Destination Wedding in Toscana: quando il matrimonio diventa destinazione
Il fenomeno destination wedding in Italia: Analisi del contesto italiano
La ricchezza culturale del nostro Paese è stata negli ultimi decenni il motore per lo sviluppo di nuove forme di turismo, da quello sportivo a quello enogastronomico, diventate volano del territorio italiano. Tra queste nuove forme di turismo assume interesse anche il wedding tourism, ovvero il turismo matrimoniale. La crisi economica in corso ha segnato periodi difficili per il turismo italiano (cali consistenti sia di presenze che di fatturato), ma non ha influenzato negativamente il wedding tourism, in continua crescita.
Perché il nostro Paese è una delle wedding destination più ambite? Merito è dell’immagine dell’Italia nel mondo. Questo è un fattore di straordinario impulso per il wedding tourism. Lo straniero in Italia si sente come un bambino, circondato da talmente tante meraviglie che ovunque i suoi occhi si posino trova di che stupirsi.
Infatti il primo motivo che porta gli stranieri a sposarsi in Italia sono “la storia e le bellezze culturali” (16,3%), seguito poi dal “fascino italiano” che rende il matrimonio in Italia un sogno condiviso nell’immaginario comune (12,9%). Seguono poi motivazioni legate al fattore “romanticismo” (12%), all’”aspetto culinario” del Belpaese (11%) e ai suoi “paesaggi” (10%). I dati sopra riportati sono ripresi dalla ricerca “Wedding tourism l’Italia è per sempre” a cura di JFC Consulenza Turistica e Territoriale (2012).
Per testimoniare il valore economico che questo fenomeno ha assunto nella realtà italiana, basta pensare che nel 2012, il Belpaese ha visto la celebrazione di ben 6.180 matrimoni di stranieri che hanno generato ben 1.221.168 presenze ed un fatturato complessivo per il segmento di 315 milioni di euro. Il costo medio sostenuto dagli stranieri per sposarsi in Italia è di 51mila euro e la media del numero di ospiti si aggira intorno a 36. Questi si fermano in media 5,2 giorni in Italia: si noti che più il Paese di provenienza è lontano più gli ospiti prolungano la loro permanenza. Il fenomeno è in grado di generare presenze da oltre 25 Paesi del mondo. In particolare, ecco le percentuali di presenze per ogni paese di provenienza.
Sul podio vediamo quindi Inghilterra (10.5%) seguita da Stati Uniti (9.4%) e Olanda (5.8%). Tra le nazioni elencate nel grafico sopra, è da precisare che Russia, Cina, Giappone, Brasile, Australia e Arabia Saudita vengono segnalate con indici di crescita. Ciò è diretta conseguenza dell’aumento del turismo in uscita dall’Asia e dal Pacifico, che nel decennio 2000-2010 ha visto un tasso di crescita pari al 6.3% con significative previsioni di aumento fino al 2020. Il boom è stato determinato anche dai turisti provenienti dai paesi BRIC.
Come è stato introdotto nel paragrafo 1.2 dal titolo” Il Wedding Planner”, avvalersi di un wedding planner nell’organizzazione di un matrimonio “fuori porta” è molto frequente. In particolare in Italia il numero di wedding planner attivi nel 2012 si aggiravano intorno a 1.092. La loro promozione avviene in prevalenza grazie alla rete (40.2%), sia attraverso il sito web che grazie ai social network, i quali se sapientemente utilizzati possono portare un netto miglioramento alla visibilità del wedding planner.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Destination Wedding in Toscana: quando il matrimonio diventa destinazione
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Chelini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze del Turismo |
Relatore: | Daniele D'Amato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 67 |
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