Il Giappone: dall'isolazionismo al ruolo di grande potenza
Il Giappone nel mondo contemporaneo
Lo SCAP, decise di dare una continuità di governo al Giappone; difatti, l'imperatore Hirohito e gli ufficiali di polizia mantennero invariate le loro posizioni. Vennero invece rimossi dai loro incarichi gli alti gradi militari perché ritenuti responsabili della guerra e della degenerazione del Giappone. Inoltre, lo SCAP decise di liberare i prigionieri politici presenti nel territorio giapponese, rendere nuovamente legale il Partito comunista, rivedere i diritti civili e sindacali e, infine, di cancellare l'adesione obbligatoria al culto che vedeva l'imperatore come una divinità.
Nel 1946, infatti, l'imperatore Hirohito, rilasciò la “dichiarazione di natura umana”, nella quale affermava la propria natura umana. Il testo della dichiarazione venne ideato dallo SCAP e venne formulato in maniera tale che si rivolgesse sia ai giapponesi che agli Alleati. Hirohito, dunque, da monarca assoluto, in seguito alla dichiarazione rilasciata, sarebbe diventato un sovrano costituzionale. Inoltre, il 10 aprile dello stesso anno, si svolsero le prime elezioni giapponesi a suffragio universale nelle quali l'affluenza alle urne fu massima; infatti votarono il 78,52% degli uomini e il 66,97% delle donne. Le elezioni furono vinte da Shigeru Yoshida.
Nel 1947, si riunì, sempre per volontà dello SCAP, l'assemblea costituente giapponese con lo scopo di approvare una nuova costituzione. Nel settembre dello stesso anno, entrò in vigore una costituzione federale. Essa, prevedeva un sistema parlamentare bicamerale, la protezione di alcuni diritti fondamentali e il ruolo di capo dello stato simbolico dell'imperatore privato di ogni potere effettivo. In particolare, l'articolo 9 della costituzione prevede la rinuncia definitiva del popolo giapponese alla guerra.
L'inflazione formatasi in Giappone durante la seconda guerra mondiale, portò gli Stati Uniti, il 25 aprile 1949, a fissare il tasso di cambio tra il dollaro americano ($) e lo yen giapponese (¥) a $1= ¥ 360. L'obiettivo degli americani era quello di aiutare il Giappone e gli altri paesi a rendere stabile la loro economia, sulla base dei famosi accordi di Bretton Woods del 1944, che si basava sulla convertibilità del dollaro in oro. Il tasso di cambio tra il dollaro e lo yen rimase invariato fino al 1971, anno in cui, il presidente degli Stati Uniti, Nixon, decise di abbandonare il sistema aureo in seguito alla continua richiesta di conversione di dollari in oro. Il Giappone, grazie agli accordi Bretton Woods, riuscirà ad accumulare un surplus finanziario tale da investire nello sviluppo industriale.
L'obiettivo americano di rendere stabile l'economia giapponese dopo la seconda guerra mondiale divenne realtà. L'economia giapponese crescerà in maniera tale che si parlerà di “miracolo giapponese” e il Giappone, nel 1978, riuscirà a diventare la seconda economia più forte al mondo. Questa situazione sarebbe rimasta invariata fino all'anno 2010, quando il Giappone verrà superato dalla Cina Popolare.
Nonostante questo, durante i trent'anni che succedono la seconda guerra mondiale il Giappone non ebbe un'influenza decisiva sull'economia mondiale. Infatti, il governo giapponese molto spesso privilegiava politiche isolazioniste. Questo non permetteva alle compagnie straniere di ricavare capitali dal mercato azionario giapponese. [...]
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Informazioni tesi
Autore: | Elisa Ceraudo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze internazionali e diplomatiche |
Relatore: | Daniela Preda |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 98 |
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