Le motivazioni nella pratica delle attività fisiche acquatiche
Effetti dell'esercizio in acqua
Le risposte cardiocircolatorie e respiratorie al lavoro muscolare, svolto in piedi e in immersione, sono condizionate dai fenomeni descritti in precedenza. Infatti, durante l'esercizio in acqua:
- La gittata sistolica è più alta di quella osservata a secco a pari intensità relativa di lavoro. La frequenza cardiaca è, invece, minore. Un criterio per valutare l'intensità relativa di un esercizio è di considerare il consumo di ossigeno espresso in percentuale del consumo massimale. Durante uno stesso esercizio eseguito a secco e in immersione a un'intensità pari al 60% del massimo consumo di ossigeno in entrambi i casi, si osserva una differenza di circa 10-15 battiti il minuto. Di questa differenza è importante tenerne conto nella valutazione del carico di lavoro tramite frequenza cardiaca. Dal punto di vista pratico, ciò significa che un efficace lavoro per il sistema cardiocircolatorio si ottiene anche a valori di frequenza cardiaca piuttosto modesti.
- La frequenza ventilatoria (il numero degli atti respiratori al minuto) invece, a parità di richiesta metabolica, è maggiore rispetto all'esercizio a secco. Infatti, l'accumulo di sangue venoso all'interno del torace e la pressione idrostatica riducono come già detto i volumi polmonari. Ciò condiziona, durante l'esercizio in immersione, anche il volume corrente (che è la quantità di aria che è ispirata ed espirata a ogni atto respiratorio). Esso diminuisce del 5-10% e ciò determina la necessità di aumentare la frequenza ventilatoria per raggiungere i valori di ventilazione polmonare adatti alle richieste metaboliche dell'esercizio. Alcune risposte metaboliche sembrano diverse. Durante l'esercizio sotto massimale eseguito in immersione, a parità d'intensità dello stesso esercizio fatto a secco è stata osservata una minore attivazione della scissione del glicogeno muscolare (lo zucchero di riserva presente all'interno dei muscoli). Ciò potrebbe suggerire un maggiore utilizzo relativo dei grassi come carburante per il lavoro muscolare. Inoltre l'esercizio svolto con il corpo immerso sembra determinare un maggiore flusso ematico muscolare e conseguentemente anche una più rapida rimozione dell'acido lattico accumulato durante uno sforzo precedente. Ciò suggerisce che l'esercizio in acqua è particolarmente adatto anche per le attività di recupero attivo successivo a sforzi intensi.
- L'apparato osteo-articolare è meno sollecitato. La ridotta azione della forza di gravità durante l'esercizio in acqua si accompagna a una forte riduzione del carico gravante su ossa e articolazioni. Ciò, ovviamente, si traduce in un minor rischio d'infortuni, ma soprattutto determina la possibilità di svolgere lavoro muscolare (per esempio la corsa in acqua con giubbotto galleggiante) anche alla presenza di alcune patologie articolari, lesioni muscolari relativamente recenti e fasi precoci della riabilitazione post-operatoria.
Tuttavia è utile sapere che, per la ridotta gravità in immersione, l'esercizio in acqua ha effetti scarsi o nulli sull'osteoporosi perché manca il carico che favorisce il rimodellamento del tessuto osseo rendendolo più consistente. I muscoli sono sottoposti a uno stress meccanico inferiore e di solito, dopo una seduta di esercizio in acqua anche piuttosto pesante, non sono dolenti. Ciò dipende dal fatto che, durante l'esercizio in acqua, l'impegno dei muscoli in contrazione eccentrica è modesto e, quindi, considerate anche le limitate velocità di movimento, il rischio di traumi e microtraumi muscolari è molto basso.
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Le motivazioni nella pratica delle attività fisiche acquatiche
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Informazioni tesi
Autore: | Gledis Zanoni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Scienze Motorie |
Corso: | Scienze delle attività motorie e sportive |
Relatore: | Massimo Lanza |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 138 |
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