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Accessibilità dei Siti Web nella Pubblica Amministrazione: Principi, Norme e Buone Pratiche

L'etica nella professione a servizio della PA

Preso atto della volontà politica, espressa nella normativa vigente, è compito delle istituzioni stabilire se siano maturi i tempi affinché l'esercizio dell'attività di creazione di prodotti software e di fornitura di servizi informatici debbano essere regolamentati da un codice etico, attraverso un Ordine professionale, come per le altre professioni le cui attività possono avere riflessi sulla sicurezza dell'intera società. L'argomento è all'ordine del giorno tra gli intellettuali addetti ai lavori, in cerca delle soluzioni per i rischi e le conseguenze che si possono presentare, a causa della penetrazione attraverso Internet nella vita quotidiana e privata, anche in modo inconsapevole da parte del singolo, da parte di agenti esterni.

Si pensi, ad esempio, all'estensione dell'impiego delle tecnologie dell'Internet of Things, utilizzate nella produzione di elettrodomestici dotati di sensori in grado di raccogliere e trasmettere informazioni quali posizione geografica, preferenze, presenza in casa; alla robotica e alla varietà di discipline coinvolte nella creazione di macchine, particolarmente se antropomorfe (roboetica); all'esercizio dell'e-democracy e dell'e-voting con i rischi di condizionamento di massa; il controllo lavorativo a distanza, e tanto altro ancora.
A maggior ragione la questione deve essere posta, quando si tratta di riflessi sulla vita delle persone delle fasce più deboli.

In attesa degli obblighi di comportamento professionale, che proverranno, presto o tardi, dalla legge, possiamo qui fare mente locale su alcuni aspetti dell'attività della professione di informatico, svolta per conto della Pubblica Amministrazione, che sono e saranno ineludibili, e che ogni professionista può intanto condividere sul piano etico/morale.

Possiamo partire dall'esistenza di un Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, emanato in attuazione della legge anti-corruzione (DPR n.62, 16 aprile 2013), in linea con le raccomandazioni OCSE in materia di integrità ed etica pubblica, a tutela del decoro, del prestigio e quindi dell'immagine dell'amministrazione pubblica. Il Codice indica i doveri di comportamento, indipendentemente dalla mansione specifica di ciascuno, non solo dei dipendenti delle PPAA, ma anche dei collaboratori esterni a qualsiasi titolo (art.2 c.3), al fine di assicurare la qualità dei servizi.

Dal momento che “è fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarlo e farlo osservare”, esso costituisce una fonte imprescindibile su quelli che sono i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta a cui ogni dipendente o collaboratore esterno può ispirarsi quotidianamente. Il Codice di comportamento ci ricorda che il dipendente pubblico osserva la Costituzione e svolge i propri compiti nel rispetto della legge, perseguendo l'interesse pubblico.

L'art.3, comma 4, dice che “Il dipendente esercita i propri compiti orientando l'azione amministrativa alla massima economicità, efficienza ed efficacia”. Nella produzione del software, ciò significa che il responsabile dovrebbe saper scegliere una metodologia di progettazione e saperla applicare con la flessibilità che il caso specifico richiede, nell'ambito della materia dell'Ingegneria del software. L'Ingegneria del software, infatti, nata negli anni '60, è una disciplina ormai matura, ed è nata dall'esigenza che lo sviluppo del software diventasse una scienza ingegneristica, con basi teoriche e sperimentali, al fine di tenere sotto controllo i tempi, i costi, e la qualità della produzione. Non risponde ad alcun criterio di economicità, efficienza ed efficacia, un approccio superficiale e pioneristico alla creazione dei siti istituzionali, che devono essere considerati come un servizio al cittadino e progettati secondo normativa, e non come una vetrina per la visibilità del ministro o del dirigente.

In tema di orientamento dell'azione amministrativa all'economicità, efficienza ed efficacia, occorre evidenziare che l'Agenda digitale italiana necessita, per la sua esplicazione, di una gestione integrata delle fonti di finanziamento nazionali e comunitarie. Di qui scaturisce la necessità, nel campo delle iniziative di innovazione digitale, della coerenza con il Piano triennale per l'informatica nella Pubblica Amministrazione, raccordandosi con gli investimenti fatti per produrre applicativi standard nazionali. Perseguendo con la politica delle iniziative locali, a strenua difesa dell'autonomia di ogni singola amministrazione, non ci saranno mai fondi sufficienti a garantire l'omogeneità dei servizi digitali al cittadino. Da un censimento del 2015, sappiamo che le pubbliche amministrazioni sono circa 13.820. Nel Piano triennale per l'informatica 2017-2019, nella descrizione del Contesto di riferimento (pag.9-10), si evidenzia che, a fronte di 32.000 dipendenti pubblici impiegati nell'ICT (comprensivi di PAC e PAL), esistono oltre 25.000 siti web. Da questi numeri si può dedurre che il sito non è stato inteso come un servizio digitale, ma come un “nice-to-have”, forse come un'occasione su cui esprimere una creatività altrimenti inespressa. La riduzione della spesa, descritta nel Piano triennale (pag.91 e segg.) e un maggiore controllo da parte di AGID avranno, da una parte, un effetto decongestionante nell'affare dell'Informatica pubblica, e dall'altra un miglioramento della qualità dell'offerta.

L'art.3, comma 5, del citato Codice di comportamento dice che rispetto ai destinatari dell'azione amministrativa “il dipendente assicura la piena parità di trattamento a parità di condizioni, astenendosi, altresì, da azioni arbitrarie che abbiano effetti negativi sui destinatari dell'azione amministrativa o che comportino discriminazioni basate su sesso, nazionalità, origine etnica, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credo, convinzioni personali o politiche, appartenenza ad una minoranza nazionale, disabilità, condizioni sociali o di salute, età e orientamento sessuale o su altri diversi fattori”. Nella produzione del software, col quale si realizzano gli strumenti digitali con i quali si erogano servizi pubblici, il principio alla base di questa norma non può che riportarci al dovere di produrre nel rispetto della normativa sull'accessibilità. La disponibilità di risorse (capacità di calcolo, software free per la produzione applicativa, collegamenti di rete, competenze tecniche diffuse, ecc. ecc) non giustifica l'abbandono delle cosiddette “buone prassi” nella progettazione e nella corretta conduzione dei progetti, il che potrebbe essere definito, alla luce della normativa vigente, una pratica arbitraria.

All'art.8 c.1, il Codice di comportamento dice che “il dipendente … segnala al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito nell'amministrazione di cui sia venuto a conoscenza.” Nella produzione del software, ciò vuol dire che ognuno, al proprio livello di competenza (analisi, progettazione, codifica, test, istruzione, ecce cc.), quando si accorge che la produzione in economia è destinata a non rispettare la finalità pubblica, anche solo per qualche aspetto, è tenuto a segnalarlo al proprio diretto superiore.

Analogo comportamento è richiesto in occasione di accordi finalizzati ad atti negoziali, nonché nella fase di esecuzione di contratti di fornitura di software. Se il dipendente riceve rimostranze orali o scritte sull'operato dell'ufficio, ne informa immediatamente, di regola per iscritto, il proprio superiore gerarchico o funzionale (art. 14 c.5).
Nello spirito dei principi dello stesso Codice, se il superiore riceve segnalazioni il cui contenuto non è in grado di comprendere o di interpretare, perché espresse in termini specifici e tecnici, le ndirizzerà al funzionario competente della medesima amministrazione affinché le riconduca al linguaggio giuridico/amministrativo. Se, infatti, il principio del rinvio per competenza è valido per i rapporti con il pubblico (art.12), sarebbe irrazionale che non possa utilmente essere adottato anche nei rapporti interni. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Accessibilità dei Siti Web nella Pubblica Amministrazione: Principi, Norme e Buone Pratiche

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Informazioni tesi

  Autore: Fiorella Ragni
  Tipo: Tesi di Master
Master in Internet Ecosystem: Governance e Diritti
Anno: 2017
Docente/Relatore: Marina Buzzi
Istituito da: Università degli Studi di Pisa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 42

FAQ

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Parole chiave

comunicazione pubblica
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siti web pubblici

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