L’inquinamento da idrocarburi e la protezione dell'ambiente marino: il caso Exxon Valdez
Oil Pollution Act (OPA 90)
Come risposta all’incidente, gli Usa dimostrarono, con la promulgazione dell'Oil Pollution Act del 1990, più comunemente chiamato OPA 90, di aver imparato qualcosa dall’Exxon Valdez oil spill e dalle sue conseguenze in termini ecologici, economici e politici. L’atto federale per l’inquinamento da petrolio rappresenta un chiaro esempio di come un disastro ambientale possa successivamente, in ragione delle sue conseguenze, portare verso un cambiamento politico.
OPA 90 nasce dalla volontà da parte del governo americano di regolamentare il settore petrolifero, conformare tutte le industrie del settore obbligandole a recepire standard di protezione delle risorse marine, fissare i criteri di responsabilità, misure di compensazione, di prevenzione e risarcimento al fine di ridurre i danni ed evitare che si presentino nuovamente incidenti come quello capitato al golfo di Prince William Sound. OPA 90 fu creato con lo scopo di ideare un sistema di contenimento e prevenzione di incidenti petroliferi riguardanti il versamento di petrolio nel mare. L’atto inoltre elenca tutta una serie di direttive future volte a regolamentare l’attività delle varie compagnie industriali e petrolifere che dovranno dimostrare di saper attuare tutto ciò che è in loro possesso per contenere, qualora si verificassero problemi o incidenti, lo spargimento del petrolio.
Tra queste mi sembra giusto ricordare :
- OPA 90 impone la responsabilità finanziaria per le misure di clean-up, (pulizia del litorale) e gli altri danni collegati alle risorse naturali con l’obiettivo, anche se non sempre raggiunto, di incoraggiare i possibili inquinatori ad adottare misure di precauzione sempre più elevate che aiutino a minimizzare i costi di abbattimento dell'inquinamento.
- L’utilizzo di metodi di valutazione contingente al fine di creare un mercato anche per quei beni come le risorse naturali, la fauna e la flora che non hanno un valore monetario.
Con l’OPA 90 per la prima volta si introduce nella legislazione americana il concetto di “environmental values” ad opera dell’US Environmental Protection Agency (EPA) che di fronte ai danni provocati dall’Exxon Valdez in Alaska, ne stimò il valore monetario paragonabile intorno a 3 miliardi di dollari.
- L’atto federale si basa sul principio del “chi inquina, paga”. Questo comporta un risarcimento a carico dell’inquinatore per danni evidenziati da attività illecite, criminali, nonché da presunta negligenza o condotta poco consona in merito alle attività marittime.
L’intensa copertura mediatica che si è vista su giornali, telegiornali, riviste internazionali e che è stata dedicata allo sversamento della Exxon Valdez, ha incrementato il numero di osservatori che guardavano “ABC news”. Ora le innumerevoli foto ed immagini della costa dell'Alaska, che immortalavano uccelli e mammiferi morti hanno incrementato la consapevolezza dell'opinione pubblica riguardo ai danni causati dal petrolio; questo ha significato un’assegnazione di valore anche per le risorse naturali.
Quelle immagini hanno dunque rafforzato la consapevolezza dell' esistenza di queste risorse naturali ed il loro conseguente valore monetario, rendendo così i costi per spill futuri relativi all’inquinamento da petrolio, più quelli per le misure di clean-up e quelli per il risarcimento dei danni almeno tre volte superiori rispetto al caso dell'Exxon Valdez.
La legge americana ha poi portato alcuni cambiamenti tecnici nella costruzione degli scafi delle navi cargo, le quali dal 1990 in poi dovranno essere munite di doppio scafo; mentre le navi costruite prima del 1990, dotate di un unico scafo, ancora in servizio, dovranno essere smantellate entro il 2015.
Altre normative collegate a OPA’90 riguardano la licenza dell'equipaggio, sistemi di navigazione e l’impegno da parte della Guardia Costiera di fornire aiuto mediante rimorchiatori o chiatte, durante le manovre di ripiegamento vicino a scogli o in entrata–uscita dalla baie alle navi più grosse come le petroliere o comunque trasportanti sostanze pericolose a bordo. Per esempio, dopo l’incidente della Exxon Valdez, per le navi operanti nello stretto di Prince William si esigono due battelli per un singolo cargo più grande di 5000 tonnellate adibito al trasporto di petrolio. Tutte le navi poi devono poter disporre di un piano veloce di risposta in caso di arenamento o incagliamento e conseguente spargimento di petrolio, al fine di poter isolare la macchia mediante strumenti innovativi.
In relazione al fatto che il capitano della Exxon Valdez, fosse stato trovato positivo all’alcool, venne emanata tutta una normativa più rigorosa che va dalla comprovata idoneità (requisiti fisici e mentali) dell'equipaggio da richiedersi medianti appositi test di qualifica, alla disponibilità di test antidroga e alcool, a regole più generali di navigazione, come per esempio la presenza di due ufficiali sul ponte di vedetta durante situazioni di alta marea o poca visibilità.
Ora tutte queste misure preventive e regolamentazioni sono state emanate con lo scopo di ridurre la casualità degli incidenti marittimi dove l’errore umano, secondo indagini statistiche, è al primo posto con una misura del 75% sugli incidenti petroliferi del mondo (Gerlach). Ketkar invece stima che gli errori umani siano responsabili per il 50-60% degli incidenti navali, tuttavia almeno la metà di questi incidenti, stando a quanto rivela “Marine Policy”, riguardano equipaggi poco istruiti, battenti le bandiere di quattro regioni – Panama, Cipro, Liberia e Grecia. Sembra comunque che l’Oil Pollution Act abbia raccolto buoni risultati politici: per esempio fin dall’inizio della sua approvazione, il numero ed il volume di sversamenti di petrolio causati da incidenti è diminuito notevolmente; le nuove e rigorose normative sembrano aver spinto le varie industrie ad attuare quelle misure preventive in grado di limitare i danni originati da oil spill futuri.
Non mancano comunque critiche mosse da alcuni scienziati relativamente alle nuove misure dell'Oil Pollution Act, che sottolineano, per esempio, come il traffico sia aumentato (sempre riferito allo stretto di Prince William) causa l’aiuto prestato dai rimorchiatori alle petroliere che escono o entrano nello stretto. Infatti, in tal modo si alzerebbero i livelli nel consumo di carburante e quello delle emissioni atmosferiche; l’incremento dell'inquinamento atmosferico andrebbe così a contrastare le direttive del Clean Air Act sempre di quello stesso anno (1990). C’è anche chi sostiene che i nuovi scafi dotati di doppia carenatura sarebbero più sensibili ad incendi ed esplosioni per via dei maggiori gas volatili che si vanno ad accumulare tra le due parti dello scafo; altri scienziati invece restano d’accordo sul fatto sostengono che in caso di grandi collisioni, la doppia carenatura non eviterebbe lo spargimento di petrolio, anche se comunque rappresenta già un primo passo verso una maggiore sicurezza.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L’inquinamento da idrocarburi e la protezione dell'ambiente marino: il caso Exxon Valdez
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Informazioni tesi
Autore: | Luca De Girolamo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Egidio Dansero |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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