All'ombra del fondamentalismo - IS tra rigorismi e mistificazione della realtà
Il califfato
Rifacendosi alla “età dell’oro”, l’IS mira all’instaurazione di uno “Stato islamico” guidato da un unico sovrano, il califfo. La visione del neo-califfato si ispira quindi al periodo successivo alla morte di Maometto (632 d.C.), quando è stato necessario nominare il suo sostituto.
Il titolo arabo dato ai governanti che sono venuti dopo Maometto era Ḫalīfat Rasūl Allāh cioè, "vicario del messaggero di Allāh" o, in forma breve, il califfo. Il periodo dei primi quattro califfi dell'Islam, Abū Bakr (il cui nome è stato adottato da Abū Bakral-Baġdādī), ʽOmar, ʽUṯmān e ʽAlī, è stato il periodo politicamente più coeso nella storia dell'Islam. Questi califfi hanno stabilito il primo stato islamico, hanno condotto le maggiori conquiste e gettato le basi economiche e amministrative per l'Impero musulmano.
Nel giro di poche generazioni, hanno istituito un enorme impero e hanno imposto la lingua araba e la religione dell'Islam. Per questi motivi i primi quattro califfi sono stati notevolmente ammirati nel corso dei secoli, e molti movimenti musulmani sunniti li percepiscono come loro padri spirituali. Il termine collettivo per i primi quattro califfi è Rāshidūn, vale a dire, quelli che seguono la retta via, come indicato da Maometto.
L'istituzione del Califfato, da allora diventato una fondazione dell'Islam, è rimasto fino al 1924, quando la Turchia, che è diventata una repubblica sotto la guida di Atatürk, ha annunciato l'abolizione del califfato. Già durante il regno abbaside (750 d.C.), l'istituzione del Califfato aveva cominciato a poco a poco a declinare. Quando l'impero Abbaside cominciò a disintegrarsi alla fine del nono secolo d.C., i governanti locali si dichiararono califfi per legittimare il loro dominio, e l’istituzione del Califfato è stata gradualmente privata di suoi contenuti autentici.
Il Neo-califfato
Il sedicente Stato Islamico, dopo aver occupato la città di Mosul, il secondo centro urbano iracheno, il 9 giugno 2014, ha proclamato la nascita del “Califfato islamico”.
Nella grande moschea di Mosul, nel corso della preghiera del venerdì durante il mese di ramaḍān, al-Baġdādī ha pronunciato la khuṭba (sermone durante la preghiera del venerdì) nelle vesti di “califfo Ibrahim”, titolo che ha assunto contestualmente alla nascita dell’ IS.
Durante il sermone, dopo essersi soffermato sull’importanza del digiuno del mese di ramaḍān (uno dei cinque pilastri dell’Islam), attraverso delle citazione di passi coranici, ha incitato al combattimento e alla ǧihād, la cui apologia rappresenta il cardine della sua teocrazia.
Anche l’elogio del califfato, di cui si afferma la necessità è pronunciato nel solco della dottrina salafita-jihadista, che affianca la “spada” al Corano; vengono esaltati i muğāhidīn, invitandoli a compiere il loro ǧihād, “sforzo” sulla via di Dio, perché "l'annuncio del califfato è un dovere di tutti i musulmani". Al-Baġdādī si è dunque scagliato contro i miscredenti e gli ipocriti, esaltando le "vittorie dei musulmani" a "Occidente e Oriente".
Il principe dei credenti ha così reso manifesta la sua volontà di eliminare gli appellativi geografici (ossia "Iraq" e "Levante") dalla sigla di "Stato islamico". Il califfato, ha concluso, deve essere "il sogno di tutti i musulmani" e "l'aspirazione di tutti i jihadisti".
Questo brano è tratto dalla tesi:
All'ombra del fondamentalismo - IS tra rigorismi e mistificazione della realtà
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Informazioni tesi
Autore: | Anita Sessa |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Scienze della mediazione linguistica |
Relatore: | Souadou Lagdaf |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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