L'immagine riflessa: il ritratto e lo specchio nella narrativa di Nathaniel Hawthorne

Il tema del doppio svolge un ruolo di capitale importanza nella letteratura, dove può essere espresso come ombra, riflesso, sosia, ritratto e personalità scissa. Questa categoria, con il suo calarsi nella struttura profonda che organizza le nozioni fondamentali dell'identità e dell'alterità, grazie al gioco vertiginoso dei suoi operatori (come si potrebbero chiamare, secondo una definizione di Ezio Pellizer, per esempio: maschere, specchi, ritratti, veli, sosia, doppioni e anime gemelle), sembra rappresentare uno dei meccanismi più ricchi e produttivi della figuratività, un importante dispositivo di morfogenesi, occupando quindi un posto importante nella nostra enciclopedia e nel nostro immaginario. Definito da Pier Paolo Pasolini «la più grande delle invenzioni letterarie», questo tema ha avuto, a partire dall'antichità classica, una grande diffusione nelle epoche più varie e nelle diverse letterature nazionali, soprattutto in momenti di crisi della soggettività, come il barocco o il romanticismo.
Durante il periodo romantico si assiste infatti all'affacciarsi, sulla scena letteraria di molti paesi, di un personaggio inquietante: il doppio, caratterizzato dalla tendenza del protagonista di romanzi, novelle e talvolta anche di poesie a sdoppiarsi in un misterioso altro solitamente malefico e persecutorio e, più raramente, virtuoso e prodigo di consigli benevoli.
Il gusto romantico presenta in molti suoi aspetti l'immagine di una scissione, che sarà caratteristica di tutto il mondo moderno, fra il trinomio ideologia – fede – dovere da una parte, e bisogno di soddisfare le più oscure e profonde pulsioni dall'altra: fra ragione e sentimento, coscienza e inconscio, Super – Io ed Es.
Si annuncia così uno dei grandi paradossi del mondo contemporaneo: proprio nel momento in cui si assiste a una evoluzione tecnica senza precedenti, ai mutamenti di un mondo trasformato dai "miracoli dell'industria", l'uomo moderno sente il bisogno di ritrovare la propria anima poetica e primitiva, a costo di una regressione incontrollabile. Forse proprio questa coesistenza di due spinte opposte all'interno dello stesso individuo porta alla creazione di questa figura, fra le più sintomatiche dell'universo romantico e moderno in generale. Il luogo di maggior concentrazione di questo fenomeno è la Germania, dove tale personaggio enigmatico viene battezzato come Doppelgänger. Tuttavia se ne trovano echi importanti e manifestazioni autoctone in tutta l'Europa, negli Stati Uniti, in Russia e persino in Oriente.
Nel cercare di fornire una definizione esaustiva di questo tema, si deve tenere in considerazione il fatto che esso costituisce, secondo una definizione di Massimo Fusillo, «una variante transculturale ricca di implicazioni antropologiche e psicoanalitiche, e quindi particolarmente adatta a misurare la dialettica con le numerosissime varianti storiche». Come ha rilevato Romana Rutelli si può infatti affermare che il doppio compie un viaggio nello spazio e nel tempo attraverso le sue innumerevoli occorrenze, avendo come scopo ultimo la ricerca del volto occulto dell'uomo.
Negli ultimi decenni la bibliografia critica e lo spettro di applicazioni su questo tema si sono notevolmente ampliate facendogli perdere, come ha evidenziato ancora una volta Fusillo, un certo grado di specificità e di concretezza. A seconda dei casi il doppio viene inteso o in senso stretto, cioè soprattutto in quello di sosia datogli in origine da Otto Rank, oppure viene inteso in senso più ampio, come un "campo tematico" in cui rientra una serie di temi apparentati. [...]