La fiaba: ponte educativo tra l'adulto e il bambino
Fiaba e immaginazione
La fiaba riesce a catturare l'attenzione del bambino proprio perché stimola la sua immaginazione: facoltà fondamentale per il suo sviluppo e percorso formativo. La parola immaginazione viene generalmente pensata in opposizione a ragione e razionalità. Mentre la logica con la sua oggettività ci conduce a verità universali e condivise, «l'immaginazione ci allontana dalla realtà portandoci in un mondo che non esiste. Al realismo dell'una si contrappone, generalmente l'inconsistenza dell'altra».
In realtà, ciò che distingue scienza da immaginario è il campo di applicazione: mentre la prima attraverso la logica, spiega e ordina il reale con regole e leggi, il secondo sviluppa connessioni legate al proprio mondo interiore. «Se la scienza ci consente di dominare la realtà, l'immaginario ci offre l'opportunità di penetrare il senso che anima i nostri vissuti» consentendoci di avviare un percorso di crescita personale. L'immaginazione è quindi importante per dare forma a sensazioni ed emozioni ancora non chiare e definite. Appare quindi come un luogo di creazione di emersione di vissuti che ancora non hanno raggiunto la compiutezza ma che hanno necessità di essere espressi. Da qui l'importanza di potenziare la capacità umana di costruire immagini per conoscersi attraverso di esse.
La relazione con la creazione di immagini, la ritroviamo anche in Aristotele, che accostandola al termine di fantasia (phantasía) ne indicava la derivazione da phàos (luce), collegandola a una rappresentazione mentale di tipo visivo. L'immaginazione è infatti «la facoltà che permette a ognuno di noi di pensare ed elaborare idee attraverso le immagini», esattamente come ci consente di fare la fiaba.
Il filosofo Hegel inoltre, approfondisce il tema fornendo una chiara distinzione tra l'immaginazione e la fantasia. Nonostante siano entrambe «determinazioni dell'intelligenza», la prima è semplicemente riproduttiva, la seconda è invece creatrice.
Così nettamente separati, i due termini servirono per sancire la differenza tra il poeta (artista), capace di fantasia creatrice e l'uomo comune, che utilizza l'immaginazione per scopi puramente pratici.
Ascoltando la fiaba e recependo le immagini che suscita in noi, è quindi possibile ampliare i nostri orizzonti consentendoci di:
«rappresentarci le cose non solo per come esse sono ma anche per come potrebbero essere. Ci permette di esaminare virtualmente un avvenimento ed anticipare le relative reazioni e conseguenze, facilitando la presa di decisione. Certo la realtà è diversa dalla finzione, ma immaginandosela (anticipandola), il bambino (e l'adulto) si prepara ad affrontarla».
La fiaba è dunque il regno dell'immaginazione dove il bambino viene reso libero di fantasticare sui propri sogni e desideri, creando immagini mentali che diano sfogo alle proprie ansie. Occorrerà però far seguire alla narrazione delle proprie fantasie, un percorso di elaborazione personale che rappresenta di fatto, il vero fulcro del lavoro educativo. Senza questo passaggio, la fiaba rimane un puro semplice racconto capace di evocare emozioni ma non necessariamente di educare.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La fiaba: ponte educativo tra l'adulto e il bambino
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Informazioni tesi
Autore: | Elisa Dolcetta |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Iusve- istituto universitario salesiano di Venezia |
Facoltà: | Scienze dell'Educazione |
Corso: | Scienze dell'Educazione |
Relatore: | Lucia Ferraro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 36 |
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