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Dietro l'incanto: un viaggio alla scoperta del genere fiabesco

Primi studi scientifici sulla fiaba: il ruolo dei Grimm

Seguendo il percorso tracciato da Giuseppe Gatto si arriva così all’Ottocento, secolo importantissimo poiché in Germania iniziano i primi studi scientifici sul folklore e sulla fiaba, promossi dalla sensibilità romantica. Il filosofo tedesco Herder aveva distinto la “poesia d’arte” dalla “poesia di natura”, secondo lui superiore all’altra perché espressione della creatività collettiva, rappresentante dello spirito del popolo intero, il Volksgeist. Nasce così la spinta alla raccolta e salvataggio dall’oblio della produzione culturale popolare, tra cui si trovano le fiabe.

Chi meglio risponde a questa esigenza sono i fratelli Grimm, due filologi che si occuparono di studi su lingua, fiabe, miti e leggende del popolo tedesco. Loro progetto fu la creazione di una raccolta di fiabe che rappresentasse appieno il sentire comune della popolazione. L’impostazione del lavoro provenne dalla lettura di quelle opere fiabistiche rinascimentali e barocche, che i due bibliotecari di Kassel riuscirono a trovare senza fatica. Le fonti per la raccolta invece, non provenirono direttamente dagli strati popolari della società, ma da una serie di amici e parenti acculturati, che le narrarono loro così come le avevano sentite dalla fonte popolare.

Nell’introduzione alla raccolta, che chiamarono Kinder-und Hausmärchen (pubblicata in due volumi tra il 1812 e il 1815), specificano come questa sia principalmente un’operazione scientifica, in cui si attenevano alla fedeltà assoluta ai testi, che venivano trascritti parola per parola. Col tempo però, il loro approccio cambiò e iniziarono ad agire sui testi, traducendoli dal dialetto e modificandoli ove lo ritenessero necessario. Bisogna chiarire infatti, che la loro concezione di fedeltà si basava solo sul rifiuto di elaborare nuove creazioni a partire dal materiale tradizionale, ma si sentivano in diritto di intervenire laddove il testo non si confacesse al pubblico a cui il loro lavoro era destinato - attenuando gli aspetti più crudi della vita popolare, come sessualità e violenza – e combinavano tra loro le varianti dei diversi racconti di cui venivano a conoscenza. Il fine era quello di ricostruire la fiaba originaria, attraverso il confronto con le varianti e fornire un utile diletto. Gli stessi autori lo affermano, quando, nella prefazione all’opera, precisano come lo scopo sia da un lato di «[…] far agire la poesia che in essa vive», ma dall’altro «[…] che serva anche da libro educativo». L’operazione diventa palese dalla seconda edizione, quando il solo Wilhelm si occuperà delle fiabe e decide di destinarle principalmente ai bambini. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Dietro l'incanto: un viaggio alla scoperta del genere fiabesco

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Informazioni tesi

  Autore: Leonardo Giancana
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Laura Restuccia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 50

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Parole chiave

critica letteraria
letteratura italiana
italo calvino
fiaba
racconti popolari
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