Studio temporale dell'avifauna stanziale e migratoria del lago di Angitola (vv) (Oasi del WWF)

Verso la fine degli anni '70 la situazione dell'oasi, dal punto di vista naturalistico era drammatica. La mancanza di una recinzione idonea e di una adeguata tabellazione, che indicasse il divieto di caccia, ma soprattutto la inesistente vigilanza venatoria, rendevano il lago ed i suoi dintorni un'autentica riserva di caccia per i bracconieri. La vicinanza dell'oasi all'autostrada, la facilità di accesso dalla SS 110 e dalla parallela strada di bonifica, rendevano l'attività dei cacciatori estremamente agevole.
Fu allora che il WWF iniziò una vera e propria battaglia per far rispettare il divieto di caccia e per ottenere il divieto di pesca, considerato il disturbo arrecato dai numerosi pescatori che, specie durante il periodo della riproduzione degli uccelli, stazionavano per ore sulle rive del lago. Ma la costante azione di vigilanza e denuncia del WWF non si è indirizzata soltanto contro l'attività di caccia illegale, ma anche verso tutti gli aspetti della conservazione del sito, dal taglio illegale di alberi a progetti di captazione delle acque, agli incendi boschivi, alle discariche abusive, fino ai numerosi atti di vandalismo che le (poche) strutture dell'oasi hanno subìto negli anni.
Per diversi anni, inoltre, gli attivisti del WWF hanno presidiato l'oasi nei periodi più critici, al fine di scongiurare, attraverso una capillare e costante opera di "educazione civica", (distribuzione di volantini, contatti diretti, fornitura e raccolta di sacchi per la spazzatura) l'abbandono di rifiuti all'interno dell'oasi da parte di migliaia di cittadini. […]