L'emergenza Nord Africa e l'accoglienza dei migranti: spunti di riflessione sulle risposte europee e italiane
La gestione e le risposte europee alla crisi migratoria
Le decisioni prese dall’Unione Europea e dagli Stati membri per gestire l’enorme afflusso di migranti che dal 2011 ha investito l’area mediterranea, hanno inciso in maniera significativa sul cambiamento degli scenari di crisi.
La risposta convenzionale
Se ci soffermiamo sulla questione numerica, notiamo che il numero dei migranti che nel 2011 ha attraversato il mar Mediterraneo è cresciuto di quattordici volte rispetto all’anno precedente. Il Trattato Italia-Libia di amicizia, partenariato e cooperazione siglato nel 2008 dal governo Berlusconi con il comandante Mu’ammar Gheddafi, senza entrare nel merito delle criticabili modalità in cui è stato attuato, in ottemperanza anche all’indirizzo politico auspicato dall’Unione Europea sulla sicurezza e la lotta all’immigrazione irregolare nel Mediterraneo, aveva frenato in maniera importante gli arrivi sulle coste italiane (si parla di circa 40.000 arrivi nel 2008 e di circa 11.000 e 4.500 rispettivamente per gli anni 2009 e 2010).
Con le rivolte popolari del Nord Africa e la caduta del regime del Rais però, il sistema di contenimento dei flussi è venuto meno e alla massa di tunisini e sub-sahariani in fuga dalle proprie terre si sono aggiunti profughi provenienti da una vasta area che va dal Corno d’Africa all’Afghanistan.
Le istituzioni europee spinsero per una rigida attuazione del regolamento di Dublino II, in base al quale l’esame di una domanda di asilo deve essere presentata nel primo Stato membro dell’Unione in cui il richiedente ê venuto a trovarsi.
Il principio che ha portato alla formulazione di questa normativa aveva in origine una sua logica, ovvero quella di impedire che nessun rifugiato potesse essere rimandato indietro dove la sua vita fosse stata in pericolo, in linea con il principio di nonrefoulement.
Il limite di questo regolamento però, sta nel non tenere in conto che sia necessaria una equa ripartizione nell’accoglienza dei richiedenti. Con questa carenza nel sistema di accoglienza, l’Europa ha dunque sostanzialmente scaricato l’onere di analizzare le richieste di asilo sui soli Paesi di confine, Italia e Grecia in primis, aumentando in maniera esponenziale la pressione sugli Stati di frontiera. In concreto, questi Stati erano chiamati a respingere tutti gli immigrati irregolari con l’eccezione dei richiedenti asilo dei quali si dovevano accertare i requisiti che gli avrebbero consentito di beneficiare di una forma di protezione. Ogni Stato membro però, ha poi attuato una politica differente in base alle decisioni del proprio Governo, all’oscillazione dell’opinione pubblica e alle proprie capacità di accoglienza.
La prima risposta delle istituzioni europee ha seguito quindi i mezzi convenzionali per la gestione dell’immigrazione irregolare.
Questo atteggiamento però non ha tenuto in conto molti fattori delle migrazioni che si stavano verificando, ovvero della natura largamente forzata di tali movimenti, del suo non essere un fenomeno momentaneo e soprattutto è stato trasmessa ai cittadini europei l’idea che l’Unione Europea avesse già in mano gli strumenti per fronteggiare al meglio quello che i partiti populisti definivano come una minaccia alla sicurezza interna.
Le continue tragedie del mare che portarono alla morte di migliaia di persone, scossero però l’opinione pubblica scatenando anche l’indignazione della stampa internazionale e di numerose organizzazioni internazionali. Questo clima giocò un ruolo nello spingere l’Italia a distanziarsi dalla complicità con la policy europea e a dichiarare necessarie misure umanitarie volte al salvataggio dei migranti in pericolo.
Il 18 ottobre 2013 fu quindi messa in atto l’Operazione Mare Nostrum, un’operazione di Search and Rescue (SAR) come previsto dai trattati del diritto del mare.
L’Operazione Mare Nostrum (18 ottobre 2013 – 31 ottobre 2014)
La posizione geografica e la morfologia del suo territorio, con svariati chilometri di coste difficili da controllare nella loro interezza, rendono l’Italia una meta privilegiata per gli arrivi via mare dei migranti. Il nostro Paese però, non avendo programmato preventivamente un sistema adeguato di gestione di grandi afflussi migratori, si è trovato a coordinare, spesso in maniera poco organizzata, secondo gli imperativi dell’emergenzialità e della temporaneità una situazione di crisi destinata a durare a lungo e ad accrescersi in proporzioni.
Con l’Operazione Mare nostrum (da ora in poi OMN) però, il governo Letta ha dato prova di fronte al mondo di grande umanità facendosi interprete di quel dovere morale che è proprio della vita di mare e sancito anche dallo stesso Diritto del Mare, ovvero il soccorso incondizionato da parte dei naviganti nei confronti di altri naviganti in situazione di difficoltà. L’OMN ha così disgiunto la questione del controllo e della sicurezza da quella del soccorso umanitario.
Anche con l’ausilio di organizzazioni non governative come Save the Children (che ha messo a disposizione personale specializzato come medici, mediatori cultuali e operatori legali), il Governo italiano ha stanziato svariati mezzi navali e velivoli della Marina militare, Polizia e Carabinieri, per una buona riuscita delle operazioni di soccorso che, sotto il coordinamento della Guardia costiera, hanno portato al salvataggio di quasi 170.000 persone nell’anno a cavallo tra il 2013 e il 2014 a fronte delle 5.000 del biennio 2011/2012.
Il governo italiano sottolineò a livello internazionale quanto la crisi che si stava affrontando fosse di tipo umanitario e che, anche per la sua ampiezza, fosse necessario e doveroso uno sforzo comune di tutti gli Stati membri, o meglio dell’Unione nel suo insieme. La svolta sembrava fosse arrivata nell’ottobre 2014 quando si accettò a livello europeo che l’Unione dovesse assumersi i costi di rispondere all’emergenza umanitaria. La Commissione fu quindi incaricata di pianificare un approccio comprensivo alla crisi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'emergenza Nord Africa e l'accoglienza dei migranti: spunti di riflessione sulle risposte europee e italiane
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Nicola Fiorentini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Luciano Bardi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi