Profili cognitivi e psicopatia in un gruppo di abusatori sessuali di minori: un'indagine empirica
La psicoterapia con i child molesters
La psicoterapia è un importante aspetto del trattamento sebbene esista un dibattito in merito alla sua efficacia globale per la prevenzione a lungo termine di nuovi reati. Di solito, l’attenzione nel trattamento pedofilico si rivolge a fermare altri abusi contro bambini piuttosto che alterare l’orientamento sessuale pedofilico verso i bambini. Essa può essere individuale, di gruppo o, più comunemente, una combinazione delle due. L’approccio usato è quello cognitivo-comportamentale, per cui ci si dedica alle distorsioni e al diniego e solitamente si attuano training di empatia e di controllo dell’impulso sessuale e prevenzione della ricaduta. Molti studi hanno dimostrato che i migliori risultati nella prevenzione dell’abuso recidivo contro i bambini ci sono quando gli agenti farmacologici e la psicoterapia sono usati insieme (Marshall, 2003).
È importante che il terapeuta cerchi di creare un’atmosfera di collaborazione in cui il paziente è incoraggiato ad assumersi le proprie responsabilità, agendo come co-terapeuta. Tale atteggiamento di non condanna, facilita l’abusatore a discutere i suoi sentimenti e i suoi comportamenti pericolosi, valutandoli contemporaneamente con maggiore oggettività. Si tratta di uno stile terapeutico definito “responsabilizzazione compassionevole”: si ritiene il paziente responsabile dei comportamenti di abuso, ma si riconoscono nel contempo in modo comprensivo le esperienze di vita del paziente. La responsabilizzazione compassionevole non permette al paziente di giustificare e scusare il proprio comportamento di abuso, ma non legittima neppure l’abuso del reo col pretesto di sottoporlo a terapia (Marshall, 2003).
A tal proposito sono di seguito elencati utili norme e punti di riferimento, gli Standards of Care (Coleman e coll., 2000) che un professionista deve seguire per la presa in carico ed il trattamento di un sexual offender.
1. E’ empiricamente dimostrato che alcune tipologie di trattamento sono efficaci nella gestione e nella riduzione dei tassi di recidiva dei reati sessuali.
2. Il trattamento è considerato dai sexual offenders un processo elettivo, scelto in prima persona da loro, solo se non considerano il loro comportamento abusivo come patologico dal punto di vista psicologico o medico.
3. La valutazione del trattamento dei sexual offenders richiede specifiche competenze che vanno al di là della formazione tradizionale in Psicologia Clinica o in professioni di tipo medico.
4. Il trattamento dei sexual offenders è promosso con lo scopo di migliorare la loro qualità di vita ed è considerato un diritto sia loro sia per la comunità in quanto mira a prevenire eventuali future vittimizzazioni.
5. Un paziente con un’alterazione biomedica documentata è, prima di tutto, curato con procedure comunemente accettate per tale specifica condizione, e solo in seguito può iniziare il trattamento vero e proprio.
6. Un paziente con diagnosi psichiatrica è, prima di tutto, curato con procedure comunemente accettate per tale specifica condizione e solo in seguito può iniziare il trattamento vero e proprio.
7. Il trattamento dei sexual offenders può includere vari approcci terapeutici. È importante che i professionisti siano sempre aggiornati sulle ricerche e sugli studi compiuti in questo campo e sostengano le strategie terapeutiche dimostrate efficaci.
8. Un programma trattamentale può includere l’uso di farmaci che riducono l’arousal e le fantasie sessuali, in modo che il paziente sia meno guidato dall’impulso nei suoi comportamenti.
9. I professionisti che lavorano con i sexual offenders dovrebbero essere preparati a collaborare con le figure che operano all’interno del sistema giudiziario e penitenziario in modo aperto e cooperativo.
10. I sexual offenders spesso hanno bisogno di trattamento o visite di follow-up; questo processo dovrebbe essere incoraggiato o possibilmente reso obbligatorio.
11. Non è etico sottoporre i pazienti a terapie con scopi legati essenzialmente alla ricerca o che non apportano loro alcun beneficio diretto.
12. Al fine di persuadere i professionisti del campo legale, così come la società intera, sull’efficacia del trattamento dei sexual offenders, occorre collaborare e promuovere nuove ricerche che rafforzino le basi scientifiche di tale procedura.
13. I sexual offenders devono spesso affrontare procedimenti legali e i professionisti che si occupano del loro trattamento devono essere preparati a partecipare al processo, se necessario.
14. I sexual offenders possiedono gli stessi diritti alla privacy, per quanto riguarda contenuti medici o psicologici, delle altre tipologie di pazienti; le uniche eccezioni a tale principio occorrono su precisa richiesta degli organi giudiziari.
15. I sexual offenders non dovrebbero essere discriminati per questioni d’età, genere, razza, etnia, credenze religiose, status socioeconomico, disabilità fisiche o mentali.
16. I professionisti che si occupano dei sexual offenders devono considerare questi individui con dignità e rispetto; se falliscono in tale compito l’efficacia del trattamento ne risulta compromesso.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Profili cognitivi e psicopatia in un gruppo di abusatori sessuali di minori: un'indagine empirica
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Informazioni tesi
Autore: | Lorena Pizzoleo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Davide Dettore |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 147 |
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