Il Domaine Resérvé del capo dello stato nella quinta repubblica francese

La prassi costituzionale nei settori di politica estera e difesa in periodo di coincidenza delle maggioranze.
Durante il periodo di "maggioranze coincidenti" la prassi concernente la ripartizione delle competenze nei settori della politica estera e della difesa si è discostata dalla lettera del testo costituzionale e la concorrenza di attribuzioni tra Presidente della Repubblica e Primo Ministro prevista dal testo costituzionale è mutata in una preminenza generale del Presidente della Repubblica.
Un esempio di quanto detto può essere riscontrato nella non coerente applicazione dell'istituto della controfirma.
Infatti sebbene secondo i dettami costituzionali,il Presidente della Repubblica in qualità di capo delle forze armate (art.15) e, in virtù dell'art.19, nell'avvalersi di un atto scritto, possa agire solo, con la controfirma del Primo Ministro o del Ministro competente della materia, nella prassi le controfirme o loro equivalenti non sono sempre state utilizzate quando il Presidente della Repubblica ha dovuto prendere delle decisioni d'ordine militare.

In materia di politica estera manifestazioni dell'attivismo del Presidente della Repubblica si sono riscontrate oltre che nell'esercizio della cosiddetta "diplomazia diretta" in qualità di rappresentante della Francia sulla scena internazionale, nell'esercizio delle funzioni totalmente autonome, nell'assunzione di un ruolo di catalizzatore nella definizione dei principali orientamenti, nella formulazione delle decisioni, nella redazione dei discorsi internazionali.
Anche nel settore della difesa il Presidente della Repubblica, ritenendosi direttamente responsabile della sicurezza del Paese in qualità di "capo delle forze armate" e possessore di responsabilità maggiori nella salvaguardia del paese grazie al potere di impiego dell'armamento nucleare,esercitò la propria preminenza.
Tale preminenza si manifestò nel redigere autonomamente le direttive fissanti la struttura dell'armata e la costituzione della forza nucleare (numero di divisioni,numero di aerei,tonnellata della flotta) e nel definire le modalità per impartire le sue decisioni ai ministri interessati (Affari esteri, difesa) e al capo dello stato maggiore dell'esercito.
Il Presidente della Repubblica acquisì, in tale settore, un elevato controllo soprattutto grazie all'ingente quantità di informazioni ricevute.
La presidenza riceveva tutti i giorni i telegrammi degli addetti militari di stanza all'estero, quelli della DGSE (direzione generale della sicurezza del territorio), della DRM (direzione dell'informazione militare) e il Presidente era destinatario delle note e dei fascicoli (dossiers) preparati dallo stato maggiore delle forze armate, il gabinetto del ministro della difesa nazionale,la DGA (delegazione generale per gli armamenti), il commissariato per l'energia atomica, il SGDN (segretariato generale alla difesa nazionale) e il Ministero degli Affari Esteri. […]