La lingua delle canzoni di Ligabue
Dal racconto al film
Come accennato, il film Radiofreccia si basa sostanzialmente sui racconti pubblicati da Ligabue nel’97 e racconta la storia «di un gruppo di ragazzi e di una radio che nasce in maniera pioneristica negli anni Settanta». Tra questi ragazzi ce n’è uno tossicodipendente di nome Freccia, chiamato così «per via di una voglia a forma di punta di freccia sulla guancia destra». Oltre a “farsi di pere” Freccia è tossico anche di un amore non corrisposto, tanto che questa dipendenza gli fa riprendere quella dall’eroina.
Nel racconto Il girotondo di Freccia la “tossicità” del protagonista è la causa principale della sua morte e viene ripresa con drammaticità anche nel film. Uno dei momenti centrali della pellicola è la scena dei “credo”, che Ligabue ha voluto girare muovendo la macchina da presa come volesse sbucciare un frutto e “denudare” delle sue paure il protagonista. Perciò Radiofreccia è «un film specifico, su una storia specifica, successo in un posto specifico in un momento specifico» e non un semplice ritratto generazionale.
Per Ligabue la scrittura della sceneggiatura è un’attività molto pratica, per cui - se si seguono alla lettera le indicazioni del regista - ogni parola e ogni azione potranno diventare immagini e suoni. Ligabue sostiene che «può succedere che si ricavino brutti film da belle sceneggiature ma di certo non si possono ricavare bei film da brutte sceneggiature» e nota come la regia sia molto più difficile della scrittura della sceneggiatura, perché fare il regista comporta una maggiore responsabilità. Se è vero che c’è continuità tra la scrittura di un racconto e la scrittura di un film, è altrettanto vero che rispetto al testo originale alcune battute possono subire delle modifiche.
Vediamo qualche esempio prendendo in considerazione le battute del racconto Il girotondo di Freccia e quelle della scena corrispondente al film.
• Nel racconto il protagonista dice: «Mi dicevi che ti piacciono i Bmw, no? Come lo vedi questo?». La ragazza gli risponde: «Il mio nuovo amico ha qualcosa di meglio del Bmw». L’unica risposta di Freccia fu: «Ah!» e, deluso, decise di portare la macchina nella campagna più vicina per darle fuoco. Poi tornò in centro a piedi e trovò una De Tomaso Pantera con la quale tornò dalla ragazza. «Dici che questa basta?» le chiese seduto sul tettuccio. «Non hai capito niente. Le macchine non c’entrano. È che mi è passata, capito? Preferisco non vederti più e basta» rispose lei. «Basta saperlo», chiuse lui.
• Nel film, invece, il protagonista afferma: «Ti piacciono i Mercedes?! Cosa ne dici di questo?». La ragazza risponde: «Tutto qui? Mmh..speravo meglio sai?» Dopo aver bruciato l’auto, Freccia trova una Bmw e torna da lei. Dopo aver citofonato insistentemente, la ragazza si affaccia alla finestra. «Questa basta?» chiese lui. «Mi deludi proprio “ciccio”. Un figo come te su una macchina da “papponi”?», rispose lei. «Te ne intendi di macchine da “papponi” eh?! E non chiamarmi “ciccio”. Fra cinque minuti passo con una corriera. Aspettami alzata, tesoro!».
Da queste battute è evidente come, rispetto al linguaggio letterario e pacato del racconto, nel film si usa una lingua più diretta ed enfatica caratterizzata anche da parole gergali come figo, ciccio e papponi.
Per quanto riguarda Da zero a dieci, invece, Ligabue racconta la storia di quattro ragazzi «che vanno sulla riviera romagnola per rievocare un weekend drammatico di vent’anni prima», ovvero la morte del loro quinto amico nella strage di Bologna. «Questi quattro ragazzi» sostiene Ligabue «sono persone scomode, tutt’altro che compiacenti: sono rimasti incastrati negli effetti di quella morte. Cercano disperatamente di chiudere quella pagina, vent’anni dopo, con effetti opposti alla loro intenzione». Questa complessità, vissuta però da una sola persona, diventa il motivo centrale della scrittura di Ristretto vuol dire ristretto dimostrando, ancora una volta, come esista un “continuum” tra letteratura e cinema.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La lingua delle canzoni di Ligabue
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Informazioni tesi
Autore: | Martina Di Pofi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Cassino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Giuseppe Antonelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 45 |
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