Persuasione e Politica. La comunicazione non verbale di Silvio Berlusconi
Comunicazione politica e mass media
Arrivati a questo punto, non si può non accennare alla comunicazione politica e al suo cambiamento dato dai mass media e all’effetto che questo intreccio ha avuto sul pubblico.
In generale, si può affermare che la comunicazione politica è cambiata radicalmente con la comparsa e la diffusione dei mass media, in quanto le risorse di questi ultimi hanno modificato l’impostazione stessa di fare politica. I comizi e altre forme di propaganda politica (come dépliant, stampa di partito, riunione di sezione ecc.) sono stati sostituiti dai dibattiti televisivi e radiofonici, dalla gestione dei notiziari e dei telegiornali, dalla tempestività degli interventi in tempo reale, dalla cronaca mediatica degli avvenimenti politici importanti ecc.
Per questa serie di ragioni si parla oggi di comunicazione politica intesa come intreccio e mediazione di messaggi fra i politici, i mass media e il pubblico (Mazzoleni, 1998). Siamo quindi di fronte a tre attori distinti che entrano in interazione reciproca.
L’analisi delle interazioni fra i politici, i cittadini e i mass media è stata illustrata in un primo momento dal modello pubblicistico-dialogico, secondo il quale questi tre attori qui individuati interagiscono alla pari in modo sia diretto che indiretto.
Infatti, i politici possono comunicare con i cittadini sia direttamente ( per esempio, cene di beneficienza, convegni ecc.) sia indirettamente attraverso i media. Parimenti, questi ultimi possono rivolgersi ai cittadini sia in merito ad aspetti politici della vita pubblica sia per altri aspetti (per esempio, sport, intrattenimento ecc.). lo spazio condiviso da tutti e tre gli attori costituisce la comunicazione politica mediatizzata, ossia la comunicazione dei politici rivolta ai cittadini che passa attraverso i mass media. In questa prospettiva, i media, pur essendo ritenuti importanti, non sono considerati essenziali per la comunicazione politica che può avere luogo anche attraverso altri sistemi di segnalazione.
Tuttavia, l’estensione e la dominanza dei media nelle società contemporanee hanno suggerito l’elaborazione del modello mediatico della comunicazione politica. Secondo questo modello i mass media vengono a costituire la cornice e l’orizzonte entro il quale politici e cittadini si parlano e comunicano fra di loro. Essi diventano l’arena pubblica e il palcoscenico su cui si svolge e si sviluppa l’azione politica; nel medesimo tempo, condizionano i politici e i cittadini ad adattarsi alle logiche e alle regole che governano la comunicazione di massa. Sotto questo profilo la comunicazione politica è il prodotto dell’interazione e del confronto fra i diversi attori all’interno dello spazio pubblico mediatizzato.
La mediatizzazione della comunicazione politica implica soltanto un massiccio ricorso ai mass media, ma modifica anche le forme e la sostanza del fare politica.
In questa prospettiva è riservata particolare rilevanza al binomio sistema politico-sistema dei media, mentre i cittadini-elettori sono relegati sullo sfondo, più in una posizione da spettatore che da attore e da protagonista.
In particolare, occorre sottolineare la centralità dei media nell’arena politica, poiché essi sono (McQuail, 2000) :
a) una fonte di potere (in quanto strumento di influenza e di innovazione nella società);
b) la sede (lo spazio) dove si svolgono molti fatti della vita pubblica nazionale e internazionale;
c) una fonte primaria di definizione e di diffusione dei significati della realtà sociale;
d) il percorso privilegiato per ottenere visibilità pubblica e notorietà
Di conseguenza, i politici che intendono rivolgere un messaggio ai cittadini devono negoziare con i media tempi, modi e registri. Sotto questo aspetto essi hanno non soltanto il potere derivato dalla loro attività di mediazione, bensì svolgono anche la funzione di filtro e di controllo nei riguardi del potere politico. In questo senso in ambito anglosassone sempre più spesso si parla di “media politics”. Tale centralità dei media nella comunicazione politica presenta il suo rovescio, poiché essi hanno bisogno del sistema politico. È sufficiente pensare alle leggi che regolamentano le emittenti televisive e radiofoniche, nonché l’attività editoriale in genere. Inoltre, per la produzione della “notizia” i media dipendono dalle fonti politiche. In questa prospettiva comunicazione dei politici e comunicazione dei media sono strettamente intrecciate.
È importante ora soffermarci sugli effetti politici, ossia quelli che concernono la sfera dell’azione e della interazione fra le diverse componenti del sistema politico, fra di essi possiamo menzionare anzi tutto l’effetto di personalizzazione, in quanto i media hanno la propensione a leggere la politica attraverso i suoi attori, ponendo in secondo piano l’ideologia e l’organizzazione del partito. La personalizzazione della comunicazione politica costituisce un effetto diretto della sua spettacolarizzazione.
Essa focalizza l’attenzione sul chi e sul come piuttosto che sul che cosa un politico sostiene o fa. Non meraviglia quindi la tesi secondo la quale oggi un politico deve essere anche un bravo attore, oltre che un eccellente comunicatore. Questa condizione conduce a una contrapposizione di personalità soprattutto in occasione delle elezioni all’interno di un sistema elettorale maggioritario, come quello attualmente vigente in Italia. Così i politici si sono adeguati ai registri comunicativi dei media in termini di immagine e di linguaggio (Anolli, 2002).
In secondo luogo i mass media hanno generato un effetto di personalizzazione della leadership (o leaderizzazione). In questo senso si è assistito alla transizione da una democrazia acefala (quella dei partiti) a una democrazia con leadership personalizzata (Mazzoleni, 1998).
Tale forma di democrazia e di leadership politica risulta fortemente consona con i canoni della comunicazione di massa. Essa è caratteristica non soltanto dei sistemi politici presidenziali (come gli USA) ma ormai riguarda anche gli altri sistemi politici nei vari paesi occidentali. La leaderizzazione enfatizza la visibilità e il carisma del leader, con le sue luci e le sue ombre, collocandolo sotto i riflettori impietosi dei mass media.
In terzo luogo la mediatizzazione politica ha condotto alla selezione delle élite politiche, poiché si è assistito ultimamente e si assisterà ancor di più in futuro al trasferimento del reclutamento del ceto politico dagli organismi partitici ad agenti esterni al sistema partitico. Sempre più spesso tale reclutamento di personaggi “imprestati” alla politica avviene secondo la “logica dei media”.
Tanto più tali personaggi sono telegenici, abili nella dialettica e pronti alla battuta, quanto più maggiori sono le loro probabilità di successo in politica. In modo inesorabile i mass media selezionano le “personalità mediatiche“ che, assai più che i notabili della zona, hanno la probabilità di essere eletti.
Negli USA si parla di effetto setaccio in occasione delle primarie delle campagne elettorali: i candidati ritenuti “media –genici” sono tenuti sotto i riflettori dei media più degli altri, poiché essi contribuiscono ad aumentare l’audience. In tal modo essi hanno probabilità assai più elevate di passare il turno rispetto agli altri concorrenti (Anolli, 2006).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Persuasione e Politica. La comunicazione non verbale di Silvio Berlusconi
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Informazioni tesi
Autore: | Silvio Di Micco |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Maria Assunta Zanetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 148 |
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