Analisi comparativa fra l'economia italiana e polacca
Struttura economica della Polonia
I dati Eurostat, confermando che le percentuali sul PIL, di consumi e investimenti, sono oggi pressoché simili a quelle italiane, permettono di affermare che la Polonia, al pari dell'Italia, può essere considerata una nazione formica. Nel 2010 infatti, la spesa per consumi finali è stata pari all'80,2% del PIL, mentre quella per investimenti ha rappresentato una percentuale del PIL pari a 19,9% in linea quindi con la media dei maggiori paesi europei ad economia di mercato. Ciò testimonia che la transizione da un'economia pianificata ad un'economia di mercato in Polonia è ormai divenuta realtà, e questo grazie anche all'impegno del Paese in questa direzione. Testimone di tale impegno è il dato relativo alla percentuale degli investimenti totali sul PIL negli anni immediatamente precedenti l'avvio della transizione, e in particolare nel 1989 quando gli investimenti raggiunsero il 31,3% del PIL (Fonte: EUROSTAT).
L'attuale struttura della produzione polacca è quindi il frutto dell'estensione, operata appunto a partire dal 1989, dei principi di libero mercato a tutti i settori dell'economia, il che ha permesso alla Polonia di proporsi al resto dell'Europa come partner economicamente credibile: basti pensare che nel 1989 il settore privato contribuiva per il solo 18,0% alla formazione del PIL, mentre all'indomani dell'ingresso nell'Unione Europea tale percentuale si aggirava intorno al 50,0%.
Il settore che, in termini di contributo alla formazione del PIL, ha subito il maggior calo è quello agricolo, mentre il settore dei servizi ha registrato un'importante espansione. Nel 2011 il PIL polacco risultava così composto: agricoltura 4,0%, industria 33,0%, di cui 8,2% attribuibile al sottosettore delle costruzioni, e servizi 63,0% (Fonte: EUROSTAT).
Nonostante oggi la Polonia non può più considerarsi un Paese dall'economia prevalentemente agricola, come lo era alla vigilia della seconda guerra mondiale, il settore agricolo conserva, un importante ruolo nell'economia polacca in quanto pur generando solo il 4,0% del PIL, assorbe ben il 14,6% della forza lavoro nazionale (Fonte: CSO, Concise Yearbook of the Republic of Poland, 2013).
La Polonia infatti è il Paese europeo con una maggiore SAU, circa 18 milioni di ettari che rappresentano il 51,6% della superficie totale del Paese. Le tipologie di utilizzazione della SAU sono rimaste pressoché invariate dal 1990: circa il 71% è costituita da superficie coltivabile mentre la restante parte è destinata prevalentemente a pascolo e prato. La struttura aziendale presenta una marcata polarizzazione geografica in termini sia dimensionali sia di efficienza produttività: le regioni orientali, infatti, hanno ereditato dalla dominazione zarista, una situazione di sostanziale arretratezza rispetto alle aree occidentali a controllo austriaco e prussiano. Questa eredità storica e culturale ha rafforzato nelle regioni orientali il legame esistente fra gli agricoltori e le loro terre. Ciò ha permesso loro di contrastare il tentativo di collettivizzazione del settore, avanzato dal Governo negli anni '50 del Secolo scorso e di fare della piccola proprietà individuale la peculiarità del settore agricolo polacco. […]
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Informazioni tesi
Autore: | Gaetana Faggiano |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Giovanni Girone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 217 |
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