Studiare di più e meglio: un approccio evidence based per potenziare metodi e strategie di studio in allievi con Bisogni Educativi Speciali
Strategie utilizzate tipicamente nell'attività scolastica
Quando si affronta lo studio di un testo, generalmente si mettono in atto, in modo più o meno consapevole, numerose operazioni e strategie che, in parte, possono essere guidate da un piano di studio. In altri casi, non si possono mettere in atto specifiche operazione e lo studio può avvenire in modo discretamente disorganizzato.
Prendendo in esame le rassegne condotte da Hartley nel 1998 e da Cornoldi nel 1986, si possono descrivere una serie di strategie tipicamente utilizzate nell'attività scolastica.
Le diverse strategie evidenziate, e di seguito descritte, sono presentate nel testo “Imparare a studiare” pubblicato da Cornoldi, De Beni con il Gruppo Mt nel 2015.
• Preparazione di una relazione scritta: secondo gli autori, meno del 15% degli studenti universitari scrive una scaletta dei tempi per la preparazione di una relazione scritta, ma la maggioranza di essi traccia uno schema di pianificazione prima della stesura;
• Preparazione all'esame: si afferma come una tecnica di anticipazione mentale del contesto d'esame e la conoscenza delle modalità in cui esso avrà luogo ne facilitano il superamento;
• Ascolto della lezione: porsi nelle condizioni per trarre il massimo profitto dalla lezione permette di avviare il processo di apprendimento in un contesto comunicativo, attivando aree idonee di conoscenza e riconoscendo i temi più rilevanti per il docente; in taluni casi si può ridurre in questo modo di più del 50% il tempo di lavoro personale;
• Prendere appunti: gli autori affermano che su 67 studi passati in rassegna da Hartley, 34 documentano un benefico effetto dell'impegno durante la lezione prendendo appunti, con una correlazione moderata (tra .2 e .5) fra numero di parole annotate e quantità di ricordo; ancora più elevata è la percentuale di studi che dimostrano che gli appunti non servono solo per seguire e fissare meglio una presentazione, ma che è utile rivedere gli appunti che sono stati stilati (Cornoldi, De Beni & Gruppo MT, 2001);
• Ripasso e farsi domande: vi sono numerose ricerche sull'importanza di porsi domande al fine di memorizzare informazioni; a tal fine, le domande più significative permettono tanto di rivedere il contenuto studiato, quanto di organizzarlo (Frase, 1967);
• Rielaborazione profonda e personale: l'assimilazione meccanica e ripetitiva del contenuto di un testo richiede molto più tempo e produce un ricordo ben minore di un'acquisizione basata su una vera comprensione del contenuto e dei suoi elementi più significativi, con un'eventuale rielaborazione personale di questi ultimi; in questo modo lo studente sviluppa anche la percezione che sta studiando non solo per superare l'esame, ma per un suo arricchimento personale, aumentando pertanto la motivazione intrinseca all'apprendimento. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Studiare di più e meglio: un approccio evidence based per potenziare metodi e strategie di studio in allievi con Bisogni Educativi Speciali
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Informazioni tesi
Autore: | Iris Pelizzoni |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | Psicologia |
Anno: | 2017 |
Docente/Relatore: | Francesca Cavallini |
Istituito da: | Università degli Studi di Parma |
Dipartimento: | PSICOLOGIA |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 95 |
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