I comportamenti aggressivi nella prima infanzia: diagnosi e intervento del disturbo oppositivo provocatorio
Quando la colpa è dei genitori: le conseguenze del divorzio
Non sempre l’insicurezza e la paura degli altri, sono conseguenze di una incapacità cognitiva, ma possono anche essere frutto di “credenze pregiudiziali”, che affondano le loro radici nel contesto ambientale e familiare.
Nella teoria di John Bowlby, psicologo inglese nato a Londra nel 1907,si mostra quanto i primi rapporti affettivi siano importanti ai fini dell’acquisizione della competenza sociale individuando in essi anche la causa di eventuali disturbi mentali e di disturbi della condotta.
In seguito alla pubblicazione delle importanti opere di Bowlby l’attaccamento è divenuto uno dei concetti fondamentali della psicologia dello sviluppo e seguendo Ainsworth possiamo definirlo come “un legame emotivo profondo che una persona forma con un’altra e che le unisce nello spazio e nel tempo”.
Così concepito, l’attaccamento è più del semplice affetto; soprattutto per i bambini piccoli, è un’esperienza emotiva particolarmente significativa con profonde implicazioni per lo sviluppo del sé e per la fiducia nei confronti del mondo.
L’attaccamento è un fenomeno che caratterizza tutto l’arco di vita e riguarda una molteplicità di relazioni strette, tra cui, in particolare, quella tra genitore e figlio.
Durante l’infanzia il piccolo, da una parte vuole sentirsi libero di esplorare, dall’altra è spinto a ricercare il sostegno della persona adulta a lui più vicina, che vedrà come una sorta di rifugio nel quale far ritorno ogni qual volta, nel contesto circostante, percepirà una situazione di pericolo.
Il bambino che potrà contare su una figura di attaccamento in grado di rispondere alle sue richieste di aiuto e di sostegno, affronterà serenamente ogni nuova esperienza, certo di poter contare su una protezione sicura al contrario se il genitore è poco presente o incoerente allora, anche in assenza di reali pericoli, egli si mostrerà timoroso.
Grazie agli studi effettuati da Bowlby sulla teoria dell’attaccamento si giunge all’idea che lo sviluppo di un bambino è tanto più sano ed equilibrato quanto più è cresciuto in un ambiente tranquillo e sicuro, caratterizzato dall’amore e dalla custodia dei caregivers. È emerso, infatti, come i bambini, soprattutto nel corso dei primi due anni di vita, abbiano bisogno di stabilità, certezze e figure di riferimento affidabili che nel caso in cui dovessero venire a mancare provocherebbero gravi conseguenze come l’insorgenza di disturbi psichici e turbe comportamentali persistenti anche in età adulta.
Altri fattori che possono far vacillare gli equilibri infantili vanno ricercati all’interno dei rapporti educativo-affettivi all’interno della famiglia.
Ad esempio, secondo la maggior parte degli studi, i bambini che hanno vissuto una separazione dei genitori mostrano tendenzialmente, rispetto ai figli con nuclei familiari biparentali, una maggiore ansietà, depressione, aggressività (incluso il fenomeno del bullismo), difficoltà nelle relazioni sociali e nel rendimento scolastico.
Un altro evento che può essere considerato potenzialmente pericoloso per la genesi del disturbo oppositivo provocatorio è la separazione della coppia genitoriale soprattutto nel caso in cui non vengono spiegate al figlio le motivazioni che hanno portato i genitori a prendere questa decisione in quanto i bambini cercheranno di dare un significato a ciò che accade, costruendo fantasie sui motivi del conflitto o a volte sentendosi ingiustamente la causa.
Queste percezioni da parte del bambino sono importanti quanto le caratteristiche del conflitto stesso poiché possono amplificare l’incertezza che egli vive, creare sensi di colpa e paure di abbandono.
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I comportamenti aggressivi nella prima infanzia: diagnosi e intervento del disturbo oppositivo provocatorio
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Esposito |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Giuseppa Filippello |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 65 |
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