Le adozioni nel diritto di famiglia: Profilo giuridico-fiscale, commerciale.
Srumenti di protezione dei minori stranieri non accompagnati
La materia della protezione del minorenne, è una materia molto complessa, riguarda il trattamento dei minori stranieri non accompagnati, poiché esistono molte disposizioni che la rendono inorganica e contrastante, che recano difficoltà di orientamento. I termini minore e straniero, devono essere considerati l'uno a complemento dell'altro per la definizione del soggetto giuridico del diritto.
Il trattamento giuridico è posto tra due linee di confine opposte:
1) una legislazione sui minori imperniata sui principi di protezione e sostegno;
2) la seconda sugli stranieri, imperniata su pubblica sicurezza, principi di controllo e difesa.
La normativa sui minorenni stranieri appartiene alla Convenzione di New York, delle Nazioni Unite 1989, codice civile, e alla Legge n° 18471983, sull'affido e l'adozione, in parte è affidata alla disciplina sull'immigrazione, T.U. sull'immigrazione n° 18972002.
La Convenzione di Aia sulla protezione dei minorenni del 5 ottobre 1961, la Convenzione Europea relativa al rimpatrio dei minori, Aia 28 maggio 1970, sono gli accordi internazionali che disciplinano l'entrata e la permanenza dei minori stranieri. La suddetta Convezione ha quindi abbandonato, i criteri di cittadinanza del minore e della cittadinanza, residenza, domicilio del genitore per l'assunzione del criterio generico della residenza abituale del minore.
Vi sono due tipi di competenze: 1) una generale di cui è titolare lo Stato di residenza abituale del minore; 2) una sussidiaria di cui è titolare lo Stato di nazionalità del minore e che si esplica ove il minore lo esiga. Il requisito essenziale per le leggi italiane di protezione ai minori stranieri è che abbiano residenza ove abituale in Italia. Da ciò gli Stati contraenti debbono garantire ai minori, gli stessi diritti degli altri minori sulla base della legge.
Ciò va applicato sia quando il minore straniero sia regolare con la residenza che quando non lo sia, poiché è costante la sua presenza nello Stato. Ne consegue per tutti gli Stati che devono elargire la protezione di cui ha bisogno il minore, anche se non sussiste l'affermarsi della residenza. La definizione residenza abituale, consiste sostanzialmente in una valutazione di fatto e non di diritto, infatti ciò non è esplicitato nella Convenzione di Aia e nella giurisprudenza straniera si è consolidato il valore del legame affettivo familiare e sociale del minore.
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Le adozioni nel diritto di famiglia: Profilo giuridico-fiscale, commerciale.
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Informazioni tesi
Autore: | Marianna Petrotta |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università Telematica "E-Campus" |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Servizi giuridici per l'impresa |
Relatore: | Paola Todini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 37 |
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