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Iran chiama America Latina: il caso di Hispan Tv

La diffusione della televisione nel mondo

Nel 1928 il filosofo inglese Betrand Russell divulgò la notizia dell'invenzione di un apparato che consentiva la visione d'immagini inanimate come scritte, disegni o volti immobili. Tuttavia, ammonì il saggista inglese, non era possibile, in un prossimo futuro, la possibilità di trasmettere un'immagine in movimento. Russel fu smentito qualche anno dopo, nel Novembre del 1936, quando nella sede londinese della BBC, il ministro delle Poste e Telegrafi britannico annuncia l'inizio della prima trasmissione televisiva quotidiana. Sono previste due ore di programmazione al giorno, una di pomeriggio e una di sera, e il segnale televisivo copre solo Londra e gli immediati dintorni. La trasmissione, che trattava di prosa, musica classica, notiziari, ricette e giardinaggio, è seguita da un esiguo numero di spettatori poiché l'apparecchio per la ricezione in commercio era costoso quanto un'automobile.
Anche negli altri paesi europei la televisione destò un grande interesse e le maggiori società cercarono di conquistare una posizione da leader nel mercato tecnologico televisivo. La produzione di telecamere e televisioni ebbe grande impulso soprattutto in Svezia e nei Paesi Bassi, dove la società Philips avviò trasmissioni sperimentali a una definizione sempre maggiore. In Svezia, invece, le trasmissioni cominciarono nel 1939 grazie all'impresa di apparecchiature telefoniche Ericsson. In Francia, il governo aprì nel 1937 una stazione televisiva sulla Tour Eiffel, che si contraddistinse per una grande potenza innovativa e una definizione notevolmente superiore agli standard del tempo. Anche l'Italia non rimase insensibile alla nascita di questo nuovo mass media e il 22 luglio del 39 entra in funzione il trasmettitore sperimentale di Monte Mario a Roma, che effettua per circa un anno trasmissioni regolari con un formato di media definizione. Negli Stati Uniti, invece, per avere una sorta di programmazione televisiva bisognò attendere il 1941, quando furono trasmesse le prime trasmissioni a contenuto sportivo e informativo.
I primi esperimenti di uso della televisione a scopi informativi avvengono quindi, già prima della seconda guerra mondiale. I casi più famosi furono in Germania, per le Olimpiadi di Berlino del 1936 e il congresso del partito nazista a Norimberga del 1937 e in Gran Bretagna, dove l'incoronazione di Giorgio V avvenuta il 30 settembre 1938 fu seguita da un grandissimo numero di spettatori.
Successivamente, è la guerra a interrompere l'esponenziale sviluppo della televisione e di conseguenza dell'informazione in tv, assegnando invece grande importanza alle informazioni radiofoniche. Allo scoppio del sanguinoso conflitto mondiale, infatti, le programmazioni furono sospese in quasi tutti i paesi, rimandando la diffusione globale del mezzo televisivo agli anni Cinquanta.
Al termine del conflitto mondiale negli ambienti radiofonici e cinematografici la televisione non suscitava forti entusiasmi. La nuova tecnologia suscitava una sotterranea apprensione negli ambienti intellettuali poiché si riteneva che potesse attirare soltanto i gruppi appartenenti alle fasce di reddito più alte. Questa preoccupazione fu subito smentita perché, sebbene l'offerta dei programmi fosse ancora limitata, la produzione e vendita di apparecchi televisivi stava aumentando vertiginosamente: nel 1952, negli Stati Uniti, funzionavano più di venti milioni di televisori.
Proprio negli Stati Uniti gli spettatori cinematografici stavano calando in misura rilevante e per evitare perdite economiche le grandi aziende di Hollywood furono costrette a procurarsi delle concessioni televisive e, nella metà degli anni Cinquanta, a trovare degli accordi per la vendita dei film alle grandi emittenti del piccolo schermo. Anche i grandi network radiofonici come la Abc, la Cbs e la Nbc, cominciano a concentrarsi sul nuovo e promettente mezzo di comunicazione e finiscono per trascurare la radio, rompendo i contratti con le stazioni affiliate e riducendo le risorse da dedicare ai giornali radio. L'avvento della televisione negli Stati Uniti, come più tardi in Europa, comporta una totale ristrutturazione nel sistema dei media e i programmi radiofonici più popolari sono trasferiti nella programmazione televisiva. La radio, è costretta quindi a ridefinire il proprio rapporto con gli ascoltatori avviando una segmentazione e specializzazione del pubblico molto accentuata.
In Gran Bretagna, invece, il traguardo del milione di abbonati alla televisione fu raggiunto alla fine del 1951. Alla fine dell'anno successivo le trasmissioni raggiunsero anche la Scozia e il Galles e nel 1953 avvenne uno dei primi grandi avvenimenti storici seguiti dalla televisione: l'incoronazione della Regina Elisabetta. Venti milioni di persone guardarono la cerimonia regale e, tenendo conto che a quell'epoca gli abbonati alla televisione nel Regno Unito erano poco più di due milioni, moltissimi di loro seguirono l'evento nei cinema, nelle sale di ritrovo e nei Pub. Anche in Gran Bretagna, come negli Stati Uniti, la televisione diventò sempre più popolare della radio e fu significativa la vicenda del noto commentatore Richard Dimbleby che conservò intatta la sua fama abbandonando la conduzione di programmi radiofonici per passare alla televisione.
In Giappone le trasmissioni furono avviate nel 1953 dal servizio pubblico radiotelevisivo NHK, seguito nello stesso anno dalle prime emittenti commerciali. Nelle strade di Tokio era frequente imbattersi in migliaia di persone radunate per assistere a incontri sportivi e uno degli eventi che spinse la vendita di apparecchi televisivi, fu in occasione dell'approssimarsi del matrimonio del principe Akihito con la principessa Shada Michiko nel 1959. La notizia delle nozze di un membro della famiglia reale con una cittadina comune spinse moltissimi giapponesi ad acquistare una televisione e l'evento fu seguito da circa quindici milioni di telespettatori. Dopo questo evento cominciarono a moltiplicarsi le trasmissioni e i personaggi televisivi divennero vere e proprie star arrivando a condizionare la moda e lo stile di vita degli spettatori giapponesi. […]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Iran chiama America Latina: il caso di Hispan Tv

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Informazioni tesi

  Autore: Maurizio Mastrangelo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Governo e comunicazione politica
  Relatore: Elisa Lello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 115

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