L’Atto Amministrativo: Vizi e Rimedi
Il recesso
Analizziamo ora l’ultima forma di autotutela messa in atto della pubblica amministrazione, il recesso unilaterale. Disciplinato dall’art. 21-sexies l. n. 241/1990, esso non appartiene alla categoria dei rimedi amministrativi in senso stretto, in quanto è applicabile a rapporti giuridici di carattere privatistico, che vedono dunque come controparte della pubblica amministrazione un soggetto privato e che di conseguenza rientrerebbero nella sfera di competenza del rispettivo diritto. In seguito al recesso, i corrispettivi diritti e doveri in capo alle parti, desumibili dall’atto sottoscritto da esse, perdono la loro caratteristica di obbligatorietà e il contratto viene dunque risolto; inoltre, è giusto sottolineare che, avendo appunto la caratteristica dell’unilateralità, lo scioglimento può avvenire, sebbene solo nei casi previsti dalla legge, per volere esclusivo della pubblica amministrazione, alla quale viene dunque riconosciuto un importante privilegio. Il settore in cui questo rimedio trova la sua applicazione è quello delle opere pubbliche, ambito in cui è riconosciuta alla pubblica amministrazione la possibilità di “recedere dal contratto in qualunque momento previo il pagamento dei lavori eseguiti o delle prestazioni relative ai servizi e alle forniture eseguiti nonché del valore dei materiali utili esistenti in cantiere nel caso di lavoro o in magazzino nel caso di servizi o forniture, oltre al decimo dell'importo delle opere, dei servizi o delle forniture non eseguite”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L’Atto Amministrativo: Vizi e Rimedi
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Informazioni tesi
Autore: | Diego Boggioni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze dell'economia e della gestione aziendale |
Relatore: | Quirino Camerlengo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 45 |
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