Il ruolo dell'Infermiere nella Riabilitazione Cardiologica
Identificazione del paziente che necessita della Riabilitazione Cardiologica
Grazie ai continui progressi nelle tecniche operatorie, nella protezione miocardica e nelle cure perioperatorie si è assistito negli ultimi anni, in Italia, ad un significativo cambiamento della tipologia del paziente cardiopatico.
Tuttavia, se la progressiva riduzione della durata dell’ospedalizzazione ha diminuito in maniera considerevole il decondizionamento fisico, la degenza breve e orientata alla soluzione esclusiva del problema acuto, non consente un adeguato intervento di stratificazione del rischio residuo, che è invece in grado di realizzare la riabilitazione cardiologica, la quale consente di effettuare una valutazione funzionale e globale dell’individuo, e di attuare tutte le strategie terapeutiche ed educazionali per la ripresa di un buono stato di salute.
Infatti, qualche anno fa tali programmi venivano essenzialmente proposti a pazienti sopravvissuti ad un infarto miocardico non complicato ed avviati all’ attività fisica (che ricordiamo essere la componente principale dei suddetti programmi), in modo tardivo dopo l’esito acuto, adesso alcune strategie riabilitative sono state proposte con successo anche ai pazienti post IMA e post-angioplastica, altresì a coloro che hanno subìto un intervento di bypass aortocoronarico o di sostituzione valvolare, ed è stata particolarmente utile anche in pazienti con scompenso cardiaco cronico. (29) (30)
Risulta pertanto evidente che, questo nuovo contesto sanitario, abbia fatto si che le indicazioni alla cardiologia riabilitativa subissero importanti variazioni in rapporto all’evoluzione demografica e alla caratteristica dei pazienti. Da questa evidenza ne scaturisce la necessità di selezionare delle categorie per le quali il trattamento riabilitativo è da considerare non solo utile ma imprescindibile, e di valutare in modo sistematico nel singolo paziente anche le autonomie, la comorbilità e la deprivazione: gli indici come la scala Functional Independence Misure, l’ indice di Charlson e la Cumulative Illness Rating Scale, permettono di definire in modo oggettivo, adeguato e a priori, i pazienti da privilegiare nell’accesso alle strutture cardio-riabilitative. (31)
Il criterio principale per la selezione dei pazienti da avviare al percorso riabilitativo è il livello di rischio: sebbene si “favoriscano” i pazienti a rischio più elevato, risulta tuttavia necessario riformulare l’offerta riabilitativa, mettendo a disposizione anche per i pazienti a medio e basso rischio un servizio di riabilitazione che sia, seppur non di tipo ospedaliero ma ambulatoriale, altrettanto valido ed efficace.
Le Linee Guida Nazionali riportano le categorie principali alle quali si rivolge il percorso riabilitativo dove, per ogni classe di pazienti, verranno identificati quelli a più elevato rischio:
- pazienti sottoposti ad interventi cardiochirurgici;
- pazienti con recente sindrome coronarica acuta;
- pazienti con scompenso cardiaco;
- pazienti candidati o portatori di dispositivi (pacemaker, defibrillatore, ecc). (32) (33)
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il ruolo dell'Infermiere nella Riabilitazione Cardiologica
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Informazioni tesi
Autore: | Martina Molinari |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Carlo Vigorito |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 67 |
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