Altare della Vittoria: una controversia tra pagani e cristiani nel IV sec. d.C.

Aurelio Ambrogio è una delle personalità più importanti nella Chiesa del IV secolo d.C.
Nasce nel 339-340 a Treviri, in Renania, discendente da un'antica famiglia dell'aristocrazia romana, quella degli Aurelii; suo padre esercita la carica di prefetto del pretorio delle Gallie ed egli stesso sembra destinato a percorrere tutti i gradi della magistratura e della pubblica amministrazione. Infatti nel 365 è avvocato a Sirmio, dopo tre anni diviene membro del consiglio del prefetto nella stessa città e nel 370 è governatore a Milano della provincia romana dell'Emilia-Liguria, dove assume un ruolo di rilievo nell'amministrazione dell'imperatore Valentiniano I. Nel 374 muore a Milano il vescovo ariano Aussenzio ed i fedeli, raccolti nella basilica per l'elezione del nuovo vescovo, sono divisi in due opposte fazioni, quella ariana e quella antiariana. Per la violenta contesa che si accende ed il pericolo di tumulti, onde evitare che questi degenerino e che arrechino turbamento alla città, Ambrogio, in qualità di responsabile dell'ordine della città meneghina, si vede costretto ad intervenire per tentare di comporre il contrasto. Mentre parla alla folla dall'abside, viene a un tratto da più parti e, subito dopo, all'unanimità acclamato egli stesso vescovo. Esita a lungo prima di accettare, in quanto cristiano, ma ancora catecumeno e non battezzato. Sono due i motivi che lo spingono ad accettare: da una parte il consenso pervenutogli tramite rescritto imperiale da Valentiniano I, il quale nell'unanime designazione di Ambrogio da parte delle opposte e litigiose fazioni cristiane vede favorita la sua politica di tolleranza e di pacificazione religiosa; dall'altra la formazione cristiana in cui è cresciuto. Genitori, fratello e sorella sono di questa fede, e tra gli ascendenti, in famiglia c'è persino una martire, Sotere, percossa e uccisa al tempo delle persecuzioni dioclezianee. Riceve quindi, a un mese circa dall'elezione, il battesimo e pochi giorni dopo, superati consecutivamente i diversi gradi della gerarchia ecclesiastica, la consacrazione episcopale. [...]