Il comportamento prosociale nel contesto lavorativo: un contributo empirico

La capacità di regolare le proprie emozioni avrebbe quindi un ruolo importante nello sviluppo della "simpatia", ovvero della preoccupazione per il benessere altrui, che si sviluppa dalla sensibilità alle emozioni altrui (Eisenberg, Carlo, 1991), costituendo il "tramite" tra empatia e un proposito prosociale che si vuole mettere in atto (Batson, 1991). Tuttavia, è difficile che una persona attui comportamenti ed azioni se non è sicura di possedere le capacità necessarie per riuscire, e ciò farebbe parte, secondo la teoria socialcognitiva, dell' "agenticità umana" (human agency), la capacità di fare accadere gli eventi a seguito delle proprie azioni, di esercitare un controllo sulla natura e sulla qualità della propria vita (Bandura, 1997). Elemento chiave del sistema di agenticità sarebbero le convinzioni della propria autoefficacia (l'importanza di "sapere di sapere fare"). Se le persone non credessero di avere la possibilità di produrre risultati, non tenterebbero neanche di agire, e sarebbero tali percezioni gli indicatori più prossimi dell'efficacia personale: nessuno sarebbe migliore indicatore della persona stessa rispetto a ciò che può fare (Bandura, 1991). Nell'insieme di tali convinzioni si rifletterebbe la proprietà della persona di dirigere la condotta, in quanto agente di decisione, iniziativa e controllo, autoregolandosi e operando con successo in particolari ambiti di attività. Di norma le persone non si esporrebbero a rischi che eccedono le loro capacità, mentre può essere frequente che invece si precludano delle possibilità di successo o l'accesso a particolari abilità, ritenendo di non essere all'altezza. Allora, sarebbe fondamentale accertare quanto le convinzioni di efficacia rispecchiano tutte le potenzialità di una persona, quanto questa confidi in sé stessa per poter mettere a frutto le proprie capacità.