Lo sport: laboratorio di un'etica sociale

Fin dalla sua nascita lo sport non è stato soltanto fonte di disuguaglianza sociale, nel senso che non tutti potevano e possono accedere alle stesse ricompense sociali, quali denaro, potere e prestigio, ma anche di discriminazione.
Per quanto concerne il concetto di disuguaglianza sociale, bisogna ricordare che gli atleti hanno sempre goduto di un certo prestigio sociale. Pertanto possiamo dunque affermare che lo sport moderno da un lato garantisce eguali condizioni di partenza, dall'altro è fattore discriminativo. Nel momento in cui un atleta entra in uno status, acquista fama, denaro, prestigio che, una volta portate all'estremo, generano la sensazione che i grandi campioni fanno parte di una casta "speciale".

A questo proposito, Max Weber vede lo sport come una ricaduta nel privatismo consumizzato, nel senso che lo sport si riduce a merce e contribuisce ad un livellamento degli individui che appaiono semi – culturali. Il suo concetto centrale è quello di ceto: una categoria che non riguarda solo la struttura economica, riferita alla possibilità che un uomo ha di imporre il proprio valore, ma attiene anche all'onore e alla condotta e dunque al prestigio sociale.
Il prestigio nella modernità segue un percorso che va da status posseduti sin dalla nascita e indipendenti dalla volontà dell'individuo, a status acquisiti dal presupposto d'incidere sulla realtà. Infatti nello sport moderno conta più il ruolo sociale mentre le aspettative di chi vive lo sport vengono messe, forse, in secondo luogo.

In altre parole, lo status dell'atleta riflette i cinque valori della modernità: l'individualizzazione, la differenziazione, la razionalizzazione, l'economicizzazione e l'espansione.
Lo sport contemporaneo sembra porre l'accento sulla carriera sportiva, rendendo fragile il confine di una reale promozione e partecipazione ad esso. Il reddito fa la differenza non solo fra sport professionistico e sport amatoriale, ma fra singole forme sportive. Un campione di tennis o di surf, ha bisogno delle sponsorizzazioni per poter competere, mentre chi si impegna nel sociale attraverso lo sport, deve far fronte a bruschi tagli e ridimensionamenti di spesa59.
In riferimento al concetto di razza ed etnia, lo sport occidentale è sempre stato pervaso dall'etnocentrismo: laddove i bianchi costituivano la maggioranza numerica, tendevano ad imporre le loro regole alle minoranze etniche. Il risultato fu che gli stereotipi e pregiudizi alimentarono vere e proprie forme di discriminazione basate sul colore della pelle soprattutto nelle società sportive.
La discriminazione nell'ambito sportivo fa riferimento al modo diversificato in cui vengono trattate le persone, che sono identiche in tutto e per tutto tranne che per la razza. [...]