarietà, alla base della governance territoriale, grazie al coordinamento tra unità locali e centrali è stato così applicato. I partecipanti non sono stati lasciati a sé stessi, ma la guida e il coordinamento sono stati affidati a degli esperti come la governance sperimentalista prevede; Deliberativa in quanto tutti i soggetti sono stati coinvolti nelle decisioni prese e si sono affidati al dialogo e al confronto reciproco; Infine diretta vista l'assenza di mediazioni istituzionali e il coinvolgimento diretto dei partecipanti. I riferimenti degli attori presenti ai Tavoli e le sessioni formative iniziali hanno riguardato inoltre esperienze concrete.

L'avviamento di una forma di poliarchia deliberativa diretta non è stato tuttavia di facile attuazione in quanto molti partecipanti non erano informati riguardo la tematica della RSI. Questo ha implicato un aspetto positivo perché ha dato l'input per il nascere di una forma di partecipazione nuova a livello territoriale, ma anche uno negativo. Come hanno riscontrato i consulenti a seguito dell'intervista, molti partecipanti non essendo abituati a tali tecniche hanno fatto fatica a prendere parte attiva al Laboratorio: «Inoltre i partecipanti andavano stimolati molto e alcuni non avevano molta consapevolezza e idee sul da farsi, proposte molto astratte insomma e poco concrete» afferma un consulente. Del resto tali tecniche di partecipazione presentano il rischio che i partecipanti non sappiano come intervenire. In questo caso grazie alla guida dei consulenti i presenti non si sono trovati abbandonati a sé stessi e l'esito delle tecniche adottate è stato positivo. La stessa governance sperimentalista, come visto precedentemente, prevede il coordinamento di esperti del settore. Grazie alla guida dei consulenti e alle informazioni fornite ai partecipanti all'inizio degli incontri riguardo le tematiche affrontate è stato dunque possibile avviare un confronto aperto e partecipativo. Una forma di poliarchia deliberativa diretta è stata così attuata stimolando la partecipazione dei presenti e le relazioni tra gli attori. È stato così (ri)attivato un pensiero riflessivo per cui i partecipanti sono stati messi nell'ottica di agire al meglio in relazione con gli altri.

Un altro punto riguardante la governance sperimentalista è stato soddisfatto: non c'è stata una progettualità fissa e prestabilita, ma i progetti sono stati rivisti e realizzati di volta in volta durante gli incontri. I consulenti hanno permesso di rivedere e pianificare le azioni incontro per incontro tenendo conto dei pareri e delle correzioni di tutti. Questo ha fatto si che tutti gli attori si sentissero parte dei progetti e del Piano d'Azione emerso. L'apprendimento è stato così soggetto a una revisione continua. Le procedure decisionali sono state quindi consensuali in quanto i consulenti hanno cercato di conciliare gli interessi di tutti gli attori attuando il paradigma conciliativo.
Infine c'è stata la massima trasparenza durante tutto il percorso. I partecipanti erano informati di tutti i progetti e delle decisioni prese dai consulenti. La Regione inoltre è stata informata dalla Camera di Commercio delle modalità di svolgimento e dei risultati e i progetti emersi dal Laboratorio.

L'avvio di una forma di governance sperimentalista per cui, come detto precedentemente, tutti i partecipanti si sono sentiti coinvolti e hanno preso parte alle decisioni prese ha stimolato la conoscenza reciproca e dunque la rete tra le diverse realtà. In particolare la permanenza delle stesse persone nel gruppo prescelto ha fatto si che si approfondisse la conoscenza tra chi maggiormente interessato alle stesse tematiche. Quest'aspetto ha incentivato una futura collaborazione e messa in rete delle risorse tra i partecipanti di un stesso Tavolo, ma non solo: la modalità di svolgimento ha previsto diversi momenti in cui tutti i partecipanti erano liberi di confrontarsi, dalla visita iniziale e le sessioni formative al momento conviviale. Questo elemento è stato fondamentale per la nascita della collaborazione tra i Tavoli e l'avvio di una rete sostenibile. Come si vedrà meglio in seguito tra alcuni partecipanti al Tavolo sulla Green Economy e altri appartenenti al Tavolo sulle Partnership è nata una collaborazione e l'inizio di una rete sostenibile.

In conclusione grazie alla modalità di svolgimento e alle tecniche di partecipazione il Laboratorio ha attuato una forma di governance sperimentalista durante gli incontri che ha permesso l'avvio di un rete sostenibile. Questo in quanto, come risultato dall'analisi precedente, è stato attivato un processo di empowerment, adottata una forma di poliarchia deliberativa diretta e garantita la massima flessibilità e trasparenza durante tutto il percorso. Tutti questi elementi hanno favorito il nascere di una rete di relazioni positive tra i partecipanti e dunque di una futura collaborazione. Ora sarà misurato se, nel limite del possibile visto il poco tempo avuto a disposizione, tale forma di governance ha avuto un impatto concreto sul territorio e che tipo di ostacoli si sono presentati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Un esperimento di Governance territoriale sostenibile: il laboratorio sulla responsabilità sociale d'impresa di Piacenza

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Informazioni tesi

  Autore: Gaia Vitali
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Sociologia
  Relatore: Elena Macchioni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 206

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Parole chiave

sostenibilità
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