ARTRITE REUMATOIDE: terapia farmacologica e interventi motori

L'artrite reumatoide è una malattia cronica, sistemica, autoimmune caratterizzata da decrementi per la salute delle articolazioni, tra cui dolore alle articolazioni, infiammazione, affaticamento, aumento dell'incidenza e dell'avanzamento di malattie cardiovascolari, accelerata perdita di massa muscolare (cachessia reumatoide). Questi fattori contribuiscono a una limitazione funzionale, disabilità, comorbilità e ridotta qualità della vita.
Anche durante le fasi di inattività della malattia, i livelli sistemici di citochine rimangono deregolati rispetto a quelli senza artrite reumatoide e queste possono giocare un ruolo significativo sugli effetti sistemici della malattia, come disturbi vascolari e cachessia reumatoide. In aggiunta alle caratteristiche articolari della malattia, l'AR è associata ad un aumento di morbilità e mortalità a causa di malattie cardiovascolari, con un rischio di infarto miocardico doppio nelle donne affette dalla malattia rispetto a quelle che non ne soffrono. Un'analisi riguardante 24 studi, comprendenti 111.758 pazienti con 22.927 eventi cardiovascolari, ha riportato un aumento del rischio del 50% delle morti per disturbi cardiovascolari in pazienti affetti da AR rispetto alla popolazione generale. Dato che l'infiammazione cronica di basso grado sembrerebbe svolgere un ruolo importante nella causa alla base dei disturbi cardiovascolari, ovvero l'arteriosclerosi, sembra ragionevole ipotizzare che l'infiammazione sistemica contribuisca ad un aumento di disturbi cardiovascolari in persone con AR.
La maggior parte dei pazienti affetti da AR soffrono anche di una perdita accelerata di massa muscolare, una condizione nota come "cachessia reumatoide". Questa perdita contribuisce alla disabilità e ha un impatto significativo sulla qualità della vita di un individuo. Questa condizione è stata diagnosticata su due terzi di tutti i pazienti affetti da AR, tra cui pazienti con AR stabile. Roubenoff crede che la cachessia reumatoide sia causata dalla citochina (principalmente TNF-α), dall'ipermetabolismo e dalla degradazione proteica. Tuttavia, la cattiva alimentazione e il basso livello di attività fisica sembrerebbero contribuire. È stato dimostrato che i pazienti affetti da AR fanno meno esercizio fisico rispetto ai loro omologhi sani; più dell'80% dei pazienti con artrite reumatoide sono fisicamente inattivi in alcuni paesi e questo si traduce in un circolo vizioso in termini di salute e di progressione della malattia. È quindi evidente che incoraggiare all'attività fisica sia una parte importante ed essenziale del complessivo trattamento dell'AR.
I benefici riportati dai programmi di esercizio fisico includono un miglioramento della forma cardiorespiratoria e cardiovascolare, miglioramento della salute, aumento della massa muscolare, ridotta adiposità (compresa la riduzione del grasso del tronco), maggiore resistenza fisica, il tutto ottenuto senza il peggioramento dell'attività della malattia o danno articolare. Inoltre, confrontando l'efficacia dell'alta e bassa intensità di allenamento in caso di AR stabile, si è constatato che il primo era più efficace nell'aumento della capacità aerobica, della forza muscolare, della mobilità articolare e funzione fisica senza effetti negativi sull'attività della malattia in pazienti con AR controllata e attiva. […]