Cibo, identità e territorio: narrazioni contemporanee sul patrimonio alimentare lucano
Il cuoco lucano: il topico, la cibosofia e l'archeogastronomia
Come ci ricorda Michela Badii, l'antropologo Christian Bromberger afferma che il valore culturale e simbolico alla base dei processi di patrimonializzazione risiede «nei criteri con cui vengono selezionati i beni materiali che vengono 'patrimonializzati'».
Per Michela Badii questo processo di selezione è un fatto sociale complesso e quindi non basta smascherare l'artificiosità di certe dinamiche nella messa in scena della tradizione, di cui, tra l'altro, bisogna necessariamente considerare anche la dimensione politica. Piuttosto le sembra utile analizzare «le pratiche di costruzione o decostruzione di oggetti-valore, o, in altri termini, il tentativo di definire oggetti e identità attribuendo loro, per mano di attori sociali, l'etichetta di autenticità e storicità.».
Quando ho preso contatti con Federico Valicenti, chef lucano il cui ristorante situato nel cuore del Parco Nazionale del Pollino rientra tra i duecentosessanta della categoria Bib Gourmand della Guida Michelin 2017, ho avuto la sensazione di avvicinarmi a un uomo con tutta la Lucania dentro.
Credo che se fosse davvero possibile dare una forma antropomorfa alla mia terra avrebbe la sembianze di Federico Valicenti. Probabilmente questa affermazione rischia di togliere credibilità alla trattazione che segue quindi provo a giustificarla: Valicenti non risponde semplicemente a delle domande, piuttosto organizza per me un percorso narrato lungo tutta la mia terra. Lo chef (termine con il quale non preferisce essere definito perché presuppone una tecnica culinaria legata alle accademie che ammette di non avere) è nato, vive e lavora a Terranova del Pollino, un paese di poco più di mille anime, circondato da monti e verde a perdita d'occhio.
Quando concordiamo l'appuntamento mi dice che da Potenza ci vorranno circa due ore di viaggio. Mi aspetta un viaggio bellissimo, su strade poco battute che sembrano portare in un altro mondo, per me quasi una specie di Terra di Mezzo di Tolkien e ad attendermi c'è un personaggio dello stesso physique du rôle di Gandalf il Grigio: Valicenti è saggio, carismatico, spontaneo e affabile. Mi accoglie nel suo ristorante, incredibilmente vuoto per essere mezzogiorno di un venerdì di sole settembrino caldissimo. Mi fa accomodare a uno dei tavoli esterni che affacciano sul panorama del Pollino da cui mi alzerò dopo circa un'ora e mezza sazia di bellezza e racconti.
Sembra aver capito perfettamente cosa mi interessa sapere e inizia a parlare senza il bisogno di domande o chiarimenti preliminari. Inizia facendo riferimento a Slow Food, di cui approva la filosofia, ma al tempo stesso crede che, nel caso specifico dei presidi, ci sia anche una forzatura nella scelta dei prodotti presidiati. Soprattutto perché manca alla base una ricerca archeogastronomica seria della ricchezza alimentare della regione.
La pera signora non significa niente. Noi abbiamo quattrocentododici tipi di pere in Basilicata. Cioè, è una goccia nell'acqua… Poi loro fanno marmellate, invece la pera prima veniva conservata nel vino, poi veniva fritta con il maiale, le pere venivano essiccate, le pere c'erano prima delle mele. Le mele sono arrivate in Basilicata con i livellanti, che erano quelli che venivano a bonificare i territori, che venivano quasi sempre dal Veneto perciò c'è il rafano nella loro zona… perché ci sono stati i bonificatori veneti non perché lo ha portato Federico II. Federico II in Germania c'è stato una sola volta. Ci sono tanti piccoli falsi storici ma più per darsi un tono che per…
Ciò che Valicenti chiama 'falsi storici' sono quelli che Berardino Palumbo chiama «retoriche politiche di produzione della tradizionalità». Per l'antropologo è il momento di ammettere che «la 'tradizione' è un invenzione della 'modernità'» e il compito dell'etnografo è indagare le dinamiche che portano all'identificazione e alla selezione dei beni da eleggere a patrimonio, tra le quali il riferimento al passato e alle origini antiche di un prodotto. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Cibo, identità e territorio: narrazioni contemporanee sul patrimonio alimentare lucano
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Giovanna D'Andrea |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Siena |
Facoltà: | Dipartimento di scienze sociali, politiche e cognitive |
Corso: | Antropologia e linguaggi dell'immagine |
Relatore: | Fabio Mugnaini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 158 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi