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Oltre la libertà di espressione: i discorsi di odio online

La visione liberale degli Stati Uniti d'America

Dopo avere delineato le ragioni e le modalità della punibilità dei discorsi di odio, nel presente paragrafo si intende evidenziare la netta inversione di visione e di valori nella tradizione legale americana, dove qualsiasi restrizione ai discorsi di odio può essere vista come un vero attacco alla libertà di espressione, una censura ad uno spazio legittimo di dibattito e di verità.
La democrazia americana venera la libertà di espressione e contiene un divieto esplicito di alcuna interferenza statale: la base di partenza su cui si fonda questa visione è riconducibile al pensiero di Locke in cui prevalgono le libertà negative sulle libertà positive garantite tramite l'intervento statale.
Gli estremi sostenitori del libero scambio di idee e della libertà di espressione, estesa anche ai discorsi di odio, ritengono illegittimo che un governo, ricorrendo al proprio potere coercitivo, possa imporre in via preventiva delle leggi "upstream laws" contro certe espressioni che fomentano odio, solo al fine di modellare, con un approccio più ad personam e quindi inadatto ad una società democratica, le condotte dei consociati.
Hilary Clinton, nella prolusione alla George Washington University, ha dichiarato che gli Stati Uniti accettano il rischio di un uso distorto della libertà di espressione (online) e si astengono da azioni censorie, convinti che tra la repressione delle idee e la loro più estesa circolazione debba prevalere quest’ultima, perché essa ha in se gli anticorpi contro le minacce.
Il Senato degli Stati Uniti d'America ha comunque ratificato la Convenzione contro il cybercrime, ma non ancora il Protocollo addizionale proprio perché rimangono dei disaccordi sulle strategie da applicare contro i discorsi di odio.
Gli Stati Uniti non regolamentano l'hate speech, convinti che la più ampia libertà di espressione sostiene la partecipazione attiva dei cittadini e dunque interferire con essa, significherebbe minare la democrazia stessa.
A riguardo, il giudice Oliver Wendell Holmes parlava della filosofia del marketplace of ideas come metafora tra il mercato dei beni e quello delle idee, secondo cui deve essere sempre garantita la competizione aperta di tutte le idee perché garantiscono una corretta crescita partecipativa della società.
Il clear and present danger test è stato usato come parametro per definire quando vada protetta la libertà di espressione o quando si tratti di hate speech: i discorsi di odio non cessano di essere protetti per la sola ragione che possano nuocere o offendere altre persone, ma solo quando c'è un pericolo attuale di un danno immediato o la reale intenzione di provocarlo. Solo in tali circostanze il Congresso degli Stati Uniti è autorizzato a porre dei limiti alla libertà espressione.
Ma in generale, i discorsi di odio sono tollerati anzi addirittura è preferibile che il razzismo sia tollerato piuttosto che represso, perché potrebbe diventare più pericoloso. Il fatto che le parole offensive, ingiuriose o di odio ad un certo punto possano potenzialmente generare una condotta criminale, non giustificherebbe il divieto di certe espressioni. E se davvero un possibile pericolo potenziale sia tutto ciò che si richieda per prevenire future condotte criminali, un giorno all'altro potrebbe prendere forma uno stato di polizia.
Nella visione americana i discorsi di odio sono separati dall'azione, c'è una distinzione tra quello che le persone pensano o dicono, e quello che fanno: non sono le parole in se che determinano gli eventi, ma la considerazione che si ha di esse. L'unica soluzione legittima per contrastare i discorsi di odio sarebbe un dibattito costruttivo e non la loro regolamentazione. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Oltre la libertà di espressione: i discorsi di odio online

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Informazioni tesi

  Autore: Luisa Zappalà
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2013-14
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Marinella Fumagalli Meraviglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 188

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Parole chiave

unione europea
libertà di espressione
giurisprudenza
corte europea dei diritti dell'uomo
tribunale penale internazionale
evoluzione normativa
hate speech
visione liberale
comitato dei diritti umani
comitato per l'eliminazione delle discriminazioni

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