Start up: una nuova idea d'impresa. Il caso Eattiamo

Ad un certo punto, nello start-up di un business, occorre anche affrontare la cosiddetta fase del brand naming, ovvero quel processo creativo attraverso cui viene assegnato un nome all’azienda. Tale attività, sebbene possa sembrare di poco conto, non va sottovalutata, perché la/e parola/e scelta/e per denominare l’azienda ha/hanno la responsabilità sia di evocarne il valore caratteristico/lo spirito su cui si basa la sua attività – così da esprimerne l’identità e/o la mission –, sia di conferire alla società un vantaggio identificativo sulla concorrenza, fondamentale per la sua futura promozione. Ma perché venga ricordato, il nome deve essere quanto più possibile originale: è a tal fine che si ricorre spesso a vere e proprie creazioni linguistiche, ovvero all’invenzione di neologismi.

Come è evidente, questa tecnica è stata applicata anche al naming di Eattiamo, che è appunto un nome di fantasia, anche piuttosto particolare. Infatti, all’interno del neologismo Eattiamo è possibile distinguere una radice inglese, costituita dal verbo eat (= “mangiare”), e una terminazione italiana, corrispondente alla declinazione della prima persona plurale del presente indicativo. A livello semantico, potremmo quindi tradurre la parola in italiano con l’esortazione “Mangiamo!”.

Volendo invece dare un’interpretazione di tipo formale a questo neologismo, potremmo definirlo un’integrazione morfologica, dal momento che ad una parola presa in prestito da un’altra lingua viene unito un morfema flessivo della lingua d’arrivo.
Ma oltre alla chiave di lettura appena descritta, lo stesso neologismo può prestarsi ad un’altra interpretazione, sia formale che semantica, in quanto può anche essere inteso come l’unione del verbo eat e del sintagma ti amo. In questo caso, il processo neologico è definito composizione e il messaggio veicolato si basa sulla combinazione dei verbi mangiare e amare, che rimanda alla passione per il cibo.