Skip to content

L’efficacia della terapia a pressione negativa nei pazienti con ferite difficili: revisione della letteratura

La terapia a pressione negativa e la guarigione delle ferite

La terapia a pressione negativa si è sviluppata dai principi base della guarigione delle ferite (Orgill et al. 2009).
La guarigione delle ferite può essere suddivisa in quattro fasi.

1. La fase emostatica è caratterizzata dall'azione dei trombociti e l'attivazione dei fattori tissutali della coagulazione con successiva formazione del coagulo, struttura costituita da fibrina (Gurtner et al. 2008). In questa fase la terapia a pressione negativa genera pressione nel tessuto sottostante il letto della ferita e comprime piccoli vasi sanguigni (Huang et al. 2014).
L'applicazione della terapia a pressione negativa richiede che l'emostasi sia quasi terminata, ponendo attenzione nei pazienti con coagulopatie (Banwell 2005).

2. La fase infiammatoria provvede all'eliminazione dell'agente microbico, degli eventuali corpi estranei, ma anche all'attivazione dei fattori che sono alla base dei processi proliferativi. Comporta vasodilatazione ed essudazione plasmatica e la proliferazione di leucociti polimorfonucleati che provvedono alla detersione della ferita. La reazione infiammatoria dura 4-6 giorni (Gurtner et al. 2008). La terapia a pressione negativa modula l'infiammazione della ferita, mentre rimuove leucociti infiltrati rimuovendo l'essudato (Nuutila et al. 2013).

3. Segue la fase proliferativa che dura circa 21 giorni, caratterizzata dalla proliferazione cellulare delle strutture epiteliali, endoteliali e connettivali che formano il tessuto di granulazione (Gurtner et al. 2008).
Dall'endotelio, prende avvio la produzione di abbozzi cellulari che, seguendo l'impalcatura formata dalla rete di fibrina, si portano verso la zona centrale dove si saldano con quelli provenienti dal lato opposto in vasi sanguigni; si costituisce, in tal modo, una nuova rete vascolare.
Dal connettivo avviene la proliferazione dei fibroblasti che secernono acido ialuronico, elemento attivo nella formazione delle fibre di collagene, strutture che prenderanno il posto dei filamenti di fibrina avvicinando i margini della ferita. Dai fibroblasti originano, inoltre, le miofibrille, fibre dotate di elevata capacità contrattile attive nel ridurre il volume della ferita. Intorno alla terza settimana, i fibroblasti scompariranno dando avvio all'ultima fase, quella del rimodellamento. Contemporaneamente alle altre, inizia anche la proliferazione delle cellule dello strato basale dell'epitelio che ha l'importante funzione di copertura della ferita. In questa fase la terapia a pressione negativa con la deformazione delle cellule e lo stiramento aumenta la proliferazione e la crescita del tessuto di granulazione (Saxena et al. 2004). Stimola l'angiogenesi rimuovendo i fattori inibenti, aumenta la pressione nel tessuto al di sotto della superficie della ferita e comprime i piccoli vasi sanguigni (Erba et al. 2011).
Una diminuzione della perfusione locale comporta un gradiente d'ipossia nel tessuto della lesione. L'ipossia stimola la produzione del VEGF (fattore di crescita dell'endotelio vascolare). L'aumento del VEGF aumenta la crescita vascolare (Gurtner et al. 2008).

4. L'ultima fase è il rimodellamento che coinvolge il rinnovo del collagene con le fibre orientate lungo le linee di forza, aumentando la resistenza della ferita (Gurtner et al. 2008).
In questa fase la terapia a pressione negativa aumenta la produzione e la maturazione del collagene (Saxena et al. 2004).

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’efficacia della terapia a pressione negativa nei pazienti con ferite difficili: revisione della letteratura

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Giulia Corso
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Udine
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Infermieristica
  Relatore: Alvisa Palese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

ustioni
piede diabetico
lesioni da decubito
terapia a pressione negativa
medicazioni
vac
vac therapy
lesioni difficili
armostrong

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi