L'aula a portata di click: media education e tecnologie
Internet e i suoi servizi: il metodo SEWCOM per gestire la ricerca
Negli anni Sessanta del ‘900 fu creata la prima infrastruttura di “rete di reti” dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La finalità fu prettamente militare: per garantire una continuità di comunicazione in caso di attacchi nucleari, fu creata una rete di calcolatori, ARPAnet, in grado di funzionare anche in caso di una sua parziale distruzione perché il messaggio poteva giungere al calcolatore seguendo varie strade. Il protocollo IP (Internet Protocol) garantiva la comunicazione tra i primi nodi della rete e nacquero le prime LAN (reti su aree locali).
Negli anni ’80 il protocollo IP inizia ad essere sfruttato da organizzazioni civili. Le reti proliferano e la Fondazione Scientifica Nazionale diede vita ad una rete di reti propria. Si iniziarono a formare reti regionali grazie all’uso delle linee telefoniche. I miglioramenti delle infrastrutture furono ottimali e garantirono anche agli studenti dei college di accedere alla rete. Nacque Internet con i servizi pensati per il grande pubblico.
Una nuova svolta ci fu negli anni ’90: nacquero il World Wide Web (WWW) che consente un’esplorazione più semplice ed immediata, il browser Mosaic e, nella seconda metà degli anni Novanta, il motore di ricerca che con una parola chiave consente di individuare gli URL di un documento. I servizi diventano sempre più vasti e vari così come si amplia il numero di utilizzatori. La rete è oggi utilizzata sia a scopo informativo che con finalità commerciali.
Internet si può definire un sistema di informazione globale connesso mediante un unico spazio di indirizzi basato sul protocollo IP; gestisce le comunicazioni tramite il TCP (Trasmission Control Protocol); da la possibilità agli utenti di accedere a servizi di alto livello dedicati allo scambio di informazioni. I due protocolli agiscono su cinque livelli: il livello dei protocolli fisici in cui i nodi-computer sono connessi fisicamente da cavi; il livello dei protocolli data-link nel quale i nodi-computer condividono un codice di trasmissione (bit); il livello del protocollo rete che permette al pacchetto di bit di viaggiare sulla rete; il livello del protocollo trasporto in cui la sequenza di pacchetti raggiunge la destinazione per vie diverse e può essere ricostruita; il livello dei protocolli di tipo applicazione in cui le applicazioni stabiliscono delle regole per comunicare in forma binaria (Calvani et al., 1999, pp. 44-45; Giachetti, 2011, pp. 16-18).
Internet consente di interagire per conoscersi, per eliminare le distanze in quei Paesi scarsamente popolati e con grandi distanze tra i luoghi, per lo scambio e il confronto, per l’elaborazione e realizzazione di progetti condivisi, di accedere a banche dati, all’apprendimento per i bambini ospedalizzati (Grion et al., 2000, pp. 194-195). Oltre a ridurre gli spazi permette di restringere i tempi: è possibile stringere rapporti di amicizia così come di collaborazione con maggiore facilità grazie all’immediatezza della comunicazione. Cambia la qualità e non solo la quantità dei materiali reperibili perché ci si può confrontare con prospettive e situazioni diverse tra loro. Gli stimoli sono maggiori perché l’opportunità di venire a contatto con culture, conoscenze, realtà differenti permette di ampliare gli interessi del navigatore. I materiali reperibili sono sempre aggiornati (Bruschi, 1999, pp. 4-7). Bateson ritiene che il valore aggiunto della consultazione di informazioni online risieda nella possibilità di costruire un sapere su misura: potendo consultare più fonti, la conoscenza potrà essere validata secondo le esigenze personali e non adattandosi ad un sapere preconfezionato (Petrucco, 2003, p. 16).
“In Internet si può, come si usa dire, ‘navigare’ alla ricerca di informazioni usando appositi software (browser). Con programmi di ricerca adatti si possono raccogliere materiali che contengono specifiche parole. Con programmi di posta elettronica si possono inviare messaggi a singoli soggetti o a più soggetti simultaneamente. Si può partecipare a discussioni comuni appendendo i propri materiali in appositi spazi (web forum). Si può anche comunicare, come si suol dire ‘in tempo reale’ tra più soggetti, attraverso la scrittura (chatting), il suono (audioconferecing) o anche il video (videoconferecing)” (Calvani, 2001, p. 36).
I servizi, quindi, che la “rete delle reti” offre sono la posta elettronica, i newgroup e il World Wide Web definito servizio per eccellenza.
La posta elettronica consente una comunicazione asincrona che può avere la direzione uno-a-uno o uno-a-molti. Il programma di posta aiuta l’utente nella scrittura con dei campi preimpostati; un MTA (Message Transfer Agent) trasporterà il messaggio verso MTA remoto indicato dall’indirizzo e-mail. L’e-mail può essere letta offline, scaricandola, o online, lasciando i messaggi in rete in modo da poterli visionare su qualsiasi PC connesso in rete.
Il sistema di posta elettronica è, però, inaffidabile: non si ha la completa sicurezza che il messaggio sia giunto al destinatario perché non tutti i client consentono di scegliere l’opzione di avviso o non tutti i destinatari si preoccupano di rispondere all’avviso. Per documenti che richiedono una certa sicurezza è più agevole fruire del servizio PEC (posta elettronica certificata).
Un fenomeno che si deve controllare è quello dello spam. Per eliminare buona parte di queste e-mail che possono nascondere truffe o occupare spazio e tempo che potremmo dedicare per messaggi più rilevanti, i client filtrano i messaggi in arrivo scartando quelli indesiderati che verranno conservati nella sezione spam.
I newsgroup sono bacheche di posta elettronica in cui è possibile inserire messaggi che saranno letti dai fruitori del servizio. Sono divisi in canali tematici e possono supportare dei dibattiti. Non è richiesta l’iscrizione per accedere al servizio, un moderatore potrebbe vagliare i messaggi affinché siano attinenti all’argomento e non ingiuriosi. I newsgroup sono stati quasi spodestati dai web forum o dai social network specializzati (Giachetti, 2011, pp. 2831).
Il web, conosciuto come WWW o W3, è un sistema di distribuzione di ipertesti sulla base di uno specifico protocollo e realizzato attraverso server per la distribuzione dei contenuti e client per la visualizzazione. Il web, inizialmente strumento di pubblicazione scientifica e dei grandi enti che gestivano la rete, è oggi di dominio pubblico per la sua diffusione planetaria, la facilità d’uso delle interfacce, l’organizzazione ipertestuale, la possibilità di ricevere e trasmettere informazioni multimediali ad integrazione del documento, la semplicità di gestione delle informazioni da parte dei divulgatori. Nel corso degli ultimi anni il web ha subito una rapida evoluzione sia dal punto di vista tecnologico che di presentazione dei contenuti. Le pagine con testo fisso sono state sostituite da pagine dinamiche che consentono all’utente di interagire avviando video, giocando o comunicando con altri utenti. Utenti non specialisti possono condividere documenti personalizzati su siti dedicati come blog, Flickr e Youtube o creare contenuti collaboratovi come sull’enciclopedia online Wikipedia. L’utente può inserire informazioni personali, scritti, foto creando una pagina personale. Questa era un’operazione che in pochi svolgevano nell’era del web 1.0 perché richiedeva delle conoscenze tecniche per la costruzione dei siti.
Il web 2.0 da invece la possibilità di creare siti personali grazie a servizi che consentono all’utente di diventare creatori attivi di contenuto senza doversi preoccupare di gestire la parte tecnica della costruzione di un sito. L’autorialità gioca un ruolo fondamentale. I web log o blog mettono a disposizione dell’utente uno spazio in cui scrivere testi o inserire contenuti multimediali in modo semplice e predefinito. I contenuti inseriti (post) possono essere commentati e condivisi dai lettori. È possibile creare contenuti anche nei siti social network con modalità di interazione più elastiche rispetto ai blog, infatti la peculiarità di questi siti è la connessione dell’utente ad una rete di iscritti al sito che condividono interessi o passioni facilitando lo scambio di gruppo (Giachetti, 2011, pp. 31-33, 36, 51-53; Vermeerrsch, 2009, pp. 63-65). Internet, quindi, non è più solo accessibilità di dati, canale di distribuzione economico, rete di comunicazione utile ai grossi gruppi editoriali per aumentare il profitto e mantenere il dominio sull’informazione; diventa possibilità di costruire relazioni sociali e promuove forme di comunicazione orizzontali alternative a quelle tradizionali e gerarchiche. Si può definire il web 2.0 come
“una rivoluzione tecnologica , comunicativa, culturale e sociale. È una esplosione di creatività che ha dato voce ai senza voce. Milioni di individui, giovani e non, studenti e lavoratori, nel tempo libero danno sfogo alle loro passioni: suonano, scrivono, realizzano video, discutono di arte, cultura, spettacolo, fanno informazione, ecc”.
I principi ispiratori del “nuovo web” sono:
* il web è una piattaforma: dai software installati sul PC degli utenti si arriva a servizi accessibili in rete. Non ho bisogno di software installati sul mio computer o disco rigido; mi basta collegarmi per trovare ciò che mi serve.
* è funzionalità: il web è fonte di contenuti e servizi;
* è semplice: l’utilizzo del web è facilitato da interfacce leggere, ma ricche ed interattive;
* è sociale: sono le persone a fare il web mediante la socializzazione;
* è flusso: i contenuti sono in continuo cambiamento perché gli utenti fungono da cosviluppatori;
* è flessibile: raggiunge ogni utente;
* è mixable: si possono mixare diverse applicazioni per dare vita ad una nuova;
* è partecipativo: gli utenti sono incoraggiati a partecipare ed aggiungere valore all’applicazione di cui usufruisce;
* è nelle nostre mani: c’è una maggiore organizzazione e categorizzzione dei contenuti che sono più facilmente raggiungibili e interagibili (Ganino, 2009, pp. 50-52).
Le dimensioni che rendono Internet rilevante per l’educazione sono:
* L’accesso all’informazione. Il collegamento in rete consente di raggiungere materiali informativi situati in computer remoti.
* Il costruzionismo di rete. Si allestiscono ambienti esposti al mondo in cui presentare la propria attività.
* Le forme comunicative. Non sono solo forme di intrattenimento, ma anche di supporto, aiuto che assumono valenza formativa.
* Il lavoro organizzato e collaborativo. È la dimensione più rilevante per i fini educativi. Winograd, Flores e Berret sottolineano la centralità della tecnologia come ambiente per costruire socialmente e cooperativamente conoscenza. I calcolatori amplificano la possibilità di comunicare e collaborare: interpersonal computing (Calvani, 2001, pp. 147-150).
Nonostante le considerazioni positive sull’uso di Internet negli ambienti formativi, questa nuova tecnologia ha con la scuola un rapporto conflittuale. Le caratteristiche che la rete presenta (pervasività e reticolarità) sono in forte contrasto con la linearità e gradualità dell’istituzione scolastica che per questo fatica ad inserirle nel proprio ambiente. L’elemento che su tutti rende i formatori restii sull’utilizzo di Internet è la considerazione di questa tecnologia come “un pozzo senza fine colmo di opportunità, estremamente difficile da gestire” (Rivoltella, 2006, pp. 187, 191). Il maggior pericolo di Internet è il suo pregio maggiore: l’enorme quantità di informazioni che si possono reperire. L’informazione non viene catalogata secondo criteri omogenei come può avvenire in una biblioteca perché Internet non è un’organizzazione centralizzata e non c’è un luogo fisico in cui poter accentrare le informazioni sui materiali disponibili.
Chi pubblica non sempre si preoccupa di indicizzare e questo rende i materiali irreperibili se non conoscendone l’esatta collocazione. Gli indici di rete danno la possibilità di ovviare a questo problema. Sono enormi archivi residenti su computer sempre connessi ad Internet e sono di due tipi: indici strutturati e motori di ricerca. I primi sono compilati da società che mettono a disposizione la consultazione gratuita contando sulla vendita di spazi pubblicitari.
Questi indici sono generalmente specializzati in una materia. I motori di ricerca consentono di cercare le informazioni mediante tecniche di information retrievel: tramite parole chiave si cercano tra i vari documenti quelli pertinenti. Per la risposta saranno evidenziate le pagine che hanno maggiore rilevanza rispetto alla keywords inserita. La rilevanza è valutata, però, sulla base di un algoritmo che cerca il maggior numero di parola richiesta nel documento non tenendo in considerazione il significato dello stesso. Per trasformare i dati inseriti in rete in una base di conoscenza occorrerebbe rivedere la struttura dei documenti aggiungendone etichette e relazioni tra i vari oggetti. L’obiettivo del web semantico è proprio questo. I documenti online devono essere opportunamente associati a metadati, delle informazioni accessorie che determinano il contesto semantico e possono essere usati per creare relazioni tra i documenti. Il web semantico si basa su linguaggi di descrizione di documenti e di ontologie, rappresentazioni standard dei concetti e delle relazioni. Essendo la massa di informazioni indicizzate sterminata, la ricerca non sempre va a buon fine. Una ricerca accurata necessita la consultazione contemporanea di più motori di ricerca, ma, per risparmiare la fatica, i metasearch-engine confrontano i risultati sui vari motori.
Bisogna saper selezionare l’informazione in modo da adattarla alle nostre esigenze per evitare una saturazione per information overflow (eccesso di informazioni). L’information literacy è quella serie di abilità che permettono di riconoscere la validità e necessità di una data informazione e di sapere dove e come cercarla, valutarla e utilizzarla nel modo migliore. La scuola si deve assumere il compito di fornire queste abilità per uno studente del terzo millennio che sia infotective. Gli obiettivi che deve raggiungere sono saper utilizzare in modo efficace il browser, conoscere i più importanti indici e motori di ricerca e comprenderne la differenza, saperli utilizzare, saper impostare una ricerca avanzata ed essere consapevole dell’eventuale influenza commerciale che le ricerche potrebbero subire. Alexander e Marsha Tate adottano dei criteri da seguire per una valida valutazione delle fonti in Internet perché bisogna operare, come afferma Eco, un controllo intertestuale pensando criticamente e non fermandosi ad una sola fonte di informazione. Innanzitutto bisogna valutare l’accuratezza delle risorse informative perché a differenza delle pubblicazioni cartacee, in rete l’autorialità è aperta e senza controllo, manca il filtro dei referee, lo sbarramento iniziale da parte di esperti del settore. Bisogna valutare chi sia l’autore del documento trovato anche se spesso non è conosciuto il nome dell’autore o la sua qualifica. […]
Internet è strumento valido nel momento in cui il fruitore è nelle condizioni di gestire le informazioni della rete e condurre ricerche significative. Per questo la scuola deve porsi l’obiettivo di accogliere questi strumenti nel suo ambiente.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Stefania Cosmai |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Scienze dell'Educazione |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Loredana Perla |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 123 |
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