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La libertà di stampa in America Latina: i media venezuelani tra censura e resistenza

La libertà della stampa nel mondo: la classifica RSF

Reporter senza frontiere è un’associazione non governativa indipendente formata da giornalisti provenienti da tutto il mondo che si sono posti come obiettivo la difesa della libertà di informazione. Nella dichiarazione d’intenti dell’associazione viene chiarito che se ai giornalisti si impedisce di raccontare le violazioni dei diritti umani e denunciare gli abusi di potere, non sarà mai possibile lottare per un mondo migliore e più giusto. Pertanto i membri dell’associazione ritengono che la libertà di stampa e di espressione sia di primaria importanza.

RSF ha la sede principale a Parigi ma può contare su sedi e corrispondenti in 180 paesi. I valori fondamentali che porta avanti sono: garantire il rispetto di tutte le libertà e della dignità umana, promuovere la democrazia e favorire lo sviluppo economico e sociale.

Dal 1985, anno della sua fondazione, l’associazione si impegna a diffondere notizie e comunicati sullo stato di salute dell’informazione e a pubblicare un rapporto annuale sulla libertà di stampa nel mondo. Inoltre un barometro presente sul sito riporta i dati periodicamente aggiornati sugli attacchi alla libertà di stampa: una macabra conta del numero di giornalisti, collaboratori e reporter non professionisti uccisi e di quanti invece sono stati privati della libertà a causa del proprio lavoro. Sono poi riportati in dettaglio i loro nomi e il paese dove si trovavano.

I dati aggiornati al 2017 riportano cifre allarmanti: in tutto 66 morti e 318 in prigione. Tra i paesi più pericolosi per i giornalisti spiccano il Messico, la Siria e l’Iraq, rispettivamente con 11, 12 e 8 giornalisti uccisi, ma anche la Cina, dove ben 54 giornalisti (professionisti e partecipativi) sono detenuti in carcere.

La Classifica Annuale della Libertà di Stampa, pubblicata ogni anno, rileva il grado di libertà su cui possono contare i mezzi di comunicazione di 180 paesi. Questo strumento permette all’associazione di informare sui progressi e i peggioramenti degli Stati per quello che concerne le libertà fondamentali. La metodologia utilizzata è la somministrazione di un questionario a una selezione di professionisti esperti. I dati rilevati dalle risposte, vengono confrontati con i dati riguardanti gli attacchi alla stampa che si sono verificati nelle diverse aree geografiche durante l’arco di tempo considerato.

Gli indicatori da rilevare mediante il questionario sono: pluralismo, indipendenza dei mezzi di comunicazione, ambiente di lavoro e autocensura, cornice legislativa, trasparenza, qualità delle infrastrutture e aggressioni ai danni di professionisti dell’informazione. Sia dal questionario che dal registro delle aggressioni si ricava un punteggio, entrambi i punteggi determinano la posizione dello Stato in questione nella classifica finale. Maggiore è la votazione, minore la libertà della stampa.

I paesi con un punteggio compreso tra 0 e 15 posso vantare una situazione soddisfacente della libertà di stampa e si collocano nella zona bianca dell’info-grafica, in cima alla classifica; nei paesi con un punteggio compreso tra 15,1 e 25 la situazione della libertà di stampa è abbastanza buona, questi si collocano nella zona gialla; nella zona arancione invece si situano i paesi che ottengono un punteggio compreso tra 25,1 e 35, in questi paesi i mezzi di comunicazione affrontano problemi notevoli; i paesi più pericolosi invece sono quelli che si collocano nella zona rossa e soprattutto nella zona nera; ai paesi con un punteggio compreso tra 35,01 e 55 è assegnato il colore rosso, che rappresenta una situazione difficile mentre in fondo alla classifica c’è la zona nera dove si collocano i paesi in cui la situazione è molto grave, a questi è assegnato un punteggio compreso tra 55,01 e 100.

L’edizione del 2017 mostra l’aumento del numero di paesi in cui la condizione della libertà di stampa è degenerata da grave in molto grave, per esempio in Burundi. Sul suo sito RSF afferma che la stampa non è mai stata così minacciata come è oggi, soprattutto nei paesi che si trovano in fondo alla classifica: Turkmenistan, Eritrea e Corea del Nord.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La libertà di stampa in America Latina: i media venezuelani tra censura e resistenza

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Informazioni tesi

  Autore: Betty Mammucari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Elena  Valentini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

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