La tutela costituzionale dei minori su Internet

Una corretta tutela del soggetto minore d'età – seppur fortemente approntata e sentita nel mondo reale – deve, ovviamente, confrontarsi oggi con le nuove tipologie di pericolo cui lo stesso potrebbe venire a trovarsi.
In tal senso, una delle fonti di maggiore rischio è, senza ombra di dubbio, la rete Internet.

Da un punto di vista meramente definitorio – e senza entrare nel tecnicismo della questione – Internet potrebbe essere definito quale "grande rete entro cui, oltre ogni barriera spazio – temporale, poter comunicare e divulgare notizie, dati e informazioni ad un numero indeterminato di individui".

L'evolversi delle reti telematiche, infatti, se da un lato evidenziano la modernizzazione e l'evoluzione della attuale società, dall'altro estrinsecano una serie di criticità non sempre tollerabili e fronteggiabili e ciò, soprattutto, laddove vengono in rilievo soggetti minorenni per i quali le problematiche di tutela spaziano dall'esigenza di tutelarne l'integrità psicofisica a quella di garantirne riservatezza in termini di dati personali.

Proprio con riferimento al diritto alla riservatezza, oggi ampiamente riconosciuto anche al soggetto minore d'età, ciò che appare necessario è la realizzazione di una regolamentazione che riesca ad armonizzare tanto il diritto del minore a ricevere informazioni, quanto il diritto dello stesso minore a riceverla in maniera consona ed adeguata alla propria personalità ancora in fierie, del resto, diversamente non potrebbe essere atteso che si tratta di un diritto esplicativo del disposto di cui all'articolo 30 della Carta Costituzionale.

In realtà è stato messo in luce come, oggi, l'«istruire ed educare la prole» non rimane prerogativa dei genitori ma è divenuto onere dell'intera società civile giungendosi a parlare persino di «policentrismo educativo».

Un concetto, quest'ultimo che mette in risalto il concetto di "formazione sociale" per il quale, noti studiosi, giunsero ad affermare che «Uno Stato non è veramente democratico se non è al servizio dell'uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà e l'autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità».

Ed a maggior ragione, all'interno di tali formazioni sociali il minore necessita di essere garantito e tutelato in ogni aspetto della propria personalità ma, soprattutto, necessita di essere coadiuvato ed assistito durante tutto il suo processo di crescita.

Ovviamente, sono proprio i social network a rappresentare una delle moderne "formazioni sociali" di maggiore incisività e pericolosità per il soggetto minorenne e ciò sia perché fungono da strumento per eccellenza di "socializzazione" del soggetto, sia per le innumerevoli attività che lo stesso minore vi può quotidianamente svolgere. [...]