Argentina 7up. Il teatro e i generali della dittatura argentina (1976-1983)

Il teatro italiano si è occupato della vicenda della desaparicion dal 2000, anno in cui nel nostro paese è stato celebrato il primo processo contro i militari argentini accusati di avere ucciso e sequestrato otto cittadini di origine italiana.
L'atteggiamento dello Stato italiano in merito a questa storia tragica dell'Argentina è stato molto ambiguo negli anni in cui imperversava la dittatura militare; da una parte l'Ambasciata italiana si rifiutava di aiutare i cittadini italiani in cerca di protezione; dall'altra il Consolato italiano invece, nella figura del Console Enrico Calamai, offriva aiuto concreto e solidarietà.
Il governo italiano pur conoscendo la situazione in Argentina degli anni della dittatura non intervenne in alcun modo e lasciò trascorrere molti anni prima di apportare procedere sulle strade della giustizia.
Il 21 Gennaio 1983, la Procura di Roma fu invitata dall'allora Ministro di Grazia e Giustizia Derida a "procedere nei confronti di coloro i quali risulteranno responsabili in ordine ai fatti delittuosi commessi in danno di cittadini italiani nel territorio della Repubblica argentina dal 1976 in poi".
Poi trascorsero cinque anni nel corso dei quali il procedimento rimase fermo; nel 1988 il consigliere istruttore del Tribunale di Roma, propose un nuovo procedimento che ancora una volta fu bloccato. Nel 1991 il Pubblico ministero richiese l'archiviazione del caso, perché i termini dell'indagine preliminare risultavano scaduti; ma il 10 Febbraio 1992 il giudice autorizzò la riapertura del procedimento, grazie alla documentazione fornita dagli avvocati Gentili e Maniga della parte civile. Nel 1996 il processo ebbe finalmente inizio; nel 2000 giunse la prima condanna contro sette generali argentini. [...]