La liberalizzazione dei trasporti aerei e dei servizi di assistenza a terra

Fin dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale, il settore del trasporto aereo in Europa è stato impostato sul principio della sovranità dello Stato sugli spazi aerei e, in campo economico, su un rigido protezionismo.
Se negli anni '40 gli Stati europei avevano scelto di adottare una politica protezionistica dei mercati attraverso negoziati bilaterali che rispettassero alcune regole intese a favorire le compagnie di bandiera, alla fine degli anni '70 gli stessi furono inevitabilmente costretti a rivedere la loro politica per un duplice ordine di motivi: innanzitutto, si trovarono di fronte ad un cambiamento radicale della politica degli Stati Uniti che avevano adottato dal 1978 l’Airline Deregulation Act; in secondo luogo, sia l'opinione pubblica che i movimenti a tutela dei consumatori premevano affinché si operasse una revisione degli accordi bilaterali, in quanto ritenevano avessero portato ad un esagerato ed inammissibile aumento delle tariffe. Il concetto di liberalizzazione in Europa trae spunto dal precedente rappresentato dalla deregulation americana, e proprio da questa aveva subito le maggiori spinte.
Sulla scia dei mutamenti negli Usa, anche l'Europa cominciò ad avviarsi verso la liberalizzazione. L'attuazione di una politica comune nel trasporto aereo, sancita dal Trattato della Comunità economica, si rivelò piena di ostacoli proprio a causa dell'esistenza di barriere all'ingresso nei mercati di ciascuno Stato. Barriere scaturite in parte da condizionamenti di diritto internazionale, quali la pratica degli accordi bilaterali già largamente diffusa, in parte dal fatto che la Convenzione di Chicago rafforzava il concetto di sovranità degli Stati sullo spazio aereo sovrastante il proprio territorio, subordinando in questo modo l'accesso dei traffici aerei al preventivo consenso degli Stati interessati dal transito di aeromobili di Stati terzi.
La prassi del bilateralismo ha comportato alcuni problemi all'interno del mercato unico, il più rilevante dei quali riguardava la perdita dei diritti di traffico in caso di modifica della composizione del capitale delle imprese del trasporto aereo.
Generalmente negli accordi bilaterali vengono inserite delle clausole di proprietà e di controllo che prevedono che i servizi aerei tra i due Stati contraenti possano essere effettuati esclusivamente da vettori il cui controllo e proprietà risultano essere di tali Stati o dei loro cittadini. […]