La gestione infermieristica del paziente pediatrico sottoposto a trapianto di cellule staminali ematopoietiche
Gestione del dolore
Come nell’adulto, anche in ambito pediatrico, il dolore è un sintomo frequente in corso di malattia onco-ematologica anzi il dolore è parte costante dell’esperienza ospedaliera del bambino. Il dolore nei bambini oncoematologici è un sintomo debilitante con forte impatto sulla qualità di vita. Tutti i bambini/ragazzi con tumore provano dolore, il 70% accusa dolore severo. Sebbene esistano molte conoscenze e risorse in merito spesso queste sono gestite in maniera inadeguata. Il dolore è una preoccupazione primaria delle famiglie e del bambino/ragazzo. Da un lato il malato ha paura delle procedure che gli causano dolore, perdendo così fiducia nel personale ospedaliero. Dall’altra parte i genitori di fronte alla sofferenza del figlio possono irritarsi e divenire diffidenti nei confronti del sistema sanitario; possono sentirsi impotenti e vulnerabili. La scarsa gestione del dolore può incidere anche sugli stessi operatori sanitari intorpidendo la loro compassione. I bambini/ragazzi sono capaci di comprendere i concetti di base del dolore fin dalla più tenera età, descrivendone sia gli aspetti fisici che emozionali.
L’International Association for the study of pain definisce il dolore come “sgradevole esperienza sensoriale ed emozionale associata ad un reale o potenziale danno tissutale o descritta in termini di tale danno”. Quando un bambino/ragazzo riporta dolore esso riflette un’esperienza sensoriale ed affettiva ed una risposta cognitiva. L’infermiere deve capire come i fattori cognitivi e psico-sociali mitighino o aumentino il dolore ed allo stesso tempo capire come utilizzarli per valutarne l’impatto. Spesso è un segnale importante per la diagnosi iniziale, fattore sensibile nell’indicarne evoluzioni positive o negative durante il decorso, innegabile presenza in corso di molteplici procedure diagnostiche e/o terapeutiche e costante riflesso di paura e ansia per tutto quello che la malattia comporta.
L’incidenza del dolore in corso di malattia onco-ematologica in età pediatrica, è elevata. Basti pensare al numero di punture lombari o aspirati midollari eseguiti da un paziente leucemico e a tutte le necessità della diagnostica per immagini nel bambino (RMN, TC).
In più del 50% dei casi, il dolore è presente fra i sintomi d’esordio e la percentuale aumenta durante il decorso della malattia. Nel 100% dei bambini è presente dolore iatrogeno, secondario a procedure diagnostiche e/o terapeutiche.
Quindi, la gestione del bambino affetto da neoplasia, non può prescindere da una corretta valutazione e terapia del sintomo dolore: sintomo che fra tutti, più mina l'integrità fisica e psichica del bambino.
Diverse le cause, spesso coesistenti:
a) il dolore è un sintomo che spesso accompagna la terapia farmacologica, radioterapica o chirurgica antitumorale(neuropatie periferiche, infezioni locali e/o generalizzate, dermatiti da radiazioni, dolore postoperatorio);
b) le procedure diagnostiche e/o terapeutiche costituiscono una parte importantissima ed ineluttabile nella “quota” di dolore provato in corso di malattia oncologica: prelievi, rachicentesi, midolli e biopsie sono procedure frequenti, dolorose, cariche di ansia e paura.
In questi ultimi anni in letteratura sono stati pubblicati molti lavori sul dolore oncologico in ambito pediatrico.
Studi anatomici e fisiologici hanno dimostrato che il neonato-bambino sperimenta il dolore e più dell'adulto e ne conserva il ricordo.
Molti progressi sono stati fatti sulle modalità di valutazione del dolore nel bambino e nel neonato: è quanto mai importante infatti, capire se, e quanto intenso è il dolore provato dal piccolo paziente. Questo permette un più attento monitoraggio e un più adeguato intervento terapeutico coadiuvato da diversi metodi e scale per la valutazione del dolore pediatrico, differenziati secondo età e capacità cognitive, molti di facile applicazione clinica e di estrema efficacia diagnostica. Fra questi i più usati sono le scale osservazionali dove l’ infermiere deve osservare il piccolo paziente per un tempo variabile per poi determinare i singoli punteggi (Tabella 9) e le scale Self Report (il piccolo paziente rivela l’intensità del suo dolore) come nella Faces Scales e la scala numerica NRS da 0 a 10.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La gestione infermieristica del paziente pediatrico sottoposto a trapianto di cellule staminali ematopoietiche
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Mugavero |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Federica Ederli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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