Il cosplay tra subcultura e arte. Alice Liddell

Un altro motivo per cui il cosplay è escluso dal mondo dell'arte è dato dalle diverse tradizioni che differenziano le culture. Come abbiamo detto il cosplay è principalmente travestimento però nella tradizione occidentale il travestimento è confuso con il più comune mascheramento. Infatti, la maschera ha origini antiche e in ogni cultura ha diversi significati. Nella cultura occidentale la maschera era usata in diversi ambiti, ad esempio in quello religioso: essa si configura come mezzo di comunicazione tra gli uomini e le divinità, essendo uno strumento che permette di alienarsi dalle convenzioni spazio-temporali, al fine di proiettarsi all'interno di un altro mondo, divino, rituale, mistico. Chi indossa la maschera s'immedesima attraverso di essa, per assumere quella dall'oggetto rituale rappresentato. In senso più ampio maschera è anche il travestimento integrale, il mascheramento di tutto il corpo le cui ragioni sono da ritrovare appunto nelle finalità magiche religiose attestabili fin dalla Preistoria, connesse a usi culturali, bellici, teatrali, di cui esistono sopravvivenze in tutte le tradizioni popolari d'Europa. Ma, nel mondo occidentale moderno, il processo di distacco dalle arcaiche origini mitico-rituali è stato progressivo e forte, una "dissacrazione" e l'assorbimento in contesti del tutto profani.

Nel teatro giapponese, invece, questo legame non è stato mai interrotto e "la maschera ha una funzione mediatrice, cioè può incarnare entità superiori e costituire quindi un punto d'incontro tra il tempo mitico e il tempo storico. Essa ha anche la funzione di richiamare i morti sulla terra: indossando la maschera del defunto, l'attore impersona lo spirito del defunto. Ecco perché qualsiasi spettacolo è preceduto da una sorta di venerazione nei confronti della maschera: in questo modo l'attore pensa che potrà incarnare al meglio il personaggio. Nei drammi più antichi le maschere erano addirittura considerate delle divinità, ecco perché ogni spettacolo era preceduto da preghiere rivolte a tali divinità." In questo caso l'immedesimazione non avviene attraverso la maschera come in Occidente ma essa funge solo da matrice per l'interpretazione; infatti, aspetta all'attore con il proprio corpo incarnare il personaggio che la maschera rappresenta. Nel teatro giapponese abbiamo lo stesso concento del travestimento che consiste nella perdita della propria identità per diventare "altro" attraverso il proprio corpo.