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Lo scrittore al tempo dei media digitali: il caso di Alessandro Baricco

Un salto nel postmoderno baricchiano

In seguito al monologo teatrale Novecento, Baricco riprende la sua esperienza come giornalista scrivendo tutti i mercoledì in una sua rubrica culturale per il quotidiano La Stampa. Raccoglierà poi gli articoli in due libri pubblicati rispettivamente nel 1995 e nel 1998, ovvero Barnum. Cronache del Grande Show e Barnum 2. Altre cronache del Grande Show, entrambi editi da Feltrinelli. Nel 1996 scrive un testo teatrale, Davila Roa, che va in scena nell’aprile dell’anno seguente al Teatro Argentina di Roma per la regia di Luca Ronconi, venendo ferocemente criticato.

Dopo tre anni, Baricco ritorna alla forma romanzo pubblicando Seta (1996) e soprattutto City (1999), che rappresenta il caso più singolare nella sua opera. Intanto è uno dei pochi romanzi ambientati in un tempo più vicino alla contemporaneità, rispetto alle altre opere in cui la storia viene spesso retrodatata almeno alla prima metà del Novecento.

È particolare anche dal punto di vista editoriale, poiché rappresenta il primo libro italiano il cui lancio sia affidato interamente al web, grazie all’allestimento da parte della Rizzoli di un apposito sito ed un forum lettori. È un dettaglio che ci permette di capire soprattutto come l’editoria in questi anni senta gradualmente il bisogno di provare nuove strategie per evitare il crollo in cui sembra essere caduta.

Dal punto di vista dell’intreccio, invece, City è il risultato di una pluralità di storie all’interno di un’unica narrazione. Le tre principali storie su cui ruotano le altre sono quella di Gould, bambino prodigio destinato al Nobel; quella del pugile Larry, frutto dell’immaginazione dello stesso Gould nel momento in cui è intento a ritirarsi in bagno; l’ultima è quella del potenziale soggetto cinematografico di un western fantasticato dalla badante di Gould, Shatzy Shell.

La tecnica narrativa messa in atto da Baricco è quella di uno stravolgersi repentino di storie che mutano spesso il punto di vista da cui sono raccontate. L’obiettivo è chiaramente quello di creare disorientamento nel lettore. Dando infatti uno sguardo ad un chat con i lettori dello stesso autore, si scopre come Baricco sia conscio della difficoltà che i lettori possano trovare nel testo. Ponendo un confronto con il precedente romanzo afferma che mentre City «è un labirinto», Seta appare più che altro come «una linea».

La volontà di Baricco perciò è quella di creare un patchwork di porzioni irregolari di testo, in cui le storie si intreccino confusamente tra loro. Questa struttura è svelata anche nella Prefazione all’edizione di City del 1999 dove si evince che «Le storie sono quartieri, i personaggi sono strade. Il resto è tempo che passa, voglia di vagabondare e bisogno di guardare».

Oltre al patchwork Baricco sembra provare, in linea con molti degli scrittori contemporanei, la forma del pastiche, elemento caratteristico della letteratura postmoderna. A conferma di ciò si può notare come spesso i brani intrattengano forti rapporti intertestuali con opere di altri autori, a volte citandone tecniche formali a volte operando visibili richiami onomastici. Evidentissimo a questo proposito il nome Taltomar, storpiatura forse del Palomar calviniano. O come non notare l’uso della punteggiatura libero che richiama l’opera di Carlo Emilio Gadda, che pone Baricco quasi come un novello “nipotino dell’ingegnere”, del quale lo scrittore non nasconde l’ammirazione.

In realtà questa vena citazionista era già stata avvertita nei romanzi precedenti e molti critici non avevano esitato a farlo notare. Ne aveva avvistato i tratti tra gli altri Casadei che definisce lo scrittore torinese un «oppositore non trasgressivo», «lettore dei classici», «scrittore-citatore», «autore portato a ritornare sempre su pochi temi [...] di grande impatto».

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo scrittore al tempo dei media digitali: il caso di Alessandro Baricco

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Mussari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2014-15
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Giovanni Ragone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 68

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